23 | L'attacco di Leon

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Diana

Ho pensato a lungo quali fossero le vere intenzioni di Kim per invitare tutti alla casa sul lago. E quando dico tutti, intendo proprio tutti.

Sì, Kim ha un buon rapporto con Leon, sono molto amici, ma perché invitarlo se sapeva che avrebbe messo me in difficoltà?
Spera forse in un ritorno di fiamma tra di noi?

È probabile che Leon l'abbia supplicata di aiutarlo, che l'abbia spinta a creare una situazione folle per riuscire a riavvicinarsi a me?

Era stato molto chiaro quando mi aveva detto che saremmo tornati insieme, "in un modo o nell'altro". Ricordo ancora i brividi che mi avevano suscitato le sue parole agghiaccianti, accompagnate dallo sguardo vitreo. Ancora adesso, se ci penso, mi lasciano addosso una brutta sensazione.

Sa perfettamente quanto io sia ferma nelle mie decisione; ci rimugino su molto, spesso mi riempio la testa di domande, ma se alla fine decido di metterci un punto non torno mai indietro.

Se davvero è andata come penso Kimberly avrebbe semplicemente dovuto spronarlo a voltare pagina e non creare una piccola gabbia d'oro in cui obbligarci alla convivenza.

Forse avrei dovuto reclinare l'invito ed inventare una scusa che giustificasse la mia assenza, più passano i minuti e più mi pento di non averlo fatto.

La cosa più ambigua che mi ronza per la testa è stata la frase all'interno del messaggio in cui proponeva l'invito al lago.
"Ethan è strano, ho la sensazione che non voglia più vedermi... così ho deciso di organizzare un paio di giorni alla casa al lago per dimostrargli quanto ci tengo".

Se il suo vero scopo è quello di conquistare Ethan, perché non passare un paio di giorni da soli?
Aveva paura del rifiuto?
No, impossibile.
Kimberly Wood non viene mai rifiutata, al massimo è lei a rifiutare gli altri.

Eppure, i fili dei miei ragionamenti non si collegano, non camminano nello stesso percorso. Anzi, si ingarbugliano così tanto da diventare più confusa e paranoica.

La mattinata è filata abbastanza liscia, sono riuscita ad isolarmi a tal punto da non dare modo a Leon di potersi avvicinare a me. Poi, è arrivato mio fratello Josh con Jared e Ethan. Lillie si è avvicinata per avvertirmi che quest'ultimo mi stava fissando con insistenza.

Quando ho sollevato lo sguardo in lui non c'era nulla di amichevole, niente ghigno strafottente, niente sorrisi, solo uno sguardo freddo da riuscire a congelarmi sul posto.

Lillie ha provato a chiedermi spiegazioni, ma mi sono limitata a sollevare le spalle, fingendo di non sapere il motivo di quell'astio. Se qualcuno ci avesse osservati meglio, si poteva scorgere, attraverso le nostre occhiate, tutta la rabbia che ci stavamo scambiando l'uno contro l'altra.

Entrambi eravamo, e siamo, arrabbiati per motivi differenti. Le parole che aveva scelto di utilizzare nella nostra ultima discussione mi avevano ferito più di quanto potessi immaginare, non avrei mai pensato che sarebbe caduto così in basso.

La decisione di volermi allontanare da quel legame tossico si è insinuato sempre di più tra i miei pensieri. Eppure, quella mattina, il mio cuore aveva reagito davanti a lui, danzando ad un ritmo incontrollabile. Ma non importa quello che è in grado di smuovermi, le sensazioni sarebbero morte, prima o poi.

«Se ci metti ancora un po' di marmellata diventa marmellata e pane, non il contrario» la sua voce controllata mi fa tremare il cuore e ci impiego qualche secondo prima di trovare il coraggio di sollevare lo sguardo nella sua direzione.

I suoi occhi blu cobalto mi travolgono in pieno, così limpidi e profondi da potermici immergere dentro. Trattengo il respiro, involontariamente, e supplico il mio corpo di collaborare, ma quando me lo trovo nella stessa stanza tutto diventa più difficile.

You fix me - tutte le onde alla fine passanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora