19. Demetrio (rev)

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L'odore sembra arrivare dalla terza stanza. Mentre mi avvicino si fa sempre più forte e pungente. Afferro la maniglia, apro la pesante porta scorrevole e mi trovo in un locale con una scrivania da un lato e dei lavandini in acciaio dall'altro. Delle spugnette sono state abbandonate sul fondo e la lamiera ha degli schizzi di colore scuro.

Mente procedo il fetore si fa ancora più intenso, quasi insopportabile. Fortuna che a me non provoca reazioni strane: mi fa indubbiamente schifo, ma non ho il voltastomaco come gli altri. 

La cosa peggiora ancora quando spingo l'anta di una porta a molla: lo spostamento d'aria mi regala un fiotto di odore di morte e putrefazione così forte che istintivamente porto una mano a proteggere naso e bocca.

La scena a colpo d'occhio è forte. Una sala operatoria in penombra, con grandi lampade spente appese al soffitto, tubi e cavi che convergono da varie macchine verso un lettino al centro. La luce del sole filtra fredda da una finestra in vetro-cemento, in alto sulla parete in fondo, e illumina il letto su cui c'è disteso uomo, in parte ricoperto di teli blu macchiati di sangue. A terra c'è una coppia di guanti sporchi.

Al centro, all'altezza del tronco dell'uomo, c'è una specie di campo operatorio delimitato da teli verdi. Dal... buco, non saprei come altro chiamarlo, spuntano degli arnesi d'acciaio, pinze, divaricatori o che so io. Lì dentro non ho alcuna intenzione di guardare, ma voglio capire. Il tutto fa pensare ad un intervento chirurgico lasciato a metà, il soggetto è sicuramente morto e sarebbe interessante capire cosa ha potuto interrompere il lavoro dei medici.

Si vedono le gambe del paziente con le ginocchia piegate, un jeans macchiato di terra ancora indossato. I piedi sono strani: sono troppo lunghi e sottili e le unghie... sembrano più degli artigli che unghie umane. Chissà da quanto non se le tagliava? Che fosse un barbone?

Passo di fianco al lettino, attento a non toccare nulla. Ha grossi artigli anche alla mano, lunga esile e nodosa, ricoperta di peluria bruna. Quello che spunta del braccio è ricoperto di peli ispidi, con la pelle tesa sui muscoli in una magrezza e di un colorito malsani.

La testa... oh porca la miseria ladra! Non è un uomo! Non ci assomiglia neppure. Ha un orrendo muso allungato, una bocca con enormi zanne da cui esce un tubo trasparente collegato a una macchina, forse un respiratore. Dalla testa spuntano lunghe corna ramificate. Gli occhi semichiusi, resi opachi dalla morte, hanno ancora un'espressione bestiale, famelica. Assomiglia a un lupo, o a un cervo, una specie di cervo mannaro. Di sicuro non un essere umano.

Mi appoggio al fucile come a un bastone. Che diavolo ci fa questa specie di abominio in un pronto soccorso? Adesso la testa gira anche a me, ma non è la puzza, non capisco, non riesco a respirare, sto sudando e le orecchie rimbombano a ritmo frenetico, i piedi sembrano inchiodati al suolo. Mi trascino in qualche modo verso la porta di questa sala degli orrori, che sembra allungarsi davanti a me mentre arranco. Attraverso il lavatoio e finalmente mi chiudo la porta alle spalle e mi siedo a terra con la schiena contro il muro, il fucile appoggiato sulle cosce.

Avanti Demetrio, non è da te. Riprendi il controllo. Chiudo gli occhi e cerco di respirare a fondo e lentamente. Questo schifo di fetore non aiuta, ma piano piano il senso di intorpidimento scorre via verso le mani e i piedi. Ho sete, devo bagnarmi le labbra e togliermi questa sensazione di aver mangiato sabbia.

Lentamente mi tiro in piedi, adesso la testa gira meno, ma le gambe sono ancora molli. Mi attacco alla fontanella nel corridoio, bevo e mi sciacquo la faccia. L'acqua fresca scaccia l'arsura e l'intorpidimento prima che la pressione nei tubi scenda riducendosi a un gocciolìo.

Questa è una cosa veramente fuori di testa. Cosa diavolo è quel mostro? Un alieno, una mutazione, un esperimento scientifico. I licantropi non esistono, eppure quella cosa ci assomiglia parecchio. Non è un uomo e non è un lupo. E ha le corna. E poi, qualunque cosa sia, cosa ci fa in pronto soccorso con la pancia aperta?

È incomprensibile, per quanto mi sforzi non riesco a dare un senso coerente a quello che ho visto. Forse Eva mi potrà aiutare, magari non a capire cos'è, ma forse c'è un immaginabile motivo per cui dei medici sani di mente si sono messi a tentare di salvare la vita a una creatura evidentemente non umana. Ancora più difficile è spiegare perché poi hanno mollato tutto a metà, ma questa è la parte meno interessante.

Ho bisogno di aiuto, dove sono gli altri due? Barcollo indietro lungo il corridoio e li trovo al primo ambulatorio ancora intenti a far incetta di bende e di farmaci.

"Ragazzi, fermatevi un attimo, questa dovete vederla! In sala operatoria c'è una specie di mostro morto, uno scherzo di natura, mezzo lupo e mezzo uomo, ma con le corna. E' quello che emette questo tanfo, deve essere morto da giorni. Vorrei che tu, Eva, gli dessi un'occhiata, per capire cosa è successo."

"Io devo proprio venire?" bofonchia Rudy da dentro la sua maschera antigas.

"Boh, se non te la senti ti capisco. Io sono quasi svenuto, però sento di doverci ritornare. Credo che quella bestia, quella cosa, sia la chiave per capire il perché di questa follia, della sparizione della gente, del muro, delle mitragliatrici."

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