Apro gli occhi e mi guardo intorno, non riesco a sollevare la testa. Un uomo, una donna, un ragazzo. Una stanza da letto, il sole del pomeriggio entra da una finestra. Ho ancora la febbre alta, la testa mi rimbomba ma mi sento più in forze.
"Si è svegliato."
La donna sia avvicina e mi scruta.
"Ehm... salve!"
Le mie labbra sono secche e appiccicate, per non parlare della bocca.
"Vuoi da bere?"
Mi porge un bicchiere, acqua fresca, deliziosa.
"Chi sei? Perché sei qui?"
"Rudy, lascialo stare è ancora molto debole."
Di muoversi non se ne parla, fatico a contrarre qualunque muscolo, ma provo a parlare.
"Sono il sergente Jack Porter, British Army. Faccio parte della forza NATO per il contenimento dell'infezione W1N4160."
"Cioè degli stronzi che ci tengono chiusi qui dentro?"
"Rudy..."
"Si, sono uno di quegli stronzi. Il più stronzo di tutti, visto dove sono finito."
"Come sei arrivato qui? Perché sei ferito?"
Ora è l'uomo che mi interroga.
"Stanotte eravamo di pattuglia, sono stato morso, ho deciso di non rientrare alla base."
"Che cosa ti ha morso, o... chi?"
"Curioso che tu me lo chieda... Mi spiace, spero che lo abbiate già capito, sennò capirete adesso. Chi mi ha morso... sei tu."
"Lo sapevo, cazzo, cosa vi avevo detto detto? Cazzo! Siamo dei fottuti lupi mannari. Mi dispiace, mi dispiace tanto, non so come scusarmi. Cosa posso fare..."
"Lascia perdere, so benissimo che non ne hai nessun ricordo. Comunque la definizione esatta è Windigo, siete dei Windigo, ora anche io lo sono."
"E cosa diavolo sarebbe un Uìndigo?"
Di nuovo il ragazzino.
"E' una specie di demone, l'avrei detta un'invenzione dei nativi delle Colonie Americane, se non me ne fossi trovati davanti così tanti, e in carne e ossa, negli ultimi mesi."
"Nativi... Intendi dire gli Indiani?"
"Si, gli Algonchini per la precisione. Le loro leggende parlano di uomini rimasti senza cibo per giorni che si sarebbero dati al cannibalismo, trasformandosi poi in mostri, i Windigo, appunto. Sono alti, scheletrici, con le corna, ricoperti di..."
"Si, abbiamo presente, abbiamo delle foto e ne abbiamo visto uno stecchito all'ospedale."
"E come ci saremmo diventati? Cos'è, un'infezione? Un virus? Un batterio?"
Anche la donna inizia a far domande. Questi erano proprio all'oscuro di tutto, poveretti. Parlare mi costa fatica, ma penso di doverglielo.
"Non si sa. I cervelloni dicono che lo stanno studiando, ma la verità è che non hanno ancora scoperto nulla, non hanno isolato nessun agente patogeno. Per me è semplicemente una maledizione di qualche sciamano. Si trasmette con il morso, ti viene la febbre e per qualche giorno rimani incosciente, solamente la notte ti svegli Windigo. Dopo circa una settimana il potere del Windigo è completo, di giorno vai in giro come un normale essere umano, ignaro e indistinguibile dagli altri, di notte ti trasformi e cacci alla ricerca di prede, preferibilmente altri uomini."
"Ma che diavolo c'entra questa cosa degli indiani con noi? Qui siamo nel nord Italia, mica negli Appalachi o che so io."
"Oggigiorno la gente viaggia. Il contagio è iniziato in Pennsylvania, a Williamsport. Prima che chiunque si accorgesse di qualcosa, la città era perduta, cadaveri ovunque e branchi di Windigo che scorrazzavano su e giù per le montagne. Gli americani hanno attivato tutte le loro forze armate, hanno circondato l'area e hanno ammazzato qualsiasi cosa si muovesse. Pensavano di aver risolto il problema, ma gli Yankee tendono a cantare vittoria troppo presto. Qualcuno era sfuggito, si sviluppò un focolaio a Las Vegas, uno a Tampa, uno a Nancy, in Francia..."
"Ma possibile che non ne sapessimo nulla, che le televisioni, i giornali non ne abbiano parlato?"
"Tu non hai neppure idea di quante cose che i media non ti dicono."
"Ma tramite internet, i social network..."
"Pensa alla Cina, alla Corea del Nord. Quando un governo non vuole che una notizia si diffonda sa come fare. La libertà di informazione è una favoletta per far stare tranquillo il gregge, ma non esiste nella realtà. Comunque l'emergenza era stata diramata a tutti i governi. L'unico metodo che si trovò per limitare la diffusione è lo stesso che avevamo nel medioevo: isolare gli infetti, circoscrivere il contagio. Questo facciamo. Al minimo segnale di infezione partono interminabili file di camion con elementi prefabbricati ed erigono il muro. Poi arriviamo noi e sfolliamo la popolazione. Le persone vengono ospitate in alloggi mobili, in stanzette singole, diciamo pure celle. Se hanno la febbre, restano lì finché non passa. Se nella notte si trasformano in Windigo viene aperta una valvola e il soggetto contagiato viene eliminato. Qualcuno sfugge sempre, quindi noi pattugliamo l'area tutte le notti fino alla completa eliminazione dei soggetti infetti."
"Perché di notte? Non sarebbe più facile di giorno?"
"Molti dei soldati americani che parteciparono al primo stermino ebbero gravi conseguenze psicologiche dopo aver ucciso civili inermi, donne, bambini. Alcuni si tolsero la vita. Per questo si è deciso di non uccidere gli infetti di giorno, quando sono in forma umana."
"E noi, in tutto questo? Intendo, perché non ci avete arrestati, o eliminati? Perché siamo ancora vivi, perché siamo ancora prigionieri?"
"Voi siete quelle piccola percentuale che sfugge. Non potevamo uccidervi di giorno, e di notte... beh, siete stati più furbi di noi. Ora, se mi volete scusare. Sono veramente molto stanco. Vorrei ancora un po' d'acqua"
La donna scende e ritorna con un bicchiere. Bevo un po', poi mi sento scivolare nel sonno.
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Il serraglio
HorrorPREMI: 2 giugno 2017: secondo classificato alla 4° edizione del Trofeo del Lupo, 26 novembre 2016: quarto classificato al Premio Letterario Nazionale Streghe e Vampiri, 2016: vincitore del Concorso Italia 15-16 di infinityfables, categoria horror. ...