13 Agosto 1961 Berlino.

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Oggi è stata la giornata più brutta della mia vita. Non ho più voce né forza di andare avanti.

Oggi io e Louis dovevamo incontrarci in centro, ma non è andata così. Dopo aver svoltato un angolo di una via di Berlino mi sono trovato di fronte una schiera di soldati tedeschi che imbracciavano un'arma e dietro di loro c'era un lungo filo spianato che, adesso che ci penso, non aveva né inizio né  fine.

«Come faccio a passare?» chiesi ingenuamente a uno dei soldati. All'apparenza sembrava un brav'uomo ma mi dovetti ricredere dal momento che aprì bocca. Tanto per iniziare mi rise in faccia.

«Ragazzo, dimenticati di tutto quello che c'è oltre questo filo, non rivedrai mai più nessuno

E in quel momento iniziò a girarmi la testa. Forse un colpo con quell'arma che teneva tra le mani avrebbe fatto meno male che le sue parole. Ed eccolo il giorno che stavamo tutti aspettando. Mi cadde il mondo addosso alla consapevolezza che oltre quella linea c'era Louis.

«Mi faccia passare la prego!»

«Sei stupido o cosa ragazzino?»

«Ho detto che voglio andare dall'altra parte!» dissi arrabbiandomi e andandogli in contro. E quello fu l'errore più brutto che potessi fare visto che l'ultima cosa c'è sentì fu un colpo alla testa e poi il buio più totale.

Quando mi sono svegliato mia mamma e mia sorella stavano piangendo. Non avrei mai voluto ferirle, loro non meritano di soffrire per colpa mia. Mamma mi ha vietato di uscire di casa finché le cose a Berlino non si saranno stabilizzate, non vuole che io corra pericoli, la capisco, ma l'unica cosa di cui mi importa ora è Louis.

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