"Esco... Torno a casa... Mi dimettono... Volevo che tu fossi il primo a saperlo..." la voce di Cris fu la prima cosa che sentimmo dopo essere arrivate in giardino. Parlava contenta, con Leo che l'ascoltava: "Per fortuna è questo quello che mi dovevi dire... avevi una faccia prima... mi sono spaventato" rise, seguito da Cris.
Poco più avanti Vale camminava su per il vialetto con le valigie sulle spalle.
"Vale... te ne vai?"
"Si... domani mi dimettono..." disse in tono colpevole "Avevo intenzione di dirvelo stassera... davvero." "Sisi tranquillo... ma perchè porti delle valigie ora?" "Ah si... mi trasferisco qua vicino. Per scelta dei miei... dicono che starò meglio qua" "Sono felice dai, così ci si vedrà un po' più spesso!" Sorrisi.
"Vale!" Urlò una voce alla fine del vialetto "È mia madre... mi devo muovere... a stassera" disse, poi si girò e camminò goffamente fino alla macchina della madre.
"Lui è Vale, scusa non vi ho presentati" mi giustificai ridendo, Chiara mi sorrise di rimando e la invitai a sederci su una panchina, all'ombra di uno dei tanti olivi del parco dell'ospedale.
Capii che non era entusiasta, aveva lo sguardo leggermente perso "È per Leo...?" "Eh cosa? No è che..." esitò "Si è per Leo... lo so non lo conosco nemmeno solo che..." bisbigliò qualcosa tra sè e sè ma poi sorrise "Dai... non è nulla... piuttosto tu...? Come vanno i ragazzi?" "Niente di nuovo" le risposi, consapevole di passare per pazza se gli avessi raccontato di Davide.
E da questo iniziammo a parlare di argomenti sempre diversi, fin quando Chiara non si accorse che era tardi: "Dovrei già essere a casa da un bel po'... abbiamo completamente perso la concezione del tempo... torno domani" "A domani" risposi abbracciandola.
Accorgendomi che era diventato buio, il solito buio delle sei di pomeriggio nelle giornate di inizio inverno.
