E così avevo ragione, sono infetto, infetto, infetto! Tutto è corrotto, corroso, marcio, imputridisce intorno a me e dentro di me. Eva mi parla ma sembra distante, annuisco. Anche lei è marcia. Il suo viso è marrone dal lato in ombra. E Jack? Non posso sopportare la puzza che c'è in questa stanza, il fetore che emana dalla sua ferita, posso immaginare i vermi sotto la sua fascia, posso vederli muovere sotto la sua pelle corrotta.
Devo andarmene, devo uscire. Esco. Respiro l'aria pura nel giardino, pura... quest'albero di tasso emette odore, puzza. Il suo tronco è incrostato di licheni, verde acido, giallo, rosso sangue.
Sangue, la mia maglia è macchiata di sangue. E' il sangue di Jack, mi ha sporcato quando lo trasportavo. Il suo sangue è infetto, infettato dal mio, io sono infetto.
Devo purificare questo serraglio, questo cerchio gonfio di sozzura come un bubbone sulla faccia della terra. Ci vorrebbe un esplosivo, uno potente. Lanciafiamme, napalm, tanto petrolio. Io non ho niente di tutto questo, ma forse ci penseranno loro. Io posso solo contribuire, velocizzare il lavoro che deve essere fatto. Bisogna fare pulizia. Non deve rimanere nulla, nulla!
Rientro in cucina, Rudy di spalle mangia spazzatura, cibo vecchio e mal conservato, marcio.
"Che fai zio?"
Neppure si volta, io non rispondo. Prendo un coltello dal cassetto vicino al forno. Mi avvicino a Rudy, posso sentire la sua puzza nauseante, lo sporco sulla sua pelle, gli acari che infestano i suoi capelli.
Con un braccio gli circondo stretta la fronte, lui reagisce, fa per alzarsi, ma è lento, emette un grido di stupore che si spegne subito in un gorgoglio quando la mia lama recide la sua trachea, insieme alle vene e alle arterie del collo. Due potenti fiotti di sangue ricoprono la tavola e i resti dei nostri pasti. Lascio cadere la sua testa che emette un suono sordo sbattendo sul piano del tavolo.
Mi giro, Eva sta scendendo, vede me, la scena, il sangue. Vado verso le scale, lei indietreggia e urla, urla, urla, questo suono è insopportabile. Basta urlare!
"Basta! Smettila! Tu non capisci, devo, noi dobbiamo..."
Finalmente smette, il suo bel viso devastato dall'angoscia e dall'orrore. Orrore per me, per quello che ho fatto.
"Perché, Demetrio? Perché lo hai fatto? Rudy era tuo amico. Si fidava di te."
"Tu non capisci, noi siamo infetti, siamo le crisalidi di bestie cannibali, non c'è alcuna speranza per noi. Rudy non poteva essere mio amico, non ne aveva il diritto. Io non ho più il diritto di vivere, di sognare, di amare. C'è solo la morte per noi. La fuori, la gente normale, attende solo questo: che gli abomini siano eliminati."
"Ma tu che ne sai? Forse c'è una soluzione, una cura. Io voglio vivere, voglio avere una speranza."
"Non ti vedi? Non ti rendi conto? Tu sei già morta. Io vedo le mosche che mangiano la mia carne putrefatta, vedo gli scarafaggi scendere da queste pareti luride per prenderti e fare festa con la tua carcassa."
"Dem, tu non stai bene, sei molto agitato. Ora, se vuoi posare per un attimo quel coltello, magari possiamo..."
Si zittisce, abbassa lo sguardo e fissa incredula la punta di una baionetta che le esce dalla pancia. Lei continua a fissare, io pure, mentre la baionetta si ritira e ricompare più a destra, mentre il sangue inizia a colare copioso sui suoi jeans. La baionetta si ritira, lei alza lo sguardo e mi fissa con una muta domanda sul viso, poi crolla giù per le scale come un sacco di stracci per finire a faccia in su ai miei piedi.
Come sei bella Eva, bella anche quando la luce ha abbandonato i tuoi occhi. Ma sei infetta, sei immonda. Dalla cima delle scale arriva la voce dal leggero accento inglese di Jack.
"Bene, Demetrio, vedo che hai capito cosa dobbiamo fare."
"Si, dobbiamo pulire, dobbiamo purificare. Ecco cosa cura la maledizione, un sacrificio al loro dio, Manitù, il serpente piumato o chiunque sia."
"Gitchi Manitou, il loro dio si chiama Gitchi Manitou. Ma non c'entra nulla. Questo è solo lavoro. Noi dobbiamo morire perché gli altri là fuori possano vivere, ignari e indisturbati. Perché continuino a credere di essere stati sfollati per far brillare ordigni bellici. Perché tornino alle loro case e si chiedano che fine hanno fatto i loro vicini."
"No, tu non capisci, la maledizione è nel mondo, non puoi sconfiggerla, puoi solo implorare Cicci Manitù e fargli sacrifici umani affinché la annulli. Ora io gli sacrifico tutti noi."
"Il fatto che tu sia fuori di testa, mi rende tutto più facile..."
Tutto avviene al rallentatore, un boato assordante, una fiammata dalla punta del fucile di Rudy imbracciato dal gigantesco soldato inglese, i pallettoni che volano verso di me, che entrano nella mia carne come un cucchiaio nel budino, piccoli schizzi di sangue escono da piccoli buchi nella mia pancia.
Come sarà morire per un colpo d'arma da fuoco? Non sto volando all'indietro come nei film, sono in piedi, fisso la mia pancia, ai miei piedi c'è ancora il viso angelico di Eva che guarda qualcosa lontano, poi guardo di nuovo Jack. Non so che espressione sia la sua, non è trionfo, è un misto di sollievo e stanchezza. C'è della tristezza e della compassione.
Le gambe mi mollano, cado in ginocchio e continuo a guardare la faccia malinconica di Jack "Hellboy" Porter sfumare, una dissolvenza al nero, come in un film...
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Il serraglio
TerrorPREMI: 2 giugno 2017: secondo classificato alla 4° edizione del Trofeo del Lupo, 26 novembre 2016: quarto classificato al Premio Letterario Nazionale Streghe e Vampiri, 2016: vincitore del Concorso Italia 15-16 di infinityfables, categoria horror. ...