TREDICI

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Non so per quanto tempo ho dormito, appena svegliata tocco in letto ai miei lati e mi accorgo che è vuoto e che i ragazzi se ne sono andati e da un po' anche, perché la parte da loro occupata è fredda. Decido di andarmi a fare un bagno caldo, tutto quello che è successo mi ha fatto tornare quel vuoto che pensavo fosse ormai riempito; rivivere tutto e per di più rivederli è stato tremendo, in questo momento mio fratello mi mancava ancora di più.
Stare nella vasca con una montagna di schiuma è davvero rilassante, chissà da quanto tempo sono immersa qua dentro e sicuramente tra poco mi uscirebbe una pinna a posto delle gambe, decido di prendere il telefono vicino a me e guardo l'orologio e sono le 10:50 e guardando il giorno sono passati due giorni da quando ho perso i sensi. " Non ci posso credere ho dormito per due giorni e nessuno mi ha voluto svegliare? " per questo sono un po' offesa, ma non ci vuole molto che ricevo una risposta dalla persona che ho creduto di aver perso per sempre, " Guarda mia cara che hanno provato a svegliarti molte volte, ma tu dormivi e basta", ho una gran voglia di gridarle che almeno lei poteva avvisare; lascio perdere tutto e vado a sistemarmi, ho la testa che gira e la gola brucia come se non mangiassi da settimane o forse di più, mi metto un vestitino smeraldo scuro è quello che mi regalarono i gemelli al mio undicesimo compleanno e come scarpe dei stivaletti bianchi.
Sono nel corridoio del piano terra e più tempo passa e più sto male, non resisto più e la sete di sangue mi sta per divorare dall'interno e se non mi nutro subito passerei le pene dell'inferno; aguzzo l'udito e mi accorgo che a casa non c'è nessuno, però grazie a Lesley trovo due sacche di sangue e sono proprio quelle giuste per me, finito il dolce pasto mi prendo un bel caffè, per svegliarmi la cosa migliore è una buona dose di caffeina, decido di andare nel giardino e mi accorgo che è molto più grande di quanto lo ricordavo e sicuramente qui ci si perde subito. Girando per quello che si dovrebbe definire giardino, ma vi avverto sembra più un giardino botanico dato che ci sono tante di quelle piante diverse e sconosciute che insieme sembra stiano proprio bene, andai a finire in un parte molto remota dove si trovava un piccolo laghetto con al centro un gazebo dove si trovava un tavolino con sedie e un dondolo; mi avvio verso il gazebo come se fossi attratta dalla pace che mi trasmetteva però arrivata scopri che non era così, perché al centro di quel gazebo c'era la stessa rosa del mosaico della vecchia piazza e fortunatamente le visioni non mi fanno visita. "Questo posto sembra ideale per chi ha molti pensieri per la testa, con tutta questa calma anche la persona più su di giri si calmerebbe, però tutto in teoria" penso e intanto vado al dondolo e mi siedo lasciandomi dondolare dalla forza del vento, all'improvviso sento un rumore molto fievole accompagnato dal suono di un campanellino ed ecco che accanto a me vedo un piccolo gatto nero con al collo un fiocco rosso con appeso un campanellino color oro; <<Mi sembra di averti già visto da qualche parte, ma non ricordo dove........quel fiocco......aspetta un attimo non può essere.....tu sei quel gatto>> involontariamente lo lancio in aria e corro fuori dall'isolotto e anche se sono lontana vedo il gattino rialzarsi e venire verso di me, "Lesley, quel gatto l'ho visto nella visione quando stavo alla piazza, come può essere" intanto io la chiamo e lei come sempre tarda a rispondermi nel frattempo quel gatto si avvicina e io istintivamente indietreggio, "Lucy guarda che quel gatto è....come dire, quello è un gatto un po' speciale.....ecco tutto", non sta dicendo tutto lo capisco dalle sue esitazioni " Lesley dimmi la verità cosa e chi è quell'essere o gatto come vuoi chiamarlo tu?", sento come un piccolo sospiro nella mia mente, sicuramente non si aspettava questa domanda e dopo qualche minuto, sempre comoda se la prende, ecco che mi dice tutto anche se non ci capisco molto "Allora quello è un gatto che era tempo fa tuo, cioè della prima vampira pura, su di lui c'è anche una leggenda:' Quando il gatto nero dal rosso fiocco tornerà, sarà il segnale che la sua padrona cioè l'amata signora è finalmente tornata'; il gatto ti fa un po' paura, perché anche tempo fa al vostro primo incontro tu hai avuto questo atteggiamento, sappi però che quel gatto non è come gli altri e aspetta solo servirti. Potrà sembrati strano, ma quando tu eri ancora viva, cioè ancora non c'era stata la prima guerra non avevi nessuno con te perché tutti avevano paura di te e delle tue capacità e l'unico amico che hai trovato è stato questo gattino che poco dopo tu scopristi era un gatto demoniaco ed è stato grazie a lui e al suo supporto come amico che hai capito come sviluppare al meglio i tuoi poteri, quando tu stavi nel mio corpo secoli fa mi dicesti che quel gatto era ciò che ti ha dato la forza di andare sempre avanti e poco prima della battaglia sapendo quello che sarebbe successo hai fatto un incantesimo al gatto...", non la lasciai finire di parlare perché vedendo quel gattino venire verso di me iniziai a ricordare alcune cose del mio passato, dal nostro primo incontro accompagnato dalle nostre piccole avventure a quando io gli feci l'incantesimo, così continuai io "Con l'incantesimo ho fatto si che quel gatto prendesse la forma di un ragazzino e per far si che questo incantesimo non sparisse nel tempo, gli misi al collo un fiocco nero intriso dalla sua magia di demone che facilitò il mio incantesimo e per rendere tutto più bello gli diedi un campanellino e per la prima volta dopo tempo gli diedi anche un nome: Felix", potevo sentire che Lesley sorrideva perché lo stavo facendo anche io e in quel momento mi saluto dicendo che sarebbe andata a riposare e io mi inginocchiai a terra e tesi le braccia verso il gatto nero ovvero il mio Felix che venne verso di me per poi farmi le fusa.
Sicuramente saranno passate ora dal mio arrivo in quel luogo, stavo sul dondolo con quel gattino nero sulle gambe che si faceva accarezzare come se il tutto fosse normale; più tempo stavo con lui e più i ricordi di me con Felix affioravano e qualche volta, potrebbe sembrare strano, parlavo al gatto ed era come se lui mi capisse, << Strano che non ti ho mai visto, di solito faccio dei sogni che riguardano la mia vita vissuta secoli e secoli fa, alcuni erano su di te. Perché non ti sei mai fatto vedere?>> mentre parlo lui si alza liberandomi dalla mia stretta e mi salta sulla spalla e inizia a farmi le fusa e a leccarmi la guancia e non appena cerco di prenderlo nuovamente tra le braccia lui scende e inizia a correre, forse è un invito a seguirlo e non ci penso due volte che sono dietro di lui.
Sembra più un gioco che un 'io corro e tu mi segui', alla fine stremata da questa corsa mi siedo ai piedi di un melo fiorito e aspetto che Felix si accorga della mia pausa e venga qui da me; è da un po' che non si fa vedere e in più con l'udito sento i rumore del suo campanellino e non dei suoi passi, sono preoccupata e mi alzo per cercarlo, sicuramente si sarà perso in questo 'giardino botanico', però mi fermo perché sento una voce anche se fievole la sento <<Lu........Lulu>> chi sarà mai questa persona, mi dirigo dove è arrivato il suono e vedo un piccolo ragazzo che sta camminando nella mia direzione, a prima vista non capisco chi è, però a guardarlo meglio tutto diventa più chiaro: quel vestito nero, quei guanti con gli artigli e cuciti dal gomito fino alle nocche, il mantello diviso in due con alla fine un campanello oro ciascuno, la coda nera e per finire quegli occhi bianchi sfumati di blu, <<Non può essere che tu sia....>> non riesco finire perché dentro di me so che quel ragazzo è Felix l'ho capito a prima vista vedendo il campanellino, ma nonostante ciò ho paura.
Resto a guardarlo mentre si lecca la mano destra e se la passa sul viso come per lavarlo, poi non appena mi vede mi vieni incontro e con le lacrime agli occhi pronuncia anche se con un po' di difficoltà <<Lu....Lulu>>, a quel nome la testa inizia a far male ecco che altri ricordi appaiono, non so perché ma ho una forte voglia di abbracciarlo e tenerlo stretto a me. Lo prendo tra le braccia e lui all'inizio non si muove poi mi butta le braccia al collo e inizia a farmi le fusa, andiamo vicino a un albero che si trovi vicino la casa e lui si stende a terra con la testa  sulle mie ginocchia e sembra stia bene, nonostante ciò continuo ad accarezzarlo e a lui piace.
Sento delle voci in lontananza e sembrano tutte allarmate, apro gli occhi e li vedo tutti e tre di fronte a me << Hei, la smettete di urlare, stavo così bella a riposare qui e poi svegliate Felix >>, mi guardano ed è Axel << Lucy, per due giorni di fila siamo venuti da te per cercare di svegliarti e tu non davi segni di sentirci, oggi appena siamo tornati dall'ufficio dei miei siamo andati nella tua stanza e non ti abbiamo trovata e poi non stavamo urlando, ma solo discutendo!>>, Marcos gli mette una mano sulla spalla e Axel si calma e intanto si siedono vicino a me e vedo Lucas che accarezza Felix facendolo svegliare, che vedendoli si mette di fronte a me come se volesse proteggermi e dice anzi meglio dire sussurra << Lulu....no....toccare......io poi cattivo>>, i ragazzi sembrano straniti e alzano le mani guardandomi con fare interrogativo; prendo Felix dalle spalle e lo stringo a me è all'orecchio gli dico << Felix, loro sono amici miei e non mi farebbero mai del male, capito Felix MAI. Perciò calmati e puoi anche ritornare gatto, starai sempre con me d'ora in avanti e non ti lascerò più come prima. Ti voglio bene mio dolce Felix >> lui mi guarda e fa un accenno e poi un piccolo fascio di luce lo avvolge e al suo posto c'è un gatto nero, il mio gatto nero.
I ragazzi a turno mi dicono tutto quello che mi sono persa e in più mi dicono che il cacciatore con cui mi sono scontrata ormai non potrà più dare fastidio, io d'altro canto dico loro del gatto e che cosa rappresenta per me e che ho anche recuperato dei ricordi che riguardano tempo fa, ma non dirò mai che durante il periodo che stavo infetta da quel veleno ho rivissuto la tragedia dei miei genitori.

LA RAGAZZA MALEDETTA #CONCORSOSTORIE2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora