Saliamo in macchina, Rudy sempre di fianco a me, Eva dietro.Dopo qualche centinaio di metri prendo coraggio e la guardo attraverso lo specchietto. Lei mi risponde con un sorriso.
È bella. Avrà trent'anni, più o meno. Biondo cenere con dei grandi occhi chiari. Simpatica e decisamente meno timida di me. Quel suo slancio di prima mi ha imbarazzato. È la donna che mi si è avvicinata di più da almeno due anni. Sì, l'ultima è stata Patrizia e non sono ancora sicuro di essermi ripreso del tutto.
Rudy ha assunto di nuovo la sua posa da uomo vissuto, Eva guarda a destra e a sinistra con aria leggermente ansiosa. Ogni tanto fruga nello zaino, ogni tanto si ferma a guardarmi nello specchietto. Io fisso la strada ma sento il suo sguardo cercare il mio.
Dopo pochi chilometri di nulla assoluto arriviamo a Borgo e fermo la macchina in piazza. Scendiamo, ci guardiamo intorno ma non si muove una foglia.
"Che facciamo, ragazzi? Proviamo a fare un giro, a cercare qualcuno?"
"Mmm" il solito linguaggio di Rudy.
"Secondo me è inutile. Io vi ho sentiti arrivare da lontano in tutto questo silenzio. Se ci fosse qualcuno ci sarebbe già venuto incontro."
"Va bene Eva, proseguiamo."
Riparto, rimaniamo in silenzio per alcuni chilometri, ognuno perso nei suoi pensieri. Io sono piuttosto convinto che ci sia stato un ordine di evacuazione per qualche pericolo, una bomba, un'inondazione. È impossibile raggiungere tutti. Noi siamo semplicemente sfuggiti. Magari abbiamo preso un virus che ci ha fatto dormire in preda alla febbre per tutti questi giorni. La cosa rimane strana. Perché solo noi? È poi non c'è alcun collegamento fra Eva, Rudy e me. Fino a poco tempo fa non sapevo neppure che esistessero. Cosa ci accomuna?
Guido distratto, quasi assorto, ma un dettaglio fuori posto cattura la mia attenzione: in fondo al rettilineo c'è qualcosa di strano, come una linea grigia.
Proseguo a velocità moderata, la linea diventa più alta. È... Cristo Santo, non ci posso credere.
Un muro!
Arrivo fino a pochi metri, mi fermo e scendo, appoggiato allo sportello. Scendono anche gli altri due. Stiamo tutti con lo sguardo alzato a fissare la sommità di un muro in cemento alto almeno tre metri, con del filo spinato a spirale sulla cima e un aspetto maledettamente solido. Guardo a destra e a sinistra: il muro continua fino a sparire alla vista in entrambe le direzioni.
"E adesso?" chiede Eva.
Mi giro verso di lei allargando le braccia come a dire: 'e io che ne so?'
"Ci hanno chiuso fuori" dice Rudy con aria triste.
"Per ora sappiamo solo che qui c'è un muro. Forse finisce da qualche parte. E poi siamo chiusi fuori o siamo chiusi dentro?"
"Dalla curvatura non si capisce" interviene Eva "sembra dritto in tutte e due le direzioni."
"Potrebbe dividere in due qualcosa. Forse siamo solo 'da questa parte'"
"Dentro, fuori, di qua, di lá. Cosa cambia?" dice Rudy sconsolato "C'è un cazzo di muro e non possiamo superarlo. Gli altri sono di là e noi non possiamo raggiungerli. Ci hanno tagliato fuori e questo è tutto."
"Vediamo, forse possiamo fare qualcosa."
Mi avvicino al muro per guardarlo meglio. E' in blocchi di cemento appoggiati l'uno all'altro. Niente malta nelle fughe, ma gli interstizi sono troppo sottili per infilarci le dita o qualcos'altro. Non passa neppure la luce. Sembra prefabbricato, fatto in fretta e senza troppa cura, ma il materiale è solido, non ha l'aspetto di qualcosa che si possa sfondare facilmente. Di scalarlo non se ne parla, non ci sono appigli.
Mi guardo intorno. Ci fosse un albero da scalare... no: tutti gli alberi fino ad almeno cinquanta metri dal muro sono stati abbattuti. Si vedono i ciocchi che spuntano appena dal terreno, segati alla base di fresco. I tronchi sono stati portati via in direzione del muro, a giudicare dai solchi recenti nel terreno.
"Potremmo lanciarci la Golf a tutta velocità!" Sbotta Rudy a un tratto.
"Non so se la macchina possa abbattere il muro, ma di sicuro ci troveremmo senza auto, e il paese dove ne ho viste altre è ad almeno cinque chilometri da qui."
"Allora andiamo a prenderne un'altra! Tu, Eva, sai guidare?"
"Si, ho la patente, però... sentite, un muro avrà anche un varco, un cancello, perché non proviamo a costeggiarlo in una delle due direzioni per cercare un passaggio?"
"Buona idea!"
"Per me è meglio sfondarlo, ma fate voi."
Risaliamo in macchina.
"Destra o sinistra?" chiedo ai miei compagni.
"Chi se ne frega? Vai!" dice Rudy.
"Vai a destra, così puoi vedere meglio il muro dal finestrino"
"Buona idea, Eva" le sorrido nello specchietto.
Anche lei si porta sul sedile di sinistra, dietro a me, e ripartiamo. Chissà che la direzione ci porti bene. Procedo con cautela fuori dalla strada asfaltata sul terreno compatto. Dopo trecento metri capisco a cosa servono i fuoristrada: c'è un piccolo fossato che ci separa da un campo pieno di stoppie. Non è questo grande ostacolo, ma la Golf non riuscirebbe mai a superarlo.
Mi fermo e appoggio la fronte sulla corona del volante. Credo di aver raggiunto il limite della mia tolleranza. Ostacoli, niente altro che ostacoli ho incontrato da stamattina. Fortuna che ho incontrato questi due disperati come me, altrimenti...
Non riesco proprio a immaginare cosa io possa aver mai fatto per meritare questo inferno. Io sono un uomo tranquillo, lavoro, rispetto le leggi, pago le tasse. Forse non sono l'individuo più altruista del mondo, ma non credo che mi si possa definire una persona cattiva. Rudy forse, ma in realtà è solo un adolescente sfortunato e arrabbiato con la sua misera vita. Eva mi pare una brava ragazza. Perché noi?
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Il serraglio
HorrorPREMI: 2 giugno 2017: secondo classificato alla 4° edizione del Trofeo del Lupo, 26 novembre 2016: quarto classificato al Premio Letterario Nazionale Streghe e Vampiri, 2016: vincitore del Concorso Italia 15-16 di infinityfables, categoria horror. ...