20 | Il punto debole •

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Ethan

Si è addormentata tra le mie braccia. Un piccolo angelo insolente, con la lingua più tagliente che abbia mai conosciuto, si è appena addormentato tra le braccia dei miei demoni.

All'apparenza così dura, forte e determinata. Sempre con la risposta pronta, non si lascia mettere i piedi in testa nemmeno sotto tortura. Riesce a nascondere alla perfezione le sue ferite. Alcune non si sono ancora cicatrizzate, sento quasi l'odore metallico del sangue sgorgare fuori dai tagli profondi che le segnano il cuore. Altre, invece, sono guarite, ma le hanno sicuramente lasciato un segno indelebile.

Osservo attentamente il suo viso contrito. Questa sera ho avuto la conferma che non combatte più le sensazioni negative; si lascia avvolgere, stritolare e logorare fino a non avere più il respiro.

Ad entrambi è arrivato un messaggio, potrei giurare che si tratti della stessa persona: Kim.

Le ha risvegliato i sensi di colpa che fino a pochi attimi prima non provava, perché eravamo circondati dalla nostra bolla di sicurezza. Entrambi.

Kimberly Wood è la persona più perfida, egoista e crudele che conosca. Il modo in cui l'ho conosciuta la dice lunga, ma non mi sono mai soffermato troppo a riguardo. Mi interessava solamente portarmela a letto, per poi liquidarla. Non è andata così, ma ho le mie motivazioni.

Se solo sapessi cosa è in grado di fare la tua amica... non sono sicuro che vorresti starle così vicino.

Le sposto delicatamente delle ciocche di capelli dal viso, scoprendo i suoi lineamenti delicati. Non voglio svegliarla. Se lei non fosse stata fragile come un cristallo probabilmente questa sera sarei andato fino in fondo, e avrei sperato che tutta questa attrazione che ci lega si sarebbe smorzata una volta finito l'atto.

Vorrei poter essere egoista con lei, pensare solo a me stesso, ma non posso. Lei non è minimamente come le ragazze da cui mi circondo. Loro sono frivole, senza dignità; si concedono subito senza alcuno sforzo e poi cercano un altro ragazzo con cui fare lo stesso.

Ed è mentre osservo il suo viso dolce che mi rendo conto che ha ragione: le devo stare lontano. Non posso permettere che soffra a causa mia. Ha già perso così tanto per l'età che ha, non voglio essere responsabile della rottura con Kim solo per uno scopo fisico. Avrebbe capito da sola che tipo di persona è realmente.

Con quella consapevolezza la stringo al mio corpo, conscio che potrebbe essere l'ultima volta. Le luci dell'alba entrano nella stanza in modo prepotente, ricordandomi che il nostro tempo è giunto al termine.

L'ho stretta a me a lungo, per ore. Ho aspettato che si rilassasse contro il mio corpo fino a crollare. Non ho chiuso occhio per assicurarmi che stesse bene, ma non mi importa. Le occhiaie sarebbero passate, la sua mancanza no.

«Non ti merito, magari nella prossima vita sarà diverso...» sussurro, piegandomi con il collo per raggiungere le sue labbra. Il dolore alla spalla non mi ferma, avrei fatto qualsiasi cosa per baciarla un'ultima volta.

Premo le labbra in modo delicato contro le sue per non svegliarla, assaporando il gusto amaro di quello che mai sarà. Un bacio leggero, morbido. Non ha niente a che vedere con il bacio della sera precedente, ma me lo sarei fatto bastare.

L'allontano dal mio corpo e me ne pento subito dopo. Non ho mai passato la notte con nessuna, non ha la minima idea di quanto questo conti per uno come me. Ma va bene così, è giusto che sia così.

Mi alzo dal letto e costringo le mie gambe ad allontanarsi da Diana. Prima di uscire dalla sua stanza mi giro un'ultima volta verso di lei. Un sorriso amaro mi sfiora le labbra, mi avvelena la bocca e l'anima. Non posso lasciarmi trascinare a fondo dalle emozioni, devo sbrigarmi ad uscire da questa villa prima che qualcuno mi scopra.

You fix me - tutte le onde alla fine passanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora