Qualcosa di diverso in lui

4.1K 186 11
                                    

Davanti a me c'è un ragazzo sui ventisette anni, con lunghi capelli biondi, quasi bianchi, che gli arrivano a metà schiena. I tratti del viso sono marcati, con gli zigomi alti e le labbra sottili. La pelle è pallida e traslucida. Gli occhi sono profondi, ma freddi come il ghiaccio. Ha addosso un giubbotto di pelle nero, senza niente a coprire il fisico magro. Sotto porta un paio di jeans strappati in più punti.

Davanti a me c'è mio fratello.

È impossibile. Mio fratello è morto nell'incendio che ha ucciso i miei genitori. Tuttavia riconoscerei quegli occhi verdi ovunque. Gli ho avuti nei miei incubi per anni, con la stessa espressione fredda che mi accusava di averlo abbandonato.

<< Alén>> ripeto con un tremito nella voce.

Il ragazzo mi guarda, con gli occhi sgranati come i miei, poi le sue labbra si piegano in un sorriso che mi blocca sul posto.

<< Come fai a conoscere il suo nome?>> mi chiede Felan, passando lo sguardo da me all'altro.

<< Perché lui è mio fratello>> dico con la voce che trema ancora. La mia parte di licantropo ringhia con ferocia contro di lui.

<< È bello rivederti>> dichiara Alén con un sorriso più ampio, piegando leggermente la testa.

Questo gesto mi toglie ogni dubbio. Lo faceva anche da bambino. Tuttavia resisto all'impulso di gettarmi tra le sue braccia. C'è qualcosa di diverso in lui, qualcosa che mi fa drizzare i peli.

<< Credevo fossi morto>> dico con un'espressione indecifrabile.

Il ragazzo apre le braccia. << Sono vivo e vegeto!>> esclama ridacchiando.

<< Come?>> chiedo.

Alén lascia ricadere le braccia lungo i fianchi. << Esattamente come te>> risponde avvicinandosi di un passo.

Felan ringhia, scoprendo i denti e mettendosi davanti a me. Gli appoggio una mano sul braccio e continuo a tenere gli occhi in quelli di mio fratello.

<< Nostro padre ha portato fuori anche te?>> domando, mentre nella mia mente rivedo l'incendio far crollare la casa dove vivevo. Non credevo che anche lui fosse sopravvissuto, non credevo che mio padre fosse riuscito a salvare Alén.

<< Diciamo di sì>> fa lui, << mi ha portato fuori, poi è tornato dentro per cercare di salvare nostra madre>> aggiunge poi. A quell'ultima frase i suoi occhi diventano ancora più freddi.

Un nuovo ringhio si alza dalla mia parte di lupo. La mia testa è invasa da centinaia di domande da porgli, ma le mie labbra rifiutano di formularle.

<< Dopo ho provato a cercarti, ma non ti ho trovata e ho creduto che il fuoco avesse preso anche te, così mi sono allontanato, spaventato, finché non ho raggiunto la strada...>> inizia a spiegare il ragazzo, avvicinandosi sempre di più, ignorando le minacce del demone.

"Bugiardo!" grida una voce nella mia testa e sento un colpo alla pancia, dall'interno. Mi poso una mano sull'addome e guardo in basso, allibita.

<< Sono stato trovato da dei passanti che...>> continua Alén, fermandosi a pochi passi da me e Felan.

"Bugiardo!" ripete la voce lontana, di bambino e mentre sento un altro colpo sotto le dita, dò voce a quel pensiero non mio.

<< Bugiardo>> mormoro, rialzando lo sguardo su di lui.

Il suo corpo si irrigidisce e noto le sue labbra incurvarsi in una smorfia. << Cosa?>> ribatte poi, cercando di sorridere di nuovo, senza riuscirci.

Un nuovo pensiero che non mi appartiene, un nuovo calcio e un altro ringhio dalla lupa al mio interno.

<< Stai mentendo!>> esclamo, scoprendo i denti che si sono trasformati in zanne, senza che io me ne sia resa conto.

Gli occhi di Felan passano da me a mio fratello, senza capire. Neanche io so che cosa mi faccia essere così sicura, ma sento che sta mentendo.

Per un attimo il silenzio si fa assordante nella sala, pesante e soffocante come una nebbia oscura. L'unico rumore proviene dai ringhi feroci della mia parte di licantropo, ma solo io riesco a sentirli.

Poi Alén inizia a ridere. È una risata fredda, spietata che mi fa scivolare un brivido lungo la schiena.

<< In effetti è vero>> dichiara dopo, tornando a sorridere, << ti ho mentito>>.

Le porte tornano a spalancarsi e le finestre si rompono, spargendo schegge di vetro sul pavimento e alcune ci passano accanto, sfiorandoci. Un esercito di angeli neri, armati con armi da fuoco e spade, entrano, mettendosi dietro a mio fratello.

Felan ringhia e spalanca le ali, trascinandomi alle sue spalle. Le sue unghie si allungano e la sua pelle si tinge di blu scuro.

<< Vedi, io so cosa ha causato l'incendio in cui sono morti i nostri cari genitori>> dice Alén, sibilando la parola "cari" con odio, mentre inizia a camminare avanti e indietro.

Alle nostre spalle arriva l'esercito del demone, formato da vampiri, licantropi e demoni. La battaglia sta per scatenarsi, esattamente come Felan aveva previsto.

<< Di cosa stai parlando?>> gli chiedo, mentre Felan scuote le grandi ali, facendo cadere le piume insanguinate sul pavimento. Rivoli sottili di sangue scivolano lungo la sua schiena. Fare uscire le ali in forma umana lo fa soffrire.

<< Dopo che casa nostra crollò, vagai nel bosco per un po', fino all'alba, finché non incontrai un angelo nero. Mi accolse e mi dette una nuova casa e io divenni come lui. Quando morì, io divenni il suo successore>> dice mio fratello, fermandosi davanti a noi.

Un freddo innaturale, non causato dall'aria gelida dell'inverno che entra dalle finestre, mi invade. << Quindi sei...un angelo nero>> affermo, cercando di nascondere il tremore nella mia voce.

Alén sorride compiaciuto. << Sì. Non hai idea di come ci si senta ad essere trasformati, a passare da debole ed insignificante umano, ad una creatura con un potere immenso>> risponde poi, con occhi spiritati. Sulla sua schiena appaiono, come dal nulla, un paio di ali più nere delle tenebre stesse, lucide.

Dalla mia gola si alza un ringhio furioso e il mio corpo inizia a tremare. Sento i miei muscoli tendersi e le ossa che iniziano a spezzarsi, con un dolore lancinante.

<< Ti scaldi con poco sorellina>> commenta lui ridendo.

<< Cos'ha causato quell'incendio?>> domanda Felan al mio posto, allungando una mano dietro di se' e prendendo la mia.

Non voglio saperlo. Non voglio ricordare quella notte. Tuttavia mi costringo ad ascoltare e a trattenere la trasformazione. La tensione che ci circonda è sempre più forte. Le ali degli angeli che seguono Alén fremono, mentre da dietro di me arrivano i ringhi e i sibili dei guerrieri del demone.

Il sorriso di mio fratello diventa gelido come l'aria che mi sferza la pelle.

<< Sono stato io a scatenare l'incendio>>.

Zanna BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora