"Ragazzi! Dannazione, calmatevi!" continuava a ripetere il professore, mentre il resto della classe si lanciava aeroplanini di carta e faceva il countdown della campanella finale. Wendy osservava la scena divertita, era bello vedere tutti così felici e pensò che anche lei in quel momento lo era, e probabilmente la parola 'felice' non si addiceva più di tanto a quello che provava. E solo in quel momento capì che era dannatamente innamorata di Luke. "3,2,1.." urlarono in coro gli alunni, urlando e uscendo dalla classe quando si sentì l'ultima campanella di quel lunghissimo anno scolastico. "Si cazzo, finalmente!" urlò Ronnie, saltando addosso alla mora, allargando le braccia e alzando il capo al cielo, iniziando poi a girarsi su se stessa e urlando un gridolino liberatorio. "Per te non è ancora finita" precisò Wendy, tanto per farla infuriare. "Taci!" e come pensava, riuscì nel suo intento. "Andiamo a vedere i quadri piuttosto" continuo Ronnie, ignorando le risate della mora.
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"Ammessa al quinto!" disse entusiasta Wendy, sobbalzando quando sentì due braccia circondarlo i fischi e una voce parlale nell'orecchio. "E brava la mia ragazza" soffiò Luke, iniziando poi a succhiarle un punto, per Wendy indefinito, del collo. "Lucas, siamo a scuola" parlò alquanto imbarazzata lei, ma questo non fece fermare le labbra e la lingua del ragazzo. "Così mi piace i più" soffio sul segno violaceo che aveva procurato sul sottile collo della ragazza. "Se qualche professore lo scopre, giuro che ti ammazzo" lo minacciò Wendy, portandosi davanti alcune ciocche di capelli, tanto per coprire il succhiotto. "Vale lo stesso per mia madre" continuò, scuotendo la testa in disappunto e sentendo ridacchiare il biondo. "Tu sei stato ammesso?" cercò di far alleviare il rossore che le si era formato sulle guance, girandosi poi verso il suo ragazzo. "Certo, e dopodomani ho l'esame scritto. Questo vuol dire che ho bisogno del tuo aiuto" ammiccò sorridendo maliziosamente e ricevendosi uno spintone da Wendy. "Sono certa che potrai studiare anche da solo" rise brevemente, grattandosi impacciata il collo. Luke sorrise soddisfatto.
"Non credo proprio, cara Jane" parlò, avvicinando il capo a quello della mora.
"Vuoi scommettere, Robert ?" rise, erano dannatamente vicini.
"Oh puoi scommetterci" e poi, cercò le labbra della mora con le sue, baciandola con foga.
Le loro labbra si cercavano in continuazione, erano perfette insieme.
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"Hudson" rise amaramente Gale, affiancandosi alla mora che stava tornando a casa e distraendola dai suoi pensieri sul biondo.
"Gale" sputò, ma dentro se stessa, sapeva che voleva essere in qualsiasi altro posto tranne che in quello.
"Cosa ci fa la dolce e cara Wendy in giro da sola?" continuò a chiedere, poggiando una mano intorno ai fianchi della ragazza.
"Questi non sono affari tuoi" parlò lei, allontanandosi dalla presa del ragazzo.
"Come vuoi, ma sai ti stavo cercando perché avevo voglia di divertirmi. E poi manchi ai miei pugni" rise, portando davanti al viso di Wendy la sua mano screpolata.
La mora deglutì, non poteva sfuggirgli e non c'era nessuno che poteva aiutarla.
"Allora? Vuoi che ti prenda a calci qui o hai almeno un briciolo di dignità da nasconderti dietro un albero?" disse Gale, stranamente seccata. La mora fece come disse, sistemandosi dietro ad uno degli alberi della via che stava percorrendo.
"Brava ragazza" sorrise soddisfatto, spingendo la ragazza contro la corteccia del tronco. Wendy sobbalzò al contatto duro e ruvido dell'albero, abbassando il capo e preparandosi mentalmente a quello che Gale le stava per fare.
Iniziò a tirarle ginocchiate nell'addome, pugni sul labbro, calci sugli stinchi. Urlò dal dolore quando premette le dita sul polso, ancora ferito dai numerosi tagli, alcuni ormai trasformatesi in cicatrici, altri ancora aperti.
