20. Eva (rev)

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Seguo Demetrio verso la sala operatoria di emergenza. Conosco l'ambiente, a volte ci ho lavorato.

Nell'antisala sembra tutto normale. A parte la puzza che non sento, le cose sono al loro posto, come in un normale giorno di lavoro. Faccio rimbombare la mia voce nella maschera antigas.

"Vieni, Demetrio, questo è il registro operatorio, dovrebbe esserci scritto l'ultimo intervento fatto. Infatti, guarda qui: 19 settembre 2014 ore 2:15, paziente... N.N. maschio, 25 anni con il punto interrogativo. Evidentemente è arrivato in urgenza incosciente e non aveva documenti, quindi non sono riusciti a identificarlo."

"In questi casi non li chiamano 'John Doe'?"

"Quelli sono cosa da americani. La diagnosi è 'ferite lacero-contuse della parete addominale con prolasso dei visceri', in pratica aveva la pancia aperta in due e le budella gli uscivano di fuori. La procedura chirurgica non è stata scritta, quello si fa alla fine."

"E questi qui sono i dottori?"

"I due medici e tre infermiere. Questa, 'C. Parise', è Claudia, una mia cara amica. Speriamo che non le sia successo niente."

Rudy si avvicina agli oblò della porta che conduce alla sala, sbircia e sbianca in volto, per quello che possiamo vedere attraverso il visore della maschera.

"Demetrio, Eva, io non ce la faccio. Mi spiace, non credo che potrei esservi d'aiuto."

"Vai pure Rudy, qui ce la caviamo noi due."

Prendo dei guanti monouso da un armadietto e ne porgo due a Demetrio. Entriamo.

Mi basta un colpo d'occhio. Quello non è un essere umano. Non ci assomiglia per nulla. Giro intorno al lettino e osservo i dettagli. E' come ha detto Demetrio, è un bipede eretto un po' lupo e un po' cervo, una creatura spaventosa che non dovrebbe neppure esistere, e invece è lì morta, davanti ai nostri occhi. Meglio se mi concentro sugli aspetti tecnici, altrimenti vomito.

"Allora, è stata fatta un'anestesia generale, vedi il tubo che esce dalla bocca e qui sul braccio c'è ancora la flebo per i farmaci."

Scosto i teli che circondano il campo operatorio.

"Guarda qui sul fianco: ci sono tre grossi squarci paralleli. Come prima cosa hanno suturato quelli, poi devono aver capito che erano lesionati gli organi interni, oppure che c'era un'emorragia."

"E quindi?"

"In questi casi si fa una laparotomia esplorativa, in pratica si apre al pancia sulla metà dallo sterno al pube per poter accedere a tutti gli organi interni. Vedi quelle pinze? Quelle servono a chiudere i vasi sanguigni, quindi doveva essere proprio un'emorragia interna."

"Questo spiega la pozza di sangue secco per terra."

"In realtà no, normalmente il sangue si aspira. Qui la situazione è anomala. Hanno cominciato l'intervento e l'hanno dovuto interrompere precipitosamente. Non si lasciano mai le pinze in una ferita, invece vedi che hanno lasciato tutto lì. Probabilmente sono dovuti scappare a gambe levate."

"Forse la bestia si stava svegliando."
"Può essere, ma rimane un altro problema: perché mai in un pronto soccorso avrebbero portato in sala operatoria un mostro ferito?"

"Tu hai la risposta?"

"Mi pare una cosa pazzesca, ma non c'è altra spiegazione: gli animali non entrano in ospedale. Quello che hanno portato qui dentro deve essere stato un essere umano, poi forse l'uomo ha iniziato a trasformarsi in... questo, e sono scappati tutti in preda al terrore."

"Nessun'altra possibilità? Non c'è un'altra spiegazione? Ti rendi conto di cosa comporta?"

"Io credo che..."

"Tu stai cercando di dirmi che siamo chiusi in un'enorme recinto in cui le persone si trasformano in mostri pelosi con le corna e con le zanne che si squarciano la pancia a morsi, o a unghiate?"

"Quei segni sembrano appunto unghiate, vedi, sono parallele."

"Eva, la tua professionalità è stata utilissima, ma ora esci dal tuo ruolo e cerca di realizzare. Questa è la nostra vita, non un film dell'orrore di serie B. Queste bestie non esistono, non possono esistere."

Demetrio si sta facendo prendere dal panico, ma le sue parole sono come una sberla in piena faccia. Ha ragione, tutto questo non può essere reale, è un maledetto incubo.

Mi tolgo i guanti e gli afferro i polsi.

"Demetrio, calmati cerca di mantenere il controllo! Andiamo fuori di qui."

Non so da dove mi venga fuori tutta questa sicurezza. Forse è il fatto di essere al lavoro. Demetrio si lascia guidare fino all'uscita.

Sbuchiamo alla luce del sole e mi tolgo la maschera. Una bella boccata di aria fresca, finalmente!

Demetrio appoggia le braccia sul lato del cassone e la testa sulle braccia. Rudy sta seduto sulla sponda del pick-up e dondola le gambe, osservando il suo fucile con aria annoiata.

"Allora?"

"Allora la faccenda è seria, non fosse che è incredibile. Quel tipo è entrato in ospedale uomo e poi si è trasformato in quella cosa."

"Ferma un attimo, tizia. Mi stai dicendo che è una specie di lupo mannaro? Scherzi o cosa?"

"Magari scherzassi. C'è il fatto che nessun medico sano di mente avrebbe operato una creatura del genere, quindi quando è arrivato doveva essere ancora umano."

"Sei completamente fuori di testa. Tu, Demetrio, cosa ne pensi?"

"Io... io credo che abbia ragione. Eva, dov'è il borsone che avevi preparato? Io voglio andarmene di qui."

"L'ho dimenticato..."

"Tranquilli, l'ho preso io, è qui nel cassone."

Finalmente rimontiamo in macchina, Demetrio si mette all guida e parte a razzo sgommando lungo la rampa in discesa. Ha entrambe le mani aggrappate in alto alla corona del volante ed è tutto proteso in avanti.

Non ho capito la sua reazione: prima impaurito dalle armi, poi stranamente spavaldo e subito dopo, quando gli ho spiegato come è andata in sala operatoria, è crollato. Mi sembra che stia diventando un po' instabile.

 Mi sembra che stia diventando un po' instabile

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