La serata passò in fretta, mentre escogitavamo un modo per vedere Leo, ma niente da fare, sembrava che Leo fosse un re, un tesoro, e le infermiere guardie addestrate da tutta la vita, esclusivamente per difenderlo.
Ma non solo quella sera, tutte le sere a seguire, ci trovavamo tutti i giorni ma non sapevamo come entrare, non sapevamo come stesse Leo, non sapevamo nulla.
Dopo una settimana ci stavamo arrendendo all'idea di dover aspettare, e i nostri argomenti si spostarono sulle nostre guarigioni, ma soprattutto sulle uscite dall'ospedale.
Improvvisamente arrivò un uomo sulla cinquantina, dai baffi e i capelli grigi. Era un medico, uno tra i più bravi dell'ospedale.
Sorrideva, un sorriso soddisfatto, pieno di gioia.
"Andate in camera di Leo. Cel'ha fatta"
Increduli, ci dirigemmo lentamente da lui.
Era sdraiato sul letto, senza macchinette, senza nessuna macchinetta attaccata, le infermiere le stavano portando via tutte.
"Come stai?" Sussurrò Vale.
"Bene... sono solo un po' stanco" disse sorridendo, come se non fosse successo niente.
Entrammo uno alla volta a parlargli. Prima Vale, seguito da Cris, la quale sembrava non volesse più uscire. Dopo era il turno di Toni, Nina, Rocco, Chicco, Flam, e in fine io.
Entrai senza avere la minima idea di cosa dovevo dirgli.
"Grazie mille Isa" mi disse facendomi cenno di avvicinarmi e poi... mi abbracciò, un abbraccio fortissimo. Dopo un po' di tempo ci staccammo, mi sorrise, ed io, uscendo, fui quasi travolta da Cris che volle nuovamente entrare. Ma le fu impedito: Leo doveva riposare.
Quindi ci mandarono a dormire. Io restai per un po' in corridoio, assieme a Davide. Gli dissi tutto quello che pensavo. Tutto quello che passava per la mia mente bacata