"Ti fa male, eh? Puttana!" urlò, anche se in quel momento la mora non sarebbe sembrata agli occhi di nessuno una puttana. Si chiese perché Gale si comportasse così, non gli aveva mai dato un motivo per comportarsi in questo modo.
Dopodiché, le tirò un pugno al labbro inferiore, è solo quando Wendy sentì il sapore amaro del sangue scivolarle lungo il mente, capì che le si era spaccata la bocca. Urlò ancora una volta, procurando solamente altre risate da parte di Gale.
"Ci vediamo domani, sgualdrina" disse, allontanandosi velocemente da Wendy e facendola cadere lungo l'albero, visto che la mora rimaneva in piedi soltanto grazie al corpo del ragazzo. Pronunciò l'ultima parola con disgusto anche se, in realtà, Wendy ne era tutto l'opposto.
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"Che diavolo hai fatto al labbro!" disse Moira, strabuzzando gli occhi alla vista del labbro totalmente rotto.
"Stavo uscendo dal bagno e non mi sono accorta della porta. Tutto qui" mentì, rimanendo comunque piuttosto vaga riguardo all'argomento. "Vattelo a disinfettare. Dio solo sa che sporcizia che c'è in quei bagni" parlò formando sul viso una smorfia di disgusto. "Ah e Wendy, domani vado a ritirare la tua pagella. Spero che sarà meglio di quanto immagino" disse fredda, quando ormai la mora era in cima alle scale. Non rispose, anche perché il labbro le faceva un male assurdo, si limitò ad annuire sapendo che comunque Moira non potesse vederla. Sospirò quando si guardò allo specchio: labbro spaccato, il sopracciglio dove si trovava il piercing graffiato e uno zigomo viola. Si passò del disinfettante sul labbro, non urlò, non era niente in confronto al dolore che quello stesso giorno Gale le aveva procurato.
Quando finì, si legò i capelli in una coda disordinata, non curante del succhioto sul collo, e si immerse nella vasca da bagno. In un primo momento, uscì un po' di sangue dai tagli riaperti sulle sottili braccia, ma a Wendy non importava. Si massaggiò il corpo con quel po' di schiuma che c'era, infilandosi poi completamente nell'acqua.
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Stava ripetendo alcuni capitoli di scienze, quando gli occhi gli si incominciarono a chiudersi.
No Luke, devi continuare a ripassare. Continuava a ripetersi, ma ormai erano quattro ore che non spostava gli occhi dai libri e dalle tazze fumanti di caffè che si faceva ogni mezz'ora.
"Ho bisogno di una pausa" disse stremato e con voce roca, visto che non parlava da quando era tornato a casa. Gli mancava Wendy, aveva bisogno di sentire il suo fragile corpo sotto al suo, aveva bisogno dei suoi lunghi capelli che gli solleticavano il collo, aveva bisogno delle affusolate mani che gli accarezzavano il viso, aveva semplicemente bisogno del suo amore, e di lei.
Decise di raggiungerla a casa sua, sperando che le madri di entrambi non li beccassero. Si tolse la tuta che ormai, dopo tutti i lavaggi che aveva subito, era diventata talmente morbida da somigliare ad un pigiama. Indossò una maglia nera e skinny del medesimo colore, accompagnato dalle solite vans. Prese con se il suo cellulare e il libro di scienza, chissà, magari mi aiuterà a ripetere. Pensò, anche se dubitava fortemente che avrebbe studiato, quella sera. Poi, uscì di casa.
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Ma salve lettori! 🙋💖
Dio non posso crederci che siamo arrivati a 1000 visualizzazioni! E non sono nemmeno 20 capitoli! Grazie, grazie infinite! Siete splendidi, non so davvero come ringraziarvi!💖💖 vi adoro
-romana🌸
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Wherever you are ||Luke Hemmings
FanfictionWendy Hudson, 18 anni, vittima di bullismo da quasi due, con un terribile passato alle spalle. Luke Hemmings, 19 anni, ultimo presunto anno di liceo, popolare, senza alcun pensiero negativo per la testa. Gli basteranno poche settimane per capire cos...