Capther four

712 36 4
                                    


Era una giornata cupa, quella. Wendy odiava Londra solo per quell'aspetto, era piena primavera, 16 maggio, e Londra era nebbiosa, come se fosse inverno. La mora era stesa sul divano, a gambe incrociate con la sua cena tra le mani mentre provava a guardare un film. Non aveva fame, come al solito, rigirò la forchetta nel piatto prima di mollarlo sul tavolino difronte a lei e mettersi in piedi. In quel momento, il suo cellulare vibrò. Wendy sospirò e prese tra le piccole dita il suo telefono, aprì Ask.fm e lesse. 'Perché la Hudson non si rassegna a capire che è solo il nuovo giocattolino di Hemmings?'
'È davvero stupida se non capisce che Hemmings la sta solo usando'
'Vai in camera tua, spegni le luci. E ammazzati'. La mora rimase allibita dall'ultimo commento, certo le avevano sempre scritto delle cose orribili, ma quella le batteva tutte. Rilesse un paio di volte quel messaggio, ma stranamente non pianse. Forse era giusto, forse doveva farla finita. Non sarebbe mancata a nessuno, avrebbe solo fatto loro un favore. Salì le scale fino in camera sua e non accese la luce, raggiunse la finestra e prima con un piede, poi con un altro, si arrampicò sul davanzale e osservò il sole calare e fare spazio alla notte. Guardò di sotto, non era alto, erano solo due piani, ma basteranno, pensò Wendy. Intravide una macchina parcheggiare nel giardino di casa sua e subito una testa bionda spuntò da essa. Poi suonarono al campanello. La mora non si mosse, rimase lì, con il debole vento che le scompigliava i lunghi capelli, con le dita dei piedi nudi che penzolavano oltre la finestra. Il biondo, vedendo che nessuno apriva, pensò che forse Wendy non era in casa, così s'incamminò alla sua Range Rover, fin quando la vide. Vide la mora aggrappata alla finestra con le lacrime agli occhi che provava più e più volte a saltare giù, ma sempre con scarsi risultati. "Oh cazzo" esclamò Luke, prima di urlare alla mora di fermarsi. Wendy sentì l'urlo del ragazzo, ma non ci prestò attenzione, finché la porta alle sue spalle si spalancò.  La ragazza si voltò e incrociò quegli occhi, quelle iridi blu che subito penetrarono nelle sue castane. "Come sei entrato" disse la ragazza scossa dai singhiozzi, non era una domanda, quella. Luke le mostrò le chiavi di riserva, quelle che Moira nascondeva sotto lo zerbino in caso qualcuno restasse chiuso fuori casa. "Vai via" pianse, Wendy pianse davanti agli occhi di Luke. Odiava mostrarsi debole agli altri, odiava vedere nei loro occhi quella maledetta compassione. Ed era quella che c'era sugli occhi del biondo; allora capì, capì che quella di Luke era solo pena, che non si interessava davvero alla mora. "Wendy non fare cazzate" disse avvicinandosi lentamente alla ragazza. "Non avvicinarti, non ci impiego niente a buttarmi da qui. E credimi, ti farei un favore" disse continuando a piangere. Luke scosse la testa e si avvicinò a lei; sapeva che non si sarebbe buttata, e se fosse successo, lui l'avrebbe presa in tempo. "Luke non scherzo" ma lui continuò ad avanzare, e quando la raggiunse l'afferrò per la vita e la porta giù, tra le sue braccia. Wendy, in quel momento, scoppiò in un pianto strozzato. "È tutto okay" le sussurrò accarezzandole i capelli. Rimasero lì per qualche minuto, poi la mora alzò il capo e guardò gli occhi del ragazzo di fronte a lei, non era compassione quella che aveva visto, era paura. Paura di perderla? Non poteva crederci, a nessuno era mai importato di lei. "Non farlo, mai più" le sussurrò e Wendy annuì, poi guardò la canotta di Luke. C'era scritto 'YOU COMPLETE MEss'. La mora sorrise. "Non andartene, almeno tu non lasciarmi" disse. "Okay, non lo farò" il biondo la guardò, non l'avrebbe fatto. "Posso restare qui, stasera?" continuò. "Basta che non ti fai beccare da mia madre" ridacchiò lei e il biondo ricambiò il suo sorriso, per poi fare qualcosa che nessuno dei due si aspettava. Poggiò le labbra su quelle della ragazza e chiuse gli occhi, assaporando quel momento. Wendy rimase rigida, a quel contatto, di certo non se l'aspettavo. Ma quando Luke posò le mani intorno ai suoi fianchi e l'avvicinò a se, si lasciò andare e ricambiò quel bacio, il suo primo bacio, rendendolo ancora più passionale. Quando staccarono le loro labbra, erano ormai senza fiato; si guardarono negli occhi. Nessuno dei due disse nulla, rimasero nella stessa posizione, lei con le mani sul petto di Luke e lui con le braccia avvolte intorno ai suoi fianchi. Non sapevano cosa avesse significato quel bacio, sapevano solo che avevano bisogno l'uno dell'altra, e di certo non si sarebbero fatti scappare quell'occasione.
-----
"Luke" sussurrò la mora, svegliando il ragazzo che qualche secondo prima stava dormendo. "Cosa?" disse assonnato e con la voce ancora impastata. "Sono le sette e oggi abbiamo scuola" ridacchiò lei, strappando un sorriso al ragazzo. Si alzarono pigramente dal letto e si fiondarono in cucina. "Io vado a lavarmi, fai come se fossi a casa tua" disse Wendy, prima di immergersi sotto l'acqua gelata. Passo le dita sui tagli ormai chiusi; era da un po' che non si tagliava, e non ne aveva poi tanto bisogno, ormai. Indossò una maglietta completamente nera e una camicia a quadretti rossi, lasciandola sbottonata avanti e arrotolata fin sotto il gomito; infilò degli skinny neri strappati sulle ginocchia, e delle vans del medesimo colore. "Wendy sbrigati!" urlò il biondo, battendo ripetutamente il piede contro il pavimento. La mora si aggiustò velocemente i capelli, prima di scendere e raggiungere Luke. "Andiamo?" sorrise il biondo, afferrando la mano della ragazza e incamminarsi verso scuola.
-----
*
"Hemmings è il tuo ragazzo?" rise Matthew, premendo il piede contro lo stomaco della ragazza. "No" rispose. "E allora perché oggi siete entrati mano nella mano?" disse Albert, tirando i capelli di Wendy e lasciandole un calcio sugli stinchi. "Siamo solo amici" e a quel commento tutti e tre scoppiarono a ridere. "Amici? Ma per favore, Hemmings non s'interesserebbe mai a una come te" rise Matthew; la mora non voleva crederci, si ripeté che non era vero, che erano solo cazzate quelle, ma per quanto ci provasse, sapeva che si stava solo illudendo.

Wherever you are ||Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora