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"Bene, bene. Guardate chi abbiamo qui" rise Matthew, quando Wendy varcò la soglia del bagno. Aveva lo sguardo perso, lei. "Vedo che tu ed Hemmings fate sul serio" continuò, afferrando il viso della ragazza tra le sue mani. La mora strinse le mani in due pugni, le dava fastidio che qualcuno che non fosse Luke la toccasse. "Esatto" confermò Wendy, imbattendo gli occhi nelle iridi del ragazzo che le era difronte. Erano vuoti, i suoi occhi. Non proferiva alcuna emozione, alcuna paura; erano sempre gli stessi, sempre uguali. E questo confondeva la ragazza, eppure, in una camera vuota non può esserci disordine. "Procedete" ringhiò Matthew, allontanandosi dalla ragazza che in quel momento provò a leggerlo, a rompere la grande corazza che il ragazzo aveva costruito durante gli anni. Era stata una vita difficile, la sua. Gale inizialmente tirò solo un calcio alla ragazza, venendo poi bloccato dalla mano di Matthew. "Oggi no. Oggi facciamo una cosa solo io e lei" disse, quasi come un ordine e Albert e Gale, uno dietro l'altro, lasciarono Wendy tra le grinfie di Matthew. S'inginocchiò davanti a lei, afferrando bruscamente il suo viso tra le mani. "Sarebbe un peccato, rovinare questo bel faccino" disse, passando il pollice sul mento della ragazza. Wendy provò a riavere un contatto con i suoi occhi, ottenendo scarsi risultati, perché ogni volta che ci provava, girava lo sguardo. "Che non ti venga più in mente di guardarmi negli occhi, hai capito?" urlò, per poi sbattere il capo della mora contro il muro del bagno. "Hai capito?" alzò di un'ottica la voce quando la mora non rispose. Annui, non pensando al dolore dietro la testa. "Non mi sembra che hai imparato la lezione" sulle labbra di Matthew comparve un ghigno divertito. Alzò agilmente la ragazza da terra e la spinse contro il muro, iniziando poi a tirarle ginocchiate contro lo stomaco. Continuò finché dalla bocca di Wendy uscì del sangue, per poi sbatterla nuovamente a terra e tirarle un pugno sulla mascella, poi un calcio sugli stinchi. "Non metterti più contro di me, Hudson. E soprattutto, non disubbidirmi più" disse, abbassandosi all'altezza della ragazza quasi priva di sensi. Poi, Matthew si alzò, camminò verso l'uscita e si lasciò alle spalle Wendy, come se non gli importasse cosa le aveva fatto.
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Quando il ragazzo uscì dal bagno, Wendy con tutta la forza che possedeva, strisciò lentamente verso il gabinetto, per poi rigettare anche l'anima. Non stava rimettendo per quello che le aveva fatto Matthew, non stava vomitando per qualcosa che aveva mangiato, lei non mangiava praticamente mai. Stava rimettendo per il disgusto provato nel come l'aveva toccata il biondo. Le provocava davvero molto disgusto pensare alle sue mani passarle sul viso, a quelle mani che la picchiavano sempre.
Rigettò succhi gastrici, probabilmente, mischiati al sangue che fino a poco tempo prima le rigava le labbra rosee. Poi, quando ebbe finito, si rimise in piedi, sentendo il dolore percuoterle lo stomaco. Si bagnò le labbra con l'acqua del rubinetto, per poi uscire da quel bagno e incamminarsi verso la sua classe, tenendosi aggrappata al muro. "Wendy? Oddio che succede?" sentì una voce femminile chiamarla e farla girare, ritrovandosi una Ronnie con una mano sulle labbra. "Ehi" disse in un sussurro, sorridendo leggermente. La verità era che neanche lei sapeva come in quel momento riuscisse a sorridere. "Che è successo?" disse di nuovo Ronnie, stavolta avvicinandosi alla ragazza e sostenendola per i fianchi. "Ti porto in infermeria" disse quando capì che non voleva risponderle. Wendy annuì semplicemente, non aveva ne la forza ne la voglia di controbattere.
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"Ehi" disse una voce mai sentita prima, quando Wendy aprì gli occhi. "Dove mi trovo?" chiese, sbattendo le palpebre per mettere a fuoco la stanza in cui si trovava. "In infermeria, io sono Olga. Appena la tua amica ti ha portata qui, hai perso i sensi e ci siamo subito preoccupati un po' tutti" rise gentilmente la signora, probabilmente sulla cinquantina. Che aveva da ridere, Wendy non lo capiva. "Adesso puoi dirmi cosa è successo?" chiese con dolcezza Olga, aprendo una piccola busta e versando la polverina in un bicchiere d'acqua; probabilmente era un antidolorifico. "Mi sono sentita male e ho rimesso. Probabilmente mi sta venendo l'influenza" mentì Wendy, alzando le spalle e bevendo quello che Olga le aveva preparato. L'infermiera la guardò alzando entrambe le sopracciglia, non credendo a nessuna parola che le aveva detto la ragazza. "Lasciami Michael!" sentirono urlare e subito un Luke affannato entrò nella stanza. "Dio Wendy come stai?" disse col fiatone, sedendosi sul lettino dove era la mora e afferrandole la mano. "Ora meglio" sussurrò, affinché solo Luke potesse sentirla. Il biondo sorrise e iniziò ad accarezzarle la piccola mano, lasciandoci poi un bacio umido. "Io vi lascio soli" disse l'infermiera, sentendosi alquanto imbarazzata e di troppo in quella stanza, provocando una risatina da parte dei due. "A me puoi dirlo. Cosa è successo" continuò Luke. "Nulla di che" si sentì uno schifo, quando mentì al suo fidanzato, ma non poteva fare altrimenti. Non voleva che Luke stesse male per lei.
