Capitolo 11

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Canzone (capitoli 11 - 12):
Panama - Destroyer

Voglia di svegliarmi e andare a scuola pari a 0 (non più -2 perchè adesso ho Rachel e, forse, Dylan per parlare), dunque decido di aspettare altri dieci minuti; prenderò una mela da mangiare per strada.

Vado diretta in bagno e le mie condizioni sono migliori di quelle che mi aspettavo. Meglio così. Metto solo un po' di mascara e basta, non amo truccarmi.
Mi infilo una camicia e dei jeans a vita alta e mi pettino sotto le note di Sunday Bloody Sunday degli U2.

Papà ovviamente è già uscito.

Afferro una mela ed esco di casa.

Mi sento particolarmente allegra, il che non è da me.

Ieri io e Dylan siamo rimasti a chiacchierare e scherzare fino alle undici, dopodichè se ne è andato, anche se francamente non so come dato che fuori era completamente buio e inoltre era in mezzo ad un bosco.

Però è stato gentile a rimanere.

Prima di andare mi ha salutata dandomi un bacio sulla guancia e dicendo "Spero di aver posto rimedio"

"Sei sulla buona strada" ho risposto io e sorridendomi si è allontanato nel buio della notte.

Mi ha raccontato varie cose di lui. Ad esempio ha una sorella più piccola, Bethany, che, a quanto pare è una peste, anche se dolcissima. Inoltre Dylan gioca insieme a Tyler nella squadra di football, mi ha spiegato qualche regola o almeno ha tentato dato che io non me ne intendo e ho fatto molta fatica a capire, ma lui non ha voluto rinunciare finchè non avessi imparato almeno una delle cose che mi ha spiegato con tanta pazienza.

Poi abbiamo discusso delle cose che ci piacciono, come banalmente il nostro colore preferito (verde il mio e blu il suo), o cosa pensiamo di fare da grandi (scrittrice io e giocatore professionista di football lui).

"Non è irrealizzabile" mi ha detto lui dopo la mia confessione sul mio sogno più grande.
Vorrei viaggiare talmente tanto, da vedere almeno una volta ogni città del mondo.
Apprezzo che non abbia fatto in pezzi il mio sogno come molte persone in passato.
Una delle poche persone che non ha fatto ciò, oltre a lui, è stata mia madre.

Ad ogni modo, sono stata davvero bene. E sono arrossita un paio di volte. È tutto così strano.

Anche Rachel ieri mi ha scritto e abbiamo parlato un po' di scuola. Non gli ho detto ancora nulla riguardo a Dylan.

Una cosa che mi ha sorpreso davvero in maniera notevole è il fatto che Dylan non mi abbia chiesto nulla riguardo al mio trasferimento e neanche Rachel ha più insistito.
Qui a Pittsburgh le persone sono davvero strane.
Ma, a questo punto, penso sia meglio così.

Continuo a rimuginare sui fatti accaduti la scorsa sera, che mi accorgo solo ora di essere davanti al mio armadietto.

Inserisco la password e prendo i libri per le lezioni.

Qualcuno mi picchietta la spalla.

"Niente salti di spavento?" riconosco subito la sua voce e la cosa mi sorprende (lo conosco da un giorno!)

Mi giro e ho lì davanti a me uno sguardo compiaciuto e due occhi più in su che mi fissano.

"Sto imparando a convivere con le mie paure" dico ridendo e scuotendo la testa. Ci avviamo verso la classe, abbiamo entrambi letteratura inglese.

Appena entro vedo Rachel che mi viene immediatamente incontro.

"Hey Rachel" dico sorridendo.

"Hey Mal" mi abbraccia.

"Dyl" dice Rachel

"Rachel" la segue Dylan

Si scambiano un'occhiata di intesa e buffa e scoppiano a ridere.

"Conosci Malia? Era lui quello di cui mi parlavi? Lo sapevo! Come vi siete conosciuti? Che vi siete detti? Allora? Rispondete!"

Dylan si limita ad alzare gli occhi al cielo ridendo e io lo seguo.

"Ci siamo conosciuti ieri a ricreazione" spiega Dylan

"Beh? Tutto qua? Mal!" esclama delusa

"Tutto qua" conclude Dylan.
Non so quale sia il problema nel dirgli che abbiamo trascorso la serata insieme, ma decido di non indagare.

Ad ogni modo, il professore entra in classe e andiamo a sederci ai nostri posti e quando mi volto, quegli occhi azzurri profondi e intensi sono ancora lì a fissarmi divertiti.

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