Alaric
* Sento il cuore scoppiare. Voglio svegliarmi da questo sogno che sembra durare un'eternità. Sto qui ancora appoggiato al muro a guardare l'altro me, che è terrificante, mentre piango senza motivo. Sono certo che sia un sogno. Non esiste un'altro me. Ragioniamo. Visto che so che questo è un sogno posso controllarlo. Mi stacco dal muro e mi guardo intorno. C'è una porta. Forse se esco di qui mi sveglio. Forse è come nei film. Cerco di aprirla ma non ci riesco. Non perché è chiusa, ma perché non la posso toccare. Sono come un fantasma.
-"Ma certo" mi dico da solo, ridendo "non potrei mai controllare un sogno."
Sento un movimento dietro di me. Mi giro e vedo l'altro me aprire il cassetto dell'armadio e metterci dentro la cartella dove ha inserito il foglio. Chiude questo cassetto e apre l'ultimo. Dentro ci sono dei coltelli, quelli che ci sono anche nel mio di cassetto. Impugna il più piccolo e affilato, e sorridendo, esce dalla stanza. Sento una luce accecante invadere la stanza e l'ultima cosa che sento è un grido e non è il mio.
Apro gli occhi di scatto e mi alzo dal letto. Sono nella mia stanza. Stringo la coperta tra i pugni cercando di fermare il tremito delle mani. Sento le mani di Laurence sulle mie, ma non m'importa. Vado verso l'armadio e apro il primo cassetto dove frettolosamente ho messo tutte le cose. Tiro fuori i coltelli. No! Non può essere! Sento Laurence sussultare. Lo guardo e lo vedo indietreggiare.
-"Che cosa stai facendo Alaric?" mi chiede preoccupato cercando di farmi ragionare. Non lo ascolto neanche e cerco freneticamente nel cassetto.
-"Non sto facendo niente." gli rispondo alzandomi e avvicinandomi a lui. Non si allontana ma sta tremando. "Sai di chi sono questi coltelli Laurence?" gli chiedo anche se so già la risposta.
-"Non ne ho la minima idea. Adesso li porto via. Si saranno sbagliati, avranno confuso le tue cose con quelle di un altro" mi risponde con un sorriso forzato. Si sposta e va verso l'armadio prendendo i coltelli.
-"Ne manca uno. Dov'è? Sono miei, non li porti via" gli dico avvicinandomi a lui. Lui alza lo sguardo senza muoversi. Lo spingo così forte che va a sbattere contro il muro con i coltelli che vanno da tutte le parti. Vado verso di lui e lo prendo per la camicia. Ma lui mi scappa e stringe le braccia intorno alle mie fermando ogni mio movimento.
-"Dov'è? Dov'è?! Lasciami! LASCIAMI ANDARE!" gli urlo contro dimenandomi.
-"Calmati. Che cosa ti succede?" mi sussurra lui all'orecchio stringendomi ancora più forte. Ho sempre odiato che fosse più forte di me, che usasse la forza vincendo su ogni persona.
Di colpo sento le sue braccia abbandonare le mie. Ha funzionato. Sapevo sentisse i miei pensieri.
Senza perdere tempo mi scaravento contro di lui tirandogli un pugno nello stomaco facendolo cadere per terra con un gemito. Sorrido trionfante mentre raccolgo velocemente i coltelli sparsi per tutto il pavimento. Mi dirigo verso la porta per andare via quando sento un dolore partire dalle braccia fino ad arrivare ai piedi. Cado. Non riesco a muovere niente dalle braccia in giù. Maledizione! Da dove arriva questo dolore?
-"Che cosa ti succede? Come mai ti comporti così? Non è da te." mi sento dire da Laurence. Ha il fiato il corto quando si alza e si avvicina " Furbo. Si dicono le cose che fanno più male. Devo dire che mi hai sorpreso." continua, piegando le ginocchia fino ad arrivare al mio livello."Hai sempre provato ad essere più di quello che dovevi e hai sempre tirato fuori il peggio di me. Come ora. Ma capirai. Non ora. Non in queste condizioni. Quindi come hai detto tu, siccome sono più bravo con la forza, uso quella." mi dice accarezzandomi la guancia."Non voglio farti del male. Voglio farti vivere bene in questo posto dove non accade mai niente, voglio farti vivere una vita senza sofferenze dove nessuno può ferirti. Tranne me" finisce il suo discorso così commuovente alzandosi cosicché vedo solo le sue gambe.
-"Renderesti la vita migliore a tutti se andresti all'Inferno." gli dico ridendo.
-"Ed è qui che sbagli. Ci sono già." mi risponde sorridendo. Sento un dolore ancora più accentuato di prima invadermi, partendo dalla guancia. Sento la testa scoppiare e urlo dal dolore.
Perdo i sensi, mentre lui esce dalla stanza.*
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Weilà!! Finalmente, dopo tanto (tanto) tempo riesco a pubblicare questo capitolo.
Capitolo 25!
Buone feste!
The dark angel
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Fantasy''Se un uomo non si eleva per diventare un angelo, affonda per diventare un diavolo.'' (Samuel Taylor Coleridge) Vicino a persone che sa di conoscere, altre invece sconosciute, con un solo obiettivo in comune: proteggerlo. Non sapendo quale minaccia...