5 Maggio 1961 Berlino.

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Oggi Louis era a casa mia, mia mamma era ad un raduno in chiesa così abbiamo approfittato per stare insieme almeno un po'. Stavamo guardando la televisione, quando ad un certo punto il notiziario ha iniziato a parlare di qualcosa a proposito di trovare una soluzione per non far più passare in continuazione le persone dalla parte est e ovest di Berlino. Io mi sono completamente terrorizzato.

«Lou?» lo chiamai preoccupato mentre ero accucciato contro il suo petto.

«Cosa c'è, amore?» mi chiese accarezzandomi la schiena.

«Cosa vogliono fare secondo te?»

«Non lo so Harry... Perché sei così preoccupato?»

«Ma Lou,» dissi sollevando il viso dal suo petto per guardarlo in volto perdendomi ancora una volta nei suoi occhi azzurri. «Io abito dalla parte est della città, tu a quella ovest...» dissi mentre le lacrime iniziarono a farsi strada nei mie occhi.

«Haz, guardami.» disse sollevandomi il viso con due dita. «Noi due non ci separeremo mai e poi. Come potrebbe essere possibile separare due parti di Berlino? Dovrebbero dividerla con qualcosa no? Quindi... Cerchiamo di non pensarci...» forse Louis ci aveva visto bene, forse Louis sapeva quello che sarebbe successo. E l'ho sentito dalla sua voce e l'ho visto dai suoi occhi che qualcosa non andava, c'era qualcosa sotto, ma per qualche strana ragione, non voleva parlarne con me, forse non è che non voleva, forse preferiva non parlarne e basta.

«Harry» ci voltammo entrambi vedendo Gemma scendere dalle scale sorridendo. Per tutta risposta non sapevo nemmeno che fosse in casa. Louis rischiò un quasi infarto nel vederla, ma lui non sapeva che mia sorella era a conoscenza della nostra storia.

«Gem, lui è Louis.» dissi balzando in piedi tenendo la mano di Louis che mi fu accanto in men che non si dica.

«Harry?» sussurrò Louis agitato.

«Piacere, Gemma.» gli disse porgendogli la mano.

«Louis...» rispose stringendogliela.

«Lou tranquillo lei sa di noi.»

«Oh grazie al cielo, che spavento...» disse facendo ridere entrambi, Louis si preoccupava per niente alcune volte.

«Sei simpatico.»

«Beh grazie.»

«Vuoi unirti a noi Gem?»

«Oh no, stavo uscendo con Greg, ci vediamo dopo. Fate i bravi.»

«Gem smettila!» le urlai per poi iniziare a ridere.

«Va bene va bene, la finisco. Ciao Louis.»

«Ehm... Ciao Gemma.»

Una volta che mia sorella chiuse la porta alle sue spalle, iniziai a ridere come non mai e Louis giustamente mi stava trafiggendo con lo sguardo.

«Avresti dovuto vedere la tua faccia!»

«Non è divertente.» rispose incrociando le braccia al petto.

«Si invece, Lou.»

«Hai voglia di ridere? Ora ci penso io.»
Non capì quello a cui si stava riferendo fin quando non mi ritrovai steso sul divano con Louis seduto sul mio bacino a farmi il solletico.

«L-Lou! Basta ti prego!» dissi fra le risate, a momenti piangevo se non la smetteva di farmi il solletico.

«Vuoi ridere ancora Styles?» mi chiese bloccandomi i polsi sopra la mia testa in modo tale da tenermi fermo. E come le altre volte iniziò a guardarmi, intensamente questa volta, mi ci perdo in quegli occhi, ogni singola volta. Avvicinò il viso al mio, sfiorandomi le labbra ma senza mai toccarle veramente. E sorrideva lui, sorrideva perché era consapevole di quanto lo volessi.

«No.» risposi serio porgendomi verso le sue labbra ed eravamo infatti così vicini che le mie labbra furono sulle sue.

«Non sapevo che soffrissi così tanto il solletico...» mi disse distaccandosi dalle mie labbra.

«Ora lo sai.»

«Buono a sapersi per il futuro.»

E davvero caro Diario, davvero vorrei tanto passare tutta la mia vita insieme a lui, ma io, dentro di me, sento che sta per succedere qualcosa.

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