11 Settembre 1960, Berlino.

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Oggi il tempo non ha retto, un po' come me nelle mie giornate buie. Così, non appena io, Gemma e mia mamma abbiamo messo piede fuori casa per andare in chiesa, il cielo ha iniziato a piangere. Di solito a mamma da noia non essere presentabile il giorno della sacra messa, quindi, quando piove è sempre un po' un dramma per lei. Sì, anche per Gemma in effetti, ma per lei non più di tanto. La chiesa oggi era davvero affollata, di solito non così tanto, quindi era piuttosto tutto insolito. Ho visto Liz sulle panche infondo, così ho pensato di andare da lei prima che la messa inizziasse. 

«Mamma posso andare da una mia amica?»

«Sì Harry, ma non voglio che ti distragga.»

«No, tranquilla.» le risposi, perchè sapevo quanto per lei la religione fosse importante. Così sono andato da lei.

Era vestita di tutto punto, indossando un vestito turchese che le si abbinava ai suoi occhi e un paio di ballerine bianche. I capelli biondi erano raccolti in uno chignon ordinato e il viso era poco truccato. 

«Ehi.» mi disse sorridendo in un modo strano. 

«Ciao.»

«Dopo ti va di venirte a fare un giro con me?» beh, forse quella domanda non me l'avrebbe mai dovuta fare. Mia mamma era una persona molto severa in queste cose, non mi permetteva di uscire con chiunque e quasi mai, se non si trattava di qualcosa o qualcuno inerente alla chiesa. Di sicuro non avrebbe mai approvato la compagnia di Liz, l'avrebbe definita una persona in grado di distrarmi dal mio percorso cattolico e di vita. Sì lo so, mia mamma è decisamente esagerata in queste cose. Certe volte mi piacerebbe avere più libertà ma non mi è concessa. 

«Ho da fare, scusami.» le risposi in fretta abbassando lo sguardo.

«Non fa niente, tanto ci vediamo in classe Lunedì.» detto questo mi prese la mano e senza dire niente intrecciò le sue dita con le mie. E a questo punto penserai che sia stata una cosa fantastica no? Invece no. Perchè in quella stretta di mano io non ho provato assolutamente niente e sì, okay lo so che è solo una stretta di mano, ma ho sempre pensato che un giorno quando terrò la mano della persona che amo, proverò così tante emozioni che il mio cuore non potrà reggere; invece per lei niente, ma come al solito ho cercato di far tacere le voci nella mia testa.

Oggi in chiesa c'era un nuovo ragazzo. 

Beh c'è molta gente nuova, ma tra tutti colui fu quello che catturò la mia attenzione, quello seduto nella prima panca. E che rimanga tra noi due, mamma avrebbe ucciso per quel posto. Ho avuto la fortuna di notarlo solo perchè ero seduto verso l'esterno della panca. Se non mi sbaglio doveva essere con i suoi genitori e quattro bambine, forse sono sorelle o sue cugine... Non ne ho idea. E' strana la vita, sai diario? Forse sentiva talmente tanto il mio sguardo addosso che mentre lo stavo guardando di spalle lui si è girato. Giuro, il mio respiro si è bloccato per un secondo. Non mi è mai capitata una cosa del genere ma... In qualche modo ho trovato quel ragazzo... Bello? I suoi occhi erano chiari, purtroppo per la distanza non sono riuscito a vederne il colore; i capelli castani erano sistemati in modo sbarazzino, il corpo era magro ma in forma, fasciato da un completo in nero. Sì, era davvero bello, Diario. Poi quella che doveva essere sua mamma, si è voltata verso la mia direzione per vedere cosa quel ragazzo stesse osservando e in men che non si dica gli voltò il viso verso Padre Ben, che in quel momento stava leggendo dalla bibbia. Vorrei tanto rivederlo, non so per quale motivo, ma sento questo bisogno. Mamma mi sta chiamando per andare a lavare i piatti, devo andare ora. 

Tuo Harry. 

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