Un costume sopra un cuore nero e marcio

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Mi blocco di colpo, con il respiro congelato in gola. Il calore del fuoco mi arriva sul muso, facendomi tremare ancora più di quanto abbia fatto il freddo. Indietreggio con la coda tra le gambe, rivedendo davanti ai miei occhi la mia camera da letto, avvolta dalle fiamme che inghiottivano i miei libri e la carta da parati.

<< Jennifer!>>.

La voce di mio padre che mi chiama, si sovrappone ad un'altra, seguita da una risata fredda.

<< F-Felan...>> rispondo io, con la voce che esce a tratti. Mi muovo di un passo, poi torno indietro sentendo il crepitio di questo mostro di fronte a me. Ancora una volta è stato invocato da quello che un tempo avevo sempre visto come un modello da seguire, ma che era solo un costume sopra un cuore nero e marcio. Non gli importa dei suoi guerrieri, come non gli è importato vedere morire i nostri genitori, o me nelle mani dei cacciatori.

Un ringhio violento squarcia l'aria e con sorpresa mi accorgo che proviene dalla mia gola.

<< Felan!>> chiamo ancora, con la voce del lupo e un ululato mi risponde. È vivo. Le fiamme non l'hanno preso. Corro svelta nella direzione della sua voce, nascondendomi tra gli alberi, in modo da non farmi vedere da Alén.

Un tronco davanti a me si piega con uno schiocco, colpito da qualcosa di grosso. L'odore del sangue di demone si sparge attorno a me. È il sangue del demone lupo!

Mi fermo e mi appiattisco sul terreno freddo, con il respiro corto.

<< Sei un illuso Felan! Arrenditi, è inutile che ti intestardisci, non puoi battere un angelo nero come me!>> esclama Alén con l'ennesima risata fredda e spietata.

Da dietro l'albero lo vedo avvicinarsi a Felan che si rialza tremando. Una ferita profonda gli attraversa il fianco e il sangue scivola fino al terreno, con grosse gocce rosso vivo.

Il demone ringhia, scoprendo le lunghe zanne incrostate del liquido rosso rappreso, proveniente sicuramente dai nemici. Mio fratello sguaina la spada e la fa roteare velocemente, con un ghigno che si apre sempre di più sulle sue labbra. Sta per colpirlo, ma io scatto e gli balzo addosso, affondando i denti sulla parte più alta di una delle sue ali. Lo faccio cadere e inizio a strattonarlo, cercando di fargli lasciare la presa sulla lama. Sento un calcio colpirmi ad una zampa e farmi piegare, ma non lascio la presa.

Le unghie di Alén si piantano nel mio muso, facendomi sentire il sapore del mio sangue sulla lingua. Stringo gli occhi per resistere al dolore e strattono di nuovo. L'angelo nero urla e io vengo sbalzata indietro, mentre il rumore di qualcosa che si strappa, mi rimbomba nelle orecchie. Cado su un fianco, strisciando sul terreno per qualche metro. I rami spezzati e parte delle macerie del maniero ancora in fiamme, mi penetrano la pelle, con un debole bruciore.

Mi rialzo tremando e mi accorgo di avere tra i denti l'ala di Alén, strappata dalla sua schiena. Un grido di rabbia risuona tra noi e dopo una frazione di secondo, mi ritrovo inchiodata per la gola, contro il tronco di un albero.

<< Non avresti dovuto farlo>> sibila mio fratello, con il volto a pochi centimetri dal mio muso.

<< Non la toccare!>> ringhia Felan, tornando nella sua forma umana. Cerca di avvicinarsi, ma l'altra ala si schianta contro il suo petto. Il demone vola indietro e finisce ai piedi dell'edificio, pericolosamente vicino al fuoco.

<< No!>> esclamo io, tentando di liberarmi dalla sua presa.

Il suo braccio preme di più contro la mia gola, togliendomi il respiro.

<< Ora mi avete stancato. Mettiamo fine a questa storia>> dice e dalla tasca del giubbotto estrae una siringa con un lungo ago. Dentro c'è un liquido argentato che lancia un bagliore sinistro sotto i raggi della luna.

Zanna BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora