Non riuscivo a pensare di averti fatto del male

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È vivo. Il bambino che porto in grembo è sopravvissuto alla battaglia contro Cain e all'iniezione d'argento.

<< Come...>> mormoro, sentendo delle lacrime pungermi gli occhi.

<< Come hai fatto a sopravvivere?>> dice il demone, rialzando finalmente gli occhi. Ora sono davvero freddi e tinti dalla rabbia.

<< Che c'è?>> faccio io, confusa da questa sua rabbia improvvisa.

Di colpo si alza in piedi e inizia a camminare avanti e indietro per la stanza, zoppicando leggermente.

<< I medici ti hanno visitata!>> esclama, facendomi sobbalzare. << Il tuo sangue è stato ripulito da quello della creatura che porti dentro!>> aggiunge, fermandosi e guardandomi con ferocia.

Per un momento mi sembra di avere ancora il ghiaccio liquido in circolazione. Un brivido mi attraversa la schiena e il mio corpo si irrigidisce.

<< Sei incinta!>> esclama, aumentando il volume della voce.

Non so cosa dire. Non riesco a capire come mai sia così furioso.

<< Perché non me lo hai detto? Perché hai combattuto lo stesso?!>> grida, prendendomi per le spalle.

Istintivamente scopro i denti e libero un ringhio. << Avevi già abbastanza problemi e comunque perché avrei dovuto farlo? Mi hai praticamente usata come una...bambola gonfiabile, non credevo che...>> replico, guidata dalla rabbia.

<< Che cosa? Non credevi che lo avrei voluto? Credevi che ti avrei fatto abortire? Sei una stupida!>>.

<< Avrei dovuto aspettarmi qualcosa di diverso? Mi scopavi e poi per giorni rimanevi a distanza! Cosa dovrei pensare secondo te?>> replico, sentendo e vedendo attraverso l'elettrocardiogramma, il mio cuore accelerare.

Felan rimane in silenzio e abbassa lo sguardo. Mi lascia andare, stringendo con forza i pugni.

<< Lo facevo perché stavo male>> sussurra.

<< Stavi male?>> gli faccio eco io, cercando di assimilare quelle parole.

<< Sì! Non sono mai stato così. Non prendevo le donne con la forza, non le frustavo. Invece con te...non riuscivo a pensare di averti fatto del male, non riuscivo a guardarti. Ma nello stesso tempo non riuscivo a starti lontano>> spiega e dai suoi occhi vedo cadere una lacrima. Il mio cuore va in frantumi di colpo e i sensi di colpa mi attanagliano lo stomaco.

<< Ho creduto che saresti morta. Ho pensato che non sarei riuscito a dirti che ti amo>> dichiara poi, tirando un pugno al muro.

<< T-tu...>> mormoro, senza riuscire a pronunciare una frase connessa.

Il demone rialza, ancora una volta, lo sguardo bicolore. Mi prende il volto tra le mani e lo avvicina al suo, fermandosi a pochi centimetri dalle mie labbra.

<< Ti amo Jennifer>> dice e senza aspettare risposta mi bacia con foga, muovendo la bocca sulla mia.

Rispondo al suo bacio con un sospiro, posandomi una mano sulla pancia. È diventata ancora più grossa. Mi separo dal demone e mi guardo il ventre.

<< Da quanto lo sapevi?>> mi domanda lui, posando le dita fasciate su quel rigonfiamento. Sotto la pelle sento un movimento che si sposta nel punto dove c'è la mano di Felan.

<< Non da molto. Però quando ho capito di esserlo, ero già al primo mese>> rispondo, riappoggiandomi con la schiena ai cuscini.

<< La gravidanza della tua specie dura due mesi. Ormai nostro figlio dovrebbe nascere>> osserva il demone sovrappensiero.

Il modo in cui pronuncia quelle due parole, fa tornare i sensi di colpa. Nostro figlio.

<< Mi dispiace. Ho rischiato di morire e di abortire. Avrei dovuto lasciarti combattere da solo>> dico, pronunciando questa frase a fatica. Mi sento in colpa per la preoccupazione che gli ho causato, ma comunque combatterei di nuovo al suo fianco se dovessi tornare indietro.

Felan scuota la testa. << Mi hai salvato la vita. Non ce l'avrei mai fatta a sconfiggere Cain>> replica lui, posando la guancia sulla mia testa.

<< Come farai senza una casa?>> gli chiedo, intrecciando le dita ai suoi capelli, dopo averli scoperti.

Lui ridacchia, accarezzandomi piano la pancia. << Credi che io non abbia un altro posto?>> chiede beffardo.

Sorrido. << Domanda stupida, hai ragione>> mormoro e continuo a passare le dita tra i suoi capelli, finché i miei occhi non si chiudono, guidati dalla stanchezza.

Circa tre giorni dopo i medici mi lasciano uscire. Mi hanno spiegato che il DNA di nostro figlio è in parte composto da cellule di licantropo e in parte da quelle di un demone. Ecco perché è stato capace di assorbire l'argento, distruggendolo. La gravidanza procede bene, ma non si riesce a capire se il feto sia maschio o femmina, perché cambia forma di continuo, da umano a cucciolo di lupo mannaro e viceversa. E ogni volta io sento le sue trasformazioni, perché mi causano delle fitte alla pancia. Questo è un aspetto negativo, assieme alle voglie, agli sbalzi d'umore e all'irrequietezza. Spesso se qualcuno si avvicina gli ringhio contro, scoprendo le zanne.

Un aspetto positivo, invece, è il comportamento di Felan. È attento e mi vizia più di quanto sia necessario. Non scherzava quando diceva di avere altri posti dove vivere. Ora abitiamo in un secondo maniero, se possibile più grande del primo, con una piscina coperta. Passo di lì metà della settimana, per tenermi allenata e scaricare l'agitazione.

È strano vivere così, circondata dalle comodità, quando fin da piccola ero una combattente alle dipendenze di demoni e creature fin troppo adagiate. L'unica cosa che mi davano era cibo e istruzione, spesso contemporaneamente. Adesso invece potrei avere tutto quello che desidero, ma che non voglio. Non chiedo mai niente al mio demone, nonostante lui continui a comprarmi abiti all'ultima moda che non indosserò mai. Però ha riempito la camera di nostro figlio con mobili moderni e ha fatto creare una sala svaghi solo per lui, ovviamente non dando retta alle mie proteste.

<< Non dovresti nuotare così tanto>> dichiara Felan, in piedi sul bordo della vasca.

Mi fermo e risalgo, sorridendogli. << Non gli farà male, anzi dicono che aiuti>> ribatto io, prendendo l'accappatoio che mi porge.

<< Ti stanchi troppo>> mi rimprovera di nuovo.

Io lo abbraccio, premendo piano la pancia tonda contro la sua e facendo passare l'acqua che mi scivola lungo il corpo, sui suoi vestiti.

<< Preferisci stancarmi tu?>> gli chiedo con un ghigno malizioso.

Nei suoi occhi viola e gialli passa una scintilla di eccitazione e dopo un attimo siamo entrambi in acqua, nudi, con lui dentro di me che spinge con forza, bloccando i miei gemiti con la sua lingua.

Zanna BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora