Capther two

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Wendy fece come disse Luke, il giorno dopo non andò a scuola, si medicò i lividi e il labbro, per poi fare i compiti di storia dei tre ragazzi. Lei era un anno più piccola di loro, quindi la storia di quinta non l'aveva ancora studiata, ma l' avrebbe fatta comunque, non rischiando almeno di essere menata a sangue ancora una volta. Rimase concentrata per circa un'ora, cambiando le risposte così che i prof non notassero le differenze, finché il suo cellulare non emise una vibrazione. Girò di scatto la testa; sapeva cosa fossero quelle notifiche. Prese il telefono tra le piccole dita tremanti e aprì Ask.fm, leggendo quelle cazzate che continuavano a mandarle. Faceva male, leggerle, ma per lei era inevitabile, Wendy considerava molto il parere degli altri, e questo era il suo unico difetto. Sapeva che doveva fregarsene e magari farci due risate sopra, ma non era così che andava. Ogni volta, dopo aver letto e riletto gli insulti, si affidava a una delle tante lamette presenti nella sua trousse e si incideva tagli profondi. È così fece anche quella volta. Solo che non si fece i soliti graffi, quella volta scrisse una parola che la rappresentava o, almeno, che lei credeva la rappresentasse. "Imperfect". Lo scrisse sul polso, passando sopra alle altre ferite. Ormai non urlava più, per il dolore; si era abituata a quella sensazione e in qualche modo sentiva che era una cosa giusta da fare. Molti l'avrebbero definito masochismo, lei lo definiva liberarsi, liberarsi dai maledetti pensieri che l'affliggevano ogni giorno. Osservava il sangue gocciolarle sulla tuta color lavanda, poi riprese ad armeggiare con gli esercizi, coprendosi i polsi come se nulla fosse accaduto. Passò l'intera mattinata così, tra i compiti dei tre e i suoi compiti, anticipandoli per l'intera settimana. Quando finì, si buttò sul divano a penisola del salotto di casa sua, accese la tv e si mise a guardare programmi di modelle su mtv, invidiandole per tutto quello che avevano e che lei non avrebbe mai posseduto. Poi suonarono al campanello. Wendy si alzò titubante, ricordando che la madre aveva anche il turno pomeridiano e serale. "Ciao" sorrise Luke appena la ragazza spalancò la porta. "Luke, che ci fai qui?!" disse lei corrugando la fronte. "Ho pensato che magari avessi bisogno di compagnia" alzò le spalle lui, come se fosse un'affermazione normale. A quelle parole Wendy si sentì mancare il fiato, ma si ricompose subito. "Tua madre sa che sei qui?" chiese la mora, spingendolo dentro casa sua. "No. Mi ucciderebbe" scosse la testa divertito e Wendy sbarrò gli occhi. I loro genitori non si sopportavano, erano come i Montecchi e i Capuleti di Romeo e Giulietta, non potevano nemmeno scambiarsi uno sguardo, altrimenti sarebbe successo un pandemonio. Anche se la storia di Wendy e Luke non era come quella dei due innamorati e mai lo sarebbe stata, o almeno così credeva la ragazza. "Tu sei pazzo" affermò lei scuotendo la testa. "Può darsi" disse Luke sedendosi sul divano. "Non vieni?" le domandò lui battendo una mano sul posto di fianco. Sul viso di Wendy si formò un cipiglio. "Io? Vicino a te?" disse torturandosi le dita sottili. "Wendy non mordo mica" scherzò il ragazzo e sul viso della mora si formò un piccolo sorriso. A quell'espressione il cuore di Luke perse un battito; c'era riuscito, era riuscito a farla sorridere e questo gli sembrò una grande vittoria. "Non hai pranzato?" chiese Luke quando la ragazza si sedette al suo fianco. "...si" disse dopo qualche secondo di silenzio. Lui sapeva che non era vero, ma non gli andava di insistere, voleva solo tenerla al suo fianco e farla ridere. "Cosa vuoi guardare?" domandò Wendy, tenendo in mano il telecomando. "Un film horror" sorrise nel vedere la ragazza