30 | Consapevolezza

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Diana

Mi copro il viso con il lenzuolo, lasciando che la stoffa liscia della seta mi accarezzi il viso. I ricordi della sera prima si fanno sempre più nitidi nella mia mente, rendendo il mio cuore in subbuglio.

La mano di Ethan che accarezza il viso di Kim è stata l'ultima cosa che ho voluto vedere prima di andarmene dalla gara, non sarei riuscita a reggere qualcosa di più.

Il suo silenzio, poi, è stata la peggiore delle pugnalate. Mi ha dato conferma senza nemmeno parlare.

Dio, quanto sono stupida!

Gli ho creduto, ho creduto ad ogni sua parola, ad ogni sua promessa. Ho creduto ad ogni brivido che mi scuoteva quando mi toccava, ho creduto al cuore che impazziva appena se lo trovava davanti. Ho creduto ad una marea di cazzate, ecco a cosa ho creduto. La parte peggiore è che è tutta colpa mia.

Afferro il cellulare che si trova sotto carica, appoggiato sul comodino.
Leggo velocmente i messaggi.
Una decina di Leon e tre di Will, quest'ultimo mi comunica che ha vinto un sacco di soldi grazie alle puntate che ha fatto su Ethan.

Questo vuol dire che ha vinto tutte e tre le gare.
Buon per lui.

Mi ricopro nuovamente il viso con le lenzuola e soffoco un urlo che sarebbe uscito volentieri dalla gola.

La porta della mia camera si apre di scatto, creando un tonfo tale da farmi sobbalzare. Non faccio in tempo a scostare dal viso la stoffa che stringo tra le dita che qualcuno si tuffa accanto a me.

«Dì, sei sveglia?!» sussurra Nathan.
Abbasso leggermente il lenzuolo, in modo da scoprire solo gli occhi.
Lo sguardo truce che gli rivolgo, non lo sorprende neanche un po'.

«Sei già arrabbiata di prima mattina?»
Il finto tono triste è accompagnato da un falso broncio. Gli angoli interni delle sopracciglia si sollevano, formando delle micro rughe; le estremità delle labbra sono abbassate con il labbro inferiore che sporge lievemente.

Gli tiro una gomitata sul fianco e lo sento imprecare di conseguenza, ma sono abbastanza sicura che lo abbia fatto solo per farmi sentire in colpa. Non ho utilizzato così tanta forza.

«Ti ho detto almeno mille volte che devi bussare prima di entrare» dico in tono aspro.

Tolgo le mani dal lenzuolo e le incrocio sotto al seno, per puntualizzare quanto sono indispettita.
Lui, per tutta risposta, inizia a farmi il solletico nell'unico punto in cui lo soffro: i fianchi.

«Nate!» urlo divertita, cercando di trattenere le risate, più che altro per non dargliela vinta.
«Non la smetto finché non ti togli quel broncio dalla faccia» dice con uno sguardo pieno di convinzione.

Gonfio le guance e trattengo il respiro, in modo da riuscire a trattenere il più possibile le risate che premono per uscire.

Alla fine è lui ad averla vinta, perché il bisogno di ossigeno mi obbliga a smettere di trattenere il fiato.

Le nostre risate invadono la stanza e, per la prima volta dopo ieri sera, sono veramente felice.
Un piccolo momento di allegria con il mio gemello è in grado di radere al suolo tutti gli avvenimenti negativi.

«Ok, ok! La smetto!»

Quando mi volto verso di lui, mi sta fissando con intensità. Torno seria anche io, con uno sguardo confuso a far da padrone sul mio volto.

«Sei più bella quando ridi, somigli alla mamma.» dice di punto in bianco, facendomi mancare il respiro.

Mi sporgo verso di lui e stringo le braccia intorno al suo corpo, nascondendo poi il viso tra l'incavo della spalla.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07 ⏰

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You fix me - tutte le onde alla fine passanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora