1 Gennaio, 1961 Berlino.

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«Lou, sai che tra un mese è il mio compleanno?» gli chiesi mentre eravamo in chiesa seduti sulle panche in fondo. Finalmente quelle panche erano nostre. Mia mamma inizialmente si era arrabbiata per il posto, anche quella di Louis, che ho scoperto si chiama Johannah, ma noi due per una volta ce ne siamo fregati. 

 «Compierai diciott'anni finalmente.» 

«Si!» dissi entusiasta. 

 «Haz, da quando sarai maggiorenne spero che le cose andranno meglio e saremo più liberi.» 

 «Già,» dissi sospirando. «lo spero anch'io.» 

Natale e l'ultimo dell'anno erano passati abbastanza in fretta. Come al solito la notte della vigilia, io e la mia famiglia siamo andati a mangiare dai miei parenti per poi tornare qua tutti insieme e andar in chiesa a celebrare la nascita di Gesù. La chiesa era affollatissima e forse solo grazie a questo che io e Louis siamo riusciti a sgattaiolare leggermente più in fondo e a stare vicini. Il trentun dicembre è stato talmente monotono che preferisco non raccontarlo altrimenti ti annoieresti a morte. 

Oggi invece eravamo in chiesa. Padre Bradley ad un certo punto ha iniziato a parlare dei nuovi propositi per l'anno nuovo augurando a tutti un buon inizio. Poi, non so da dove sia potuto uscire fuori, qualcuno ha detto di aver sentito qualcosa come un progetto che sta mettendo in atto il governo per migliorare Berlino e renderla una città a modo. L'ultima volta che avevano detto quella frase era scoppiata la seconda guerra mondiale, letteralmente, perciò ho iniziato a preoccuparmi e come di riflesso ho stretto la mano a Louis, ma lui ha detto di non preoccuparmi, che non succederà niente, ma sai diario, io sento che presto o tardi qualcosa accadrà. Devo preoccuparmi? 

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