scuotere voracemente il capo. "Non pensarci neanche" disse la mora. "Dai, ci sono io qui con te" disse Luke ridacchiando e Wendy diventò paonazza. In quel momento, gli sembrò tenera, Wendy non era come la descrivevano, era timida e non una troia, era indifesa e non pazza. "O-okay" balbettò la ragazza, schiacciando uno dei tanti film horror che c'erano su Sky. Quasi in ogni scena, Wendy si portava davanti agli occhi un cuscino per non guardare l'assassino che con una motosega uccideva ogni persona che incontrava. Luke ridacchiò silenziosamente guardandola e poi, quando il film fu finito, abbassò il cuscino dagli occhi della ragazza. "È finito?" chiese con voce tremante. "È finito" affermò lui. "Che non ti venga più in mente di farmi vedere un film come questo!" sbraitò la ragazza, mettendo mtv music. Luke scoppiò in una fragorosa risata e la trascinò in cucina tirandola per il polso destro. Wendy mise tutta se stessa per non urlare e, quando il ragazzo la mollò, vide di sfuggita se qualche taglio si fosse riaperto. Sospirò sollevata quando non trovò nessuna traccia di sangue. Luke osservò quel suo movimento e capì che c'era qualcosa che non andava. "Hai fame?" chiese alla mora e lei fece una smorfia disgustata. "No" disse. "Wendy devi mangiare qualcosa" disse Luke ma lei scosse la testa. "Non ho fame". "Dimmi chi sono" ringhiò a denti serrati il biondo. La mora aveva capito a cosa si riferisse, ma continuò a fingere. "C-chi?" balbettò e Luke serrò i pugni. "Chi è che ti mena. Dimmelo Wendy" continuò restando sulla sua posizione. "Non posso" scosse la testa. Luke l'afferrò per il polso dolente e lei sobbalzò e urlò. Il biondo sbarrò gli occhi e lasciò la ragazza che non perse tempo e si massaggiò il polso. "Mi dispiace" sussurrò chinando il capo. "Ora vado" e uscì dalla porta senza neanche aspettare una sua risposta
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"Dove sei stata ieri?!" ringhiò Matthew spingendo la ragazza contro la parete del bagno. "Sono stata male" singhiozzò. "Non me ne frega un cazzo! Che non ti venga più in mente di non venire" urlò e Wendy annuì velocemente. Sapeva che era stato uno sbaglio seguire il consiglio di Luke, ma aveva davvero bisogno di riprendersi. "T-tieni" balbettò lei, consegnandoli i libri di storia. "Hai già fatto i nostri compiti?" chiese quello dietro Matthew, che da quanto la mora aveva capito, si chiamava Gale.  Wendy annuì sperando che questo potesse fermare l'ira di Matthew, ma non fu così. "Quindi sei riuscita a fare i nostri compiti ma non a venire a scuola?!" sbottò e la ragazza si maledisse per averli portati quel giorno. "Sai cosa potrebbe succedere se non mi obbedisci, vero?" chiese Matthew e Wendy annuì per la medesima volta. "Procedete" disse e subito Gale e l'altro ragazzo, Albert, si accalcarono addosso alla povera ragazza.
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"Luke smettila di guardare la Hudson. È solo una povera sfigatella" disse Michael infilando il libro di aritmetica nell'armadietto e ricevendosi uno sguardo fulminante da parte del biondo. "Finiscila Michael. Non la conosci" disse guardando Wendy armeggiare con la chiusura del suo armadietto. "Perché tu si?" rise Calum seguito poi dagli altri due. "Meglio di voi sicuramente" affermò. "Poi non è una 'sfigatella', è solo una povera ragazza vittima di bullismo con una vita di merda" disse. "Non ti capisco, puoi avere tutte e scegli lei?" roteò gli occhi al cielo Ashton. "Non pretendo che voi mi capiate. Ma almeno rispettatela" disse Luke avviandosi verso la mora. I tre ragazzi si guardarono negli occhi e capirono che dovevano liberarsi di Wendy, altrimenti avrebbe rovinato la loro immagine e questo non potevano permetterselo.

Wherever you are ||Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora