Un piacere che mi fa sprofondare

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Qualcosa dentro di me si spezza. Grido forte, di rabbia e dolore. L'odore di sangue mescolato a quello acre del mio liquido, si sparge per la stanza.

Felan continua a muovere le dita, facendo aumentare la fitta di bruciore che mi attraversa la pancia e parte delle gambe.

<< Lasciami!>> esclamo con la voce strozzata per il male e cerco di allontanarmi, di fare uscire da me le sue maledette dita.

<< Ma guarda...eri vergine>> dichiara, puntando gli occhi sulla macchia rossa che sporca il lenzuolo. Sfila le dita, procurandomi un'altra fitta di dolore e un nuovo gemito.

<< Bastardo!>> urlo e con le unghie gli graffio le braccia e il petto, lasciando delle striature rosse sulla sua pelle.

Il demone mi bacia con foga, infilando la lingua nella mia bocca. Accarezza la mia intrecciandola e spingendola nella mia gola. Il bruciore al mio interno si attenua, ma non quello più sotto, quello dell'odio e della vergogna.

<< È inutile che cerchi di ferirmi>> mi sussurra piano all'orecchio, mentre sento le sue mani calarsi i pantaloni e i boxer attillati.

La sua erezione è visibile, dura e gonfia tra i ricci chiari. Il cuore batte di nuovo più frenetico e una sua mano guida le mie dita attorno al suo sesso.

<< Lasciati andare...>> mi tenta il demone, riprendendo a leccare la mia pelle fino alla clavicola. Mi scosta una coppa del reggiseno e con le labbra avvolge il capezzolo, iniziando a succhiare con insistenza e stringendo l'altro tra il pollice e l'indice di una mano.

Il piacere liquido mi pizzica la carne, strisciando dentro i muscoli, fino alle ossa. Non riesco ad impedire alla mia intimità di scaldarsi e bagnarsi di più, riaccendendo il bruciore provocato dalla rottura della mia verginità, e intensificando l'odore di sangue e umore. Gemo senza rendermene conto, lasciando andare un verso di piacere e fastidio.

La sua mano libera sale verso il mio viso e le dita che mi hanno spezzata si insinuano nella mia bocca. Sento il sapore del mio umore e del mio sangue contro la lingua, mentre lui spinge avanti e indietro tra le mie labbra.

Stringo gli occhi e chiudo i denti sulle sue dita, o almeno ci provo, perché il demone le toglie prima, facendole scendere lungo il mio collo, fino alla pancia. Inizia a muovere il bacino, facendo scivolare il suo sesso nella mia mano, mentre le sue labbra si staccano dai miei seni, risalendo lungo il collo e il mento. Il suo respiro è pesante e i suoi ansimi caldi riempiono la stanza.

<< Sei splendida>> sussurra al mio orecchio, con la voce spezzata dal piacere.

Un piacere che mi fa sprofondare, un piacere che vorrei strappargli dalla gola. Sento i miei artigli allungarsi e piantarsi nel suo bicipite. Finalmente la lupa inizia a reagire.

Felan punta gli occhi nei miei. Noto le sue pupille dilatate per il piacere. I miei colpi sembrano assenti. Non si muove di un millimetro. Continua a spingere il suo membro sempre più duro tra le mie dita, cercando di trattenere i gemiti.

Di colpo stringo la mano, forte, ringhiando. Tiro la sua eccitazione e gli pianto il ginocchio nello stomaco, cercando di spingerlo via, senza badare alla fitta di bruciore che si alza dalla mia intimità.

Il demone lancia un'esclamazione di rabbia e mi afferra il polso della mano che tenta di evirarlo. Lo piega indietro, riuscendo ad allentare le mie dita. Mi afferra il ginocchio e mi apre le gambe, procurandomi una nuova fitta, come di aghi roventi sottopelle.

<< Non provocarmi>> ringhia poi, inchiodando i suoi occhi viola e gialli nei miei blu. Il percing brilla sotto la luce soffusa della lampada.

Zanna BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora