SEDICI

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Alaric

* Nonostante avessi ancora sonno, aprii gli occhi. La luce del sole entrava dalla finestra. Mi sono dimenticato di tirare le tende ieri sera. Provai ad alzarmi, ma un dolore allucinante mi percosse il corpo.

Odio cambiare letto e camera. Non dormo mai bene. Non riesco a trovare la posizione giusta. Mi guardo intorno cercando di abituare gli occhi alla luce. Sono ancora disteso sul letto quando mi ricordo quello che è successo ieri. Le cartelle e la scatola. Mi sollevo sui gomiti per vedere il tavolo, più alto del letto. Sono ancora lì. Avevo paura che non ci fossero più. Faccio uno sforzo e riesco ad alzarmi in piedi.

Che male. Non sento più la mano sinistra, le ginocchia e la schiena. Non bastava il dolore procurato ieri. Mi sono alzato ma con quale intenzione? Cosa dovrei fare oggi? Dove devo andare? Decido di non pensarci troppo e vado verso l'armadio. Apro le due ante e osservo i vestiti, pensando a cosa indossare oggi. Perchè questi vestiti eleganti? A me vanno bene dei jeans e una camicia.

Sospiro e chiudo gli occhi. Non voglio vivere qui. E' tutto diverso. Niente è uguale a prima. A cosa servono questi vestiti eleganti in questo posto? Tra tutte le cose che ho visto la "mia" stanza e la Sua sono le migliori. Il resto è un disastro. Apro gli occhi e mi guardo intorno ancora una volta. Ho dormito con gli stessi vestiti di ieri. Posso indossarli anche oggi ma ... sono messi male. I miei jeans neri e la mia camicia bianca. Aspetta... non avevo la camicia ieri?! Me l'aveva tolta lei nella sua cella.

Sento la testa girarmi e le lacrime arrivare. Lacrime di rabbia o... di disperazione. Perchè accadono tutte queste cose ora? Sento di aver perso il controllo. Non so cos'è successo dopo essere svenuto nella sua cella e cercando di ricordare scopro che qualcuno mi ha vestito. Mi sto preoccupando troppo. Mi hanno solo vestito, nient'altro.

Ma chi e quando? Non ricordo niente. Ma se vogliono farmi qualcosa? Se vogliono tenermi qui per sempre? A fare cosa? Mi devo calmare. Non posso preoccuparmi. Devo andare e dire loro che voglio andare via. Sì. Ma... come faccio ad arrivare lì? Dovrò attraversare il labirinto e non ci riuscirò. Mi fermo e mi rendo conto che ho girato intorno alla camera. Torno davanti all'armadio e scelgo un completo bianco che alla luce del sole brilla. Lo indosso e mi rendo conto che fa troppo caldo, così tolgo la giacca. Questa camicia è carina.

Ma cosa vado a pensare?? Rido da solo quando sento qualcuno bussare alla porta. Chi è? Ma non serve chiedere. So già che è lei. Guardo il tavolo. Apro il secondo cassetto e vado verso il tavolo. Senza pensare al dolore prendo tutto e le metto nel cassetto chiudendolo. Faccio un respiro profondo, mi tocco i capelli, pettinandoli, siccome qui non c'è nessuna spazzola. Vado verso la porta e la apro.

Trovo lei, bella come sempre. La guardo dritta negli occhi e sento un sorriso nascere sulle mie labbra. E' sempre così semplice. Oggi indossa dei vestiti molto diversi dal solito. Dal solito per dire, visto che l'ho conosciuta da poco. Indossa un'abito nero, lungo fino alle ginocchia e i capelli sono slegati, cadendo sulle spalle. Come sempre.

Bellissima. La guardo di nuovo negli occhi, ma lei non ricambia. Mi sta guardando, beh guardando i miei vestiti. Ma è lo stesso... Sento le guance riscaldarsi. Insomma è imbarazzante quando qualcuno ti guarda e tu stai fermo. Non sai che fa così inizi a muoverti, cercando di appoggiare le mani su qualcosa. Appoggio la mano alla porta e finalmente lei alza lo sguardo. Ha gli occhi lucidi. Ma si riprende quando il mio sorriso scompare.

-"Alaric" mi dice sorridendo mentre tira su col naso "Stai molto bene, come sempre."

Sorrido, distogliendo lo sguardo mentre arrossisco. Si gira e so che devo seguirla. Voglio dirle anch'io che sta bene, benissimo. Che quel vestito è stupendo ma che lei lo è di più. Ma non posso. Sarebbe troppo imbarazzante. Sono ancora nella mia stanza e la vedo girarsi. Pensavo si fosse girata per dirmi di sbrigarmi, ma lei mi dice tutt'altro.

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