21. Rudy (rev)

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"Che si fa adesso? Ci procuriamo aglio e proiettili d'argento?" dico per stemperare la tensione.

"Non so cosa ti dia la forza di fare lo spiritoso, le nostre vite sono in pericolo, cazzo."

Demetrio è agitato, molto agitato, non lo ho mai visto così.

"Zio, per essere precisi lo erano già prima. Hai presente quel tipo che ti ha detto che se provi a uscire ti spara? Pensi che riusciremo a sopravvivere per sempre a fagioli in scatola? O pensavi di metterti a coltivare la terra? Non abbiamo più neanche la mucca!"

Lui pianta il piede sul pedale del freno e il pick-up inchioda in uno stridio di pneumatici. Io riesco a piantare le mani sul cruscotto giusto in tempo per non sfracellarmi la faccia. Demetrio si gira verso di me con gli occhi fuori dalle orbite.

"Come vuoi, mister brillante, sono pronto ad ascoltare le tue proposte."

"Perché non la smettete di fare i galletti voi due?" interviene Eva "Non capisco più chi ha quarant'anni e chi sedici!"

"Io vorrei continuare a cercare di capirci qualcosa. Ora sappiamo che il problema sono gli uomini lupo. Voglio ancora capire perché ci hanno chiusi dentro, voglio sapere se gli altri sono fuori dal recinto o se sono morti. Perché se rimaniamo qui faremo presto la loro stessa fine."

"Polizia" mormoro.

"Che hai detto, Rudy?"

"Alla polizia. Lì ci sarà qualche indizio, qualche comunicato..."

Demetrio mi guarda con una luce strana negli occhi, mi sa che ho guadagnato almeno duecento punti. Per lo meno non ha più quella faccia incazzata, sembra più incuriosito adesso.

"Grande idea!"

Demetrio riparte sgommando. Devo dire che la sua guida è nettamente peggiorata nell'ultima ora, ci sballotta di qua e di là senza pietà alcuna. La stazione di Polizia è non molto distante, in direzione del centro. Ci arriviamo in tre minuti e Demetrio parcheggia proprio davanti alla scala d'entrata. Forse comincia a capire che è inutile seguire le regole e fingere che tutto sia normale. Scendiamo e corriamo alla porta principale.

Aperta! Io ed Eva spingiamo le ante contemporaneamente e ci troviamo dentro.

L'atrio, con le sedie sui lati, affaccia su un bancone. Lo salto a piè pari e apro il cancelletto per i miei anziani compari. I computer, manco a dirlo, sono senza vita. Provo a vedere se c'è qualche pezzo di carta interessante sulle postazioni del bancone. Demetrio si infila in un ufficio, Eva in un altro.

Comunicazioni interne, turni di servizio, direttive per le zone da pattugliare, identikit di ricercati.

"Ehi, venite qui! Guardate!"

Eva ci chiama dall'ufficio in fondo. Ci porge una serie di foto delle bestie, per lo più mosse o sfocate.

"Così adesso abbiamo un'idea di come sono da vive. Guardate le zampe, sembrano quelle di un fauno."

"Già, e possono stare in piedi oppure correre a quattro zampe" considero.

"La bava rossa che cola dalla bocca di questo è agghiacciante, e che sguardo! Sembra quello di un cane con la rabbia. Fa venire i brividi. Hai trovato altro?"

"No, ma abbiamo ancora parecchie stanze da controllare."

"Dai, allora!"

Ci separiamo nuovamente, io entro nell'ufficio del Commissario capo. Non che io frequenti molto la polizia, lo so perché c'è scritto sulla porta. Vado alla scrivania e mi siedo sulla poltrona. Un foglio in mezzo agli altri cattura la mia attenzione.

"Ministero dell'Interno - Direzione generale della protezione civile. Oggetto: Controllo epidemia W1N4160. Con la presente si richiama la circolare 548/D del 28 agosto u.s. in merito ai progressi fatti nella cura della patologia in oggetto. Di concerto con il Ministero della Salute si ribadisce che, allo stato attuale, l'unico provvedimento efficace è il contenimento degli infetti. Si richiamano i provvedimenti da porre in atto da parte delle FFAA in attesa dell'intervento delle forze ONU, della costruzione della barriera di contenimento e delle strutture di selezione. Al fine di evitare il panico nella popolazione si dispone la sospensione dei servizi di rete nell'area. Sarà cura delle locali FFAA diffidare tutti i media locali dal diffondere qualsiasi notizia inerente. I cittadini che tentassero indipendentemente di diffondere informazioni devono essere sottoposti a fermo immediato. I soggetti infetti, individuati nelle ore notturne in forma bestiale, devono essere abbattuti a vista. I soggetti individuati nelle ore diurne, portatori di ferite o di chiazze di sangue, devono essere sottoposti a fermo presso i locali di custodia delle FFAA e se trasformatisi, abbattuti. Si raccomanda di non abbattere i soggetti in forma umana, al fine di evitare ricadute psicologiche sugli operatori preposti e sugli eventuali testimoni civili. Al pieno stabilimento della forza ONU di contenimento e selezione deve essere posto in atto il piano di evacuazione, come da circolare 515 in possesso di tutti i comandi locali delle FFAA."

"Demetrio, Eva, ho trovato! Venite qui!" grido.

Quando Eva arriva le porgo il foglio. Lei inizia a leggere, e così fa Demetrio da sopra la sua spalla.

"Quindi noi cosa saremmo?" chiede lei "Che tipo di soggetti? Sani? Infetti? Perché non ci lasciano uscire?"

"Eva, io non lo so" dice Demetrio "Personalmente mi sento normale. Quando mi sono svegliato non ho notato nulla di strano in me."

"Neppure io ho notato nulla. Ero solo nella mia stanza all'istituto. Sono uscito e l'edificio era semplicemente deserto."

"Io ricordo di essermi addormentata con Luca, come tutte le sere. Al mio risveglio lui non c'era, ma per il resto io stavo bene, la casa era in ordine, normale."

"Quindi possiamo pensare di essere soggetti sani. Ma come la mettiamo con la settimana di sonno continuo che abbiamo fatto?"

"Che cosa vuoi dire, Demetrio?"

"Voglio dire che ho il dubbio che invece sani non siamo. Di sicuro non lo siamo per i tizi là fuori, quelli dell'ONU, che hanno minacciato di spararci."

"Magari è una misura precauzionale."

"E allora perché non... Come diceva l'ordine? Perché non ci hanno sottoposti a fermo?"

"Questo non saprei dirlo. Forse non volevano rischiare contatti, nel dubbio che fossimo infetti. Di solito l'ONU ha precise regole di ingaggio."

"E allora noi siamo bloccati qui perché non ricadiamo nelle regole? Bell'affare!"

"Bella merda, zio."

"Almeno adesso sappiamo in che razza di casino siamo, magari questo ci aiuterà a trovare un modo per uscirne. Per oggi io ne ho abbastanza, devo elaborare la montagna di informazioni che abbiamo acquisito."

"Parla come un computer, ragiona come un computer."

"Vai a quel paese, Rudy. Che dici Eva, torniamo alla villetta?"

"Anche io sono sfinita, andiamo."

"

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