Capitolo 8

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Arriva la ricreazione, e io ho finalmente dei minuti per riprendermi dall'ora di filosofia che è stata decisamente pesante.

Decido di avviarmi verso le panchine della scuola, stando attenta a non perdermi: questa scuola è immensa. Forse è la più grande che abbia mai frequentato.

Per fortuna le trovo solo dopo cinque minuti, quindi ho ancora abbastanza tempo.

Mi siedo ascoltando Are you with me di Lost Frequencies e, mentre parte, inizio ad osservare il grande gruppo di studenti che si è venuto a formare nel cortile, senza accorgermi di una figura che si sta avvicinando a me.

Mi giro di colpo e quasi lo colpisco al viso.
"Wow, tranquilla sono solo io" dice il ragazzo che si è avvicinato, con un sorriso divertito e dei profondi occhi azzurri.

Mi accorgo di fissarlo come una stupida, mentre lui ride sempre di più. Ma che cosa c'è di così divertente?
"Scusa..non..non ti avevo visto" balbetto. Ma che mi prende?

"Si, ho notato! Cosa fai qui tutta sola?" chiede, sembra serio. Forse non ha notato che è il mio secondo giorno di scuola qui.

"Beh, non conosco nessuno" rispondo. Sembra io abbia recuperato quel minimo di sicurezza che avevo.

Ammetto che odio quando mi parlano gli sconosciuti, non so mai cosa dire o come comportarmi e ho paura di fare figuracce.
Figuriamoci con un ragazzo così carino: ha gli occhi azzurri come l'oceano (si beh, si era capito), i capelli neri ed è molto alto.

Mi risveglia dai miei pensieri dicendo "Pensavo avessi fatto amicizia con Rachel"

"Beh ci siamo conosciute ieri, non so se si può già chiamare la nostra un'amicizia, però è simpatica" dico quasi del tutto disinvolta.

"Si beh, sei una delle poche che la trova simpatica, dunque forse l'unica ragazza che parla con lei al di fuori delle lezioni" dice.

"Non mi è sembrata talmente antipatica da evitarla" dico voltandomi verso di lui e solo ora mi accorgo che si è seduto di fianco a me. Avrei preferito non accorgermene, sono molto timida, specialmente con i ragazzi sconosciuti e molto carini.

"No, non lo è. Ma dopo ciò che è successo, la gente ha cominciato a riempirsi la testa di pregiudizi e di conseguenza ad evitarla" spiega pensieroso guardando dritto davanti a sè.

"Tu, essendo arrivata ieri, non puoi sapere cosa è successo, dunque le parli tranquillamente" prosegue voltandosi verso di me.

Di conseguenza io mi volto subito guardando dritto davanti a me.

Rachel non mi è sembrata affatto antipatica o da evitare, anzi è stata l'unica a rivolgermi parola. E onestamente non mi interessa neanche più di tanto quello che è successo, con me è stata gentile e mi basta.

"A me è sembrata tutt'altra persona e se stessa, ma ovviamente non posso giudicare, non la conosco bene" dico guardando sempre dritto davanti a me.

"Ed è così, Rachel non è assolutamente quello che tutti credono. Semplicemente la loro mente è andata in malora" dice sorridendo, almeno sembra. Non riesco a guardarlo, è così bello che mi fa sentire estremamente a disagio.

"Tutto bene?" mi chiede.

"Sisi, scusa, ero persa nei miei pensieri, suppongo" rispondo.

"Capisco" e con questo suona la campanella. Peccato, mi stava piacendo parlare con lui, nonostante il disagio continuo.

"Ci si vede Malia" conclude sorridendo e io rimango seduta a seguirlo con gli occhi mentre si avvia verso l'entrata della scuola.

Metto via le cuffiette e mi avvio anche io verso i corridoi. Solo dopo mi accorgo di due cose, e non so quale sia la più importante.

Si è ricordato il mio nome.

Io non so il suo.




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