12 Novembre 1960, Berlino.

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Sono appena tornato a casa dal picnic della chiesa. Ora sono le dieci di sera, forse penserai che sia un po' insolito che un picnic duri così tanto ma credimi, è stata tutta colpa della pioggia. Inizierò a raccontarti che la messa oggi è iniziata piuttosto in ritardo, così io, mamma e Gemma che eravamo in perfetto orario, abbiamo portato su un banchetto la torta fatta in casa e ci siamo diretti nello spiazzale, dove diverse persone stavano parlando tra di loro. Tempo neanche tre secondi e mi ritrovai Liz difronte. Solo il signore sa quanto non la sopporti più, forse devo dare ascolto a Zayn, dovevo decisamente parlarle.

«Mamma, loro suono nuovi?» chiese Gemma indicando quella che era proprio la famiglia di Louis.

«Si, andiamo a parlare con loro?» chiese mia mamma. E se avessi solo potuto dirle qualcosa la avrei detto di starsene al suo posto e non fare cavolate. Anche perché andare da Louis con Liz era l'ultimo dei miei più grandi sogni. Così mentre ci avvicinavano a loro, il mio colorito divenne sempre più rosso e il mio umore sempre più nero.

«Buongiorno.» disse mia mamma sorridente. La sua famiglia si volse ricambiano un sorriso, sorpresi di vedere finalmente qualcuno che gli stesse rivolgendo la parola.

«Oh buongiorno.»

Notai le sorelle di Louis guardarci, beh più che altro scrutarci curiose e questo mi fece sentire più a disagio, ma non ci feci poi così tanto caso, anche perché erano pur sempre delle bambine. Liz mi strinse il braccio possessivamente, non so perché lo fece, so solo che mi diede ancora più noia. Mentre mia mamma iniziava una delle sue tante famose chiacchierate con i suoi genitori, notai che Louis mi stava fissando da quando ero arrivato. Più che altro alternava lo sguardo da me a Liz, cosa che non ne capivo assolutamente il motivo. Anche per andare in chiesa quel ragazzo era sempre bellissimo. Indossava uno smoking nero con una maglietta aderente bianca sotto e delle scarpe altrettante nere, sembrava esser uscito da qualche racconto fiabesco.

«Ehi Harry» mi salutò avvicinandosi a me e giuro che in quel momento ormai mi sarei aspettato che accadesse di tutto. Ignorando completamente Liz venne difronte a me continuando a sorridermi.

«Come va?»

«B-bene tu?»

«Potrei stare meglio.» disse volgendo velocemente uno sguardo su Liz.

«Sono Liz, la sua ragazza.» disse porgendogli la mano. Louis la guardò alzando un sopracciglio ignorando completamente la sua mano sospesa a mezz'aria.

«Te l'ho chiesto per caso?» in quel momento avrei voluto premiarlo o qualsiasi altra cosa intenerente ad essa, ma ero troppo occupato a non scoppiare a riderle in faccia. La sua faccia fu una delle cose migliori di questa giornata.

«Andiamo Harry?» disse rossa in volto e trascinandomi per il braccio.

«Vai tu intanto, io sto un po' fuori.» lei presa dalla vergogna non esitò un secondo di più a girare i tacchi e andarsene via.

«Sai,» iniziò a dire Louis prendono una ciocca dei miei capelli e attorcigliandosela al dito attento però che nessuno ci vedesse. «a me quella non mi piace per niente.» io che ormai ero a corto di fiato rimasi immobile non sapendo che fare.

«P-perché?»

«Lo so e basta.» disse lasciando i miei capelli prima di sorridermi e incamminarsi verso l'entrata della chiesa.

La messa durò due ore e mi toccò stare accanto a Liz nelle seconde panche. Sai, sto iniziando ad averne fin troppo di questa storia. Vorrei tanto essere così coraggioso da dirle tutto d'un fiato, ma per ora mi limito a stare rinchiuso nel silenzio. Quando siamo usciti dalla chiesa, il tempo non prometteva niente di buono, ma siamo partiti lo stesso per il giardino in cui si sarebbe tenuto il picnic. Abbiamo fatto una mezz'ora di macchina per arrivarci, obiettivamente pensavo fosse più vicino, invece no. È un posto molto bello, mi piacerebbe venirci con qualcuno di speciale, chissà forse un giorno. Non appena siamo arrivanti ognuno ha sistemato le sue cose e abbiamo iniziato a mangiare quello che avevamo preparato. Gemma e mamma hanno parlato quasi per tutto il tempo e credimi, non ne potevo più di starle a sentire. Poi iniziò a piovere. Ma non una pioggerella normale, no, proprio un'acquazzone, perciò a susseguirsi si sono sentiti urli femminili e persone che correvano a destra e a sinistra per tornare in macchina e ripararsi più in fretta possibile. Vidi Louis a qualche metro da me completamente zuppo farmi il gesto di seguirlo, così senza pensarci un secondo e approfittando che mia mamma e Gemma erano distratte nel mettere apposto tutto, andai da Louis. Corremmo così tanto che l'aria che avevo nei polmoni iniziava a bruciare, ma cercai di non pensarci visto che io e Louis correvamo mano nella mano. È stata una delle cose più belle che potessi mai provare. Mi ha portato sotto l'enorme chioma di un albero nel bel mezzo del bosco, so che è pericoloso stare sotto gli alberi durante il temporale, però almeno eravamo riparati. Ci siamo seduti sulla poca ghiaia che c'era appoggiando la schiena sul tronco umido.

«Anche quando sei bagnato fradicio resti sempre bellissimo Harry.» mi disse Louis giocherellando con la mia mano. Così senza dirgli niente, mi volsi per sorridergli e dopodiché mi appoggiai alla sua spalla chiudendo gli occhi aspettando che smettesse di povere.

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