A Luke faceva male, vederla star male, ma non voleva insistere, lo avrebbe fatto, ma non in quel momento. In quel momento voleva stare solamente accanto alla sua ragazza. "Per stasera?" chiese Wendy, curiosa di sapere quello che Luke aveva intenzione di preparare per il loro primo appuntamento. Il biondo la guardò con un sorriso malinconico sulle labbra. Per un momento gli era totalmente passato dalla testa dell'appuntamento. Aveva già organizzato tutto, ma non gli pareva proprio il caso di uscire con Wendy mentre lei era in quelle condizioni. "Che ne dici se rimandiamo a domani? Oggi devi riposare" le accarezzò dolcemente la guancia sinistra, ridacchiando brevemente quando la mora scosse la testa, come una bambina. "Entro stasera starò benissimo" disse, era davvero tanto testarda. "Facciamo che chiediamo prima all'infermiera?" propose Luke, offendendo uno sbuffo da parte della ragazza.
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"L'importante è che prende questo ogni ora almeno per oggi" aveva risposto Olga, mettendo nelle mani di Luke i farmici. "Va bene" sorrise cordialmente lui, per poi aiutare la sua ragazza a camminare fino alla sua auto. "Te l'avevo detto" sorrise vincente lei, mentre Luke ripeté le stesse parole provando a imitare la voce della ragazza. Ottenendo poi una risatina da parte di entrambi. Durante il viaggio in macchina non parlarono, bensì cantarono tutto l'album dei Blink-182, il gruppo preferito di entrambi. "Amo questa canzone" disse Luke, alzando il volume e cantando a sua volta le parole di Pathetic. "I know I'm pathetic I knew when she said it
A loser a bum's what she called me when I drove her home There's no more waiting and sure no more wasting I've done all I can but she still wants to be left alone You got you got you got to help me out And I'll try not to argue No one no one no one likes a drop-out Mistakes are hard to undo Don't pull me down this is where i belong
I think I'm different but I'm the same and I'm wrong I think it's disgusting believing and trusting If I gave a fuck there would be nothing for me to prove Although it's amusing it's slightly confusing I've done all I can but her ego is still hard to move You got you got you got to help me out And I'll try not to argue No one no one no one likes a drop out Mistakes are hard to undo" cantò Luke è solo in quel momento Wendy si accorse di quanto bella fosse la sua voce. "Wow" sussurrò incredula, mentre Luke aggrottava le sopracciglia e le faceva un sorriso confuso. "Cosa?" chiese. "La tua voce. È bellissima" commentò, facendo ridacchiare il ragazzo.
"Passo a prenderti alle 8" disse Luke, parcheggiando davanti a casa della mora. "Perfetto" rispose lei. "Ciao piccola" si sporse di poco e la baciò, prima che Wendy scendesse dalla macchina e corresse in camera sua a prepararsi.
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"Wendy non puoi metterti dei jeans ad un appuntamento" alzò gli occhi al cielo Ronnie, provando a convincere la mora a mettere un vestito. Lei sbuffò, concedendo via libera alla fantasia di Ronnie. "Bene, io opto per questo qui" rifilò nelle mani di Wendy un vestito bianco panna, con la scollatura a cuore e corto fin sopra al ginocchio. Wendy lo afferrò e andò a farsi una doccia rapida, per poi indossare il vestito. Le piaceva, scendeva libero lungo i fianchi e a lei stava davvero bene. Si era dimenticata di quel vestito. "Perfetta!" batté le mani Ronnie, per poi sistemare i capelli della ragazza. Li aveva lasciati mossi sulle spalle, fermando solo le ciocche davanti con un paio di ferretti dietro la nuca. "Un trucco leggero, per favore" la pregò Wendy, prima che la bionda iniziasse a passarle sulle palpebre semplicemente dell'eye-liner e sulle ciglia del mascara. "Perfetta!" urlò Ronnie, quando Wendy si guardò allo specchio. Era carina, sapeva che a Luke sarebbe piaciuta. "Luke non mi piace comunque" affermò Ronnie, quando dopo una quindicina di minuti avevano suonato al suo campanello. Wendy ridacchiò, prima di scendere e aprire al ragazzo. Indossava degli skinny neri e una camicia del medesimo colore, mentre i capelli erano tirati su con il gel. In poche parole, era davvero perfetto. Si mordicchiò il labbro dove vi era il piercing quando Wendy gli aprì. "Andiamo, principessa?" chiese, lasciando poi un bacio casto sulle labbra della ragazza. "Andiamo" sussurrò raggiante lei, quando si staccarono. Uscirono tutti e tre da casa di Wendy, Ronnie diretta a casa sua, compiaciuta per l'ottimo lavoro, Wendy e Luke diretti al loro primo e vero appuntamento.
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Questo capitolo è particolarmente lungo lol. Non l'ho nemmeno riletto, amatemi! Okay basta, adesso inizio a scrivere il prologo/primo capitolo della nuova storia e se riesci ve lo posto entro stasera.
Un kiss
-romana
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Wherever you are ||Luke Hemmings
FanfictionWendy Hudson, 18 anni, vittima di bullismo da quasi due, con un terribile passato alle spalle. Luke Hemmings, 19 anni, ultimo presunto anno di liceo, popolare, senza alcun pensiero negativo per la testa. Gli basteranno poche settimane per capire cos...