𝟒𝟕.

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SILVJA'S POV

Mentre mi allontano, ogni passo sembra più pesante del precedente.

Ho il cuore in gola, e sento le sue parole rimbombare nella mia testa.

«Non voglio perderti. Non voglio che sia finita.»

Dovrei andarmene.

Dovrei lasciarlo lì, lasciarlo con i suoi rimorsi e i suoi errori.

Dovrei pensare a me stessa, come mi ripeto da quando sono uscita dagli spogliatoi.

Ma non ci riesco.

Il suo viso, il modo in cui mi ha guardato, quella sincerità negli occhi... tutto mi si incolla addosso.

Nonostante il dolore, la rabbia e la frustrazione, so una cosa con certezza: lo amo.

E non importa quanto mi abbia ferita, non importa quanto sia difficile stargli accanto, non posso lasciarlo andare così.

Il mio cuore decide per me prima che la mia mente riesca a opporsi.

Mi fermo di colpo e mi giro.

Francisco è ancora lì, immobile, con le spalle leggermente curve come se il mondo intero gli pesasse addosso.

Senza pensarci due volte, corro.

Il rumore dei miei passi risuona sulle scale di cemento, e il cuore mi batte così forte che quasi mi fa male.

Quando arrivo a pochi metri da lui, vedo che si volta, attirato dal suono.

I suoi occhi si incontrano con i miei, e per un attimo il tempo sembra fermarsi.

Non gli lascio nemmeno il tempo di parlare.

Mi fiondo su di lui, le mani che trovano il suo viso, e schiaccio le mie labbra contro le sue.

È un bacio impetuoso, carico di tutto quello che non sono riuscita a dirgli.

Di tutte le lacrime che ho versato e delle parole che mi sono tenuta dentro.

Francisco rimane immobile per un istante, come se fosse troppo sorpreso per reagire.

Poi, lentamente, le sue mani mi afferrano la vita, e mi tira a sé.

È un bacio che sa di disperazione e di speranza allo stesso tempo, come se entrambi stessimo cercando di rimettere insieme i pezzi che avevamo rotto.

Quando mi stacco, ansimando, i suoi occhi cercano i miei.

Sono lucidi, come se fosse sul punto di crollare.

«Silvja...» sussurra, e il mio nome sulle sue labbra suona come una preghiera
«Non voglio lasciarti andare,» dico, la voce rotta ma ferma
«Non voglio rinunciare a te, Francisco. Non posso. Ti amo troppo per farlo.»

Lui chiude gli occhi per un momento, stringendomi più forte.

«Mi dispiace,» mormora
«Ma voglio provare a ritornare come prima, ad essere di nuovo noi.»

Le sue parole mi colpiscono dritto al cuore, e so che non sarà facile.

So che ci saranno altre notti come questa, altre discussioni, altre lacrime.

Ma mentre lui mi guarda, con quella sincerità che non gli avevo mai visto prima, capisco che vale la pena combattere.

Lo abbraccio, nascondendo il viso contro il suo petto, e lui mi tiene stretta, come se avesse paura di lasciarmi andare.

Il rumore delle luci dello stadio che si spengono del tutto riempie il silenzio tra di noi, ma per la prima volta da ore, sento che non importa.

Siamo qui.

𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭𝐥𝐞𝐬𝐬||francisco conceiçãoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora