Mi risveglio e incontro il viso sorridente dell'infermiera. "Che è successo?" chiedo stordita "Sei stata male e abbiamo individuato il tuo problema. Ti abbiamo operato, ma bisogna aspettare qualche giorno per sapere se ora è tutto a posto. Ma tranquilla il peggio è passato".
Mi addormentai.
Ricordo perfettamente la strana senzazione di stanchezza che da l'anestesia.
Continuavo a svegliarmi, scambiare due frasi con chi c'era accanto a me, e poi riaddormentarmi.
E in più sentivo lo stomaco a pezzi.
Verso l'una o le due di notte, non ricordo bene, mi ero svegliata definitivamente. Mi faceva male tutto e di riaddormentarmi non ci pensavo proprio.
Verso le cinque di mattina cercai di alzarmi. E, anche se non stavo perfettamente bene, uscii dalla stanza.
Non so che mi era preso, sentivo che lo dovevo fare.
Arrivai fino alla fine del corridoio, ed incontrai Leo.
Non sembrava stare affatto bene.
Mi avvicinai più velocemente possibile "Leo...?" Bisbigliai. Non rispose. "Leo?" Dissi leggermente più forte, ritrovandomi poi ad urlare il suo nome, e chiamare gli infermieri.
Ne vidi arrivare tre, due donne ed un uomo, seguite da Toni.
Poi la gravità si fece più forte di me, ed il mio corpo cadde su sé stesso, lento e pesante.
La mattina dopo, poco prima delle undici, mi svegliai.
Vidi Toni, lui mi guardò: "Sei sveglia?" "Toni, che è successo stanotte?" "Si è sveglia" "Toni! Dimmi che è successo" Finse di non sentire "Toni!" Lo rimpoverai. "Te lo dico io che è successo" disse, entrando a passi lenti, con un'espressione amara in viso, la dottoressa che mi aveva visitato pochi giorni prima.
