DICIANNOVE

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Alaric

* La sua stanza è uguale alla mia; c'è un letto, un tavolo, una sedia, un armadio, tutti di un colore diverso dal mio . Ci sono tutte le cose presenti anche nella mia stanza, tranne una cosa. Non c'è una finestra. Perchè tutti loro non hanno una finestra? Perché stare al buio e non voler vedere il sole ogni giorno, quando ti svegli? Preferisco che siano i raggi del sole a svegliarmi piuttosto che non dormire per colpa del buio. Non è che io abbia paura del buio, è solo strano. Anche se la stanza è buia c'è sempre la finestra. Forse solo perchè sono abituato. Perchè, non avere una finestra mi mette tristezza. E' come essere soli, rinchiusi in una stanza senza uscita. Forse questo non ha senso perché c'è sempre la porta, ma quando è nott..

-"Ma smettila di farti tutti questi problemi per una finestra. Anziché sederti insieme a me e parlare preferisci pensare a queste 'inutili' cose. Perchè ti preoccupi, se tu hai già una finestra?" mi dice un Laurence divertito e un po' scocciato, interrompendo i miei pensieri.

Gli sorrido imbarazzato e scoppia a ridere. Mi siedo sul letto dove lui si è già posizionato in precedenza, ma io non l'avevo visto fare. Se stavo a farmi questi problemi. Non posso dargli ragione, no no. Io mi preoccupo solo. Non c'è niente di male.

-"Ma mi ascolti? Che devo fare perché tu non ti perda nei tuoi pensieri o dovrei dire nel 'tuo mondo'?" mi chiede ancora più scocciato Laurence e posso notare un po' di fastidio nella sua voce. Che idiota che sono.

-"Raccontami qualcosa che vuoi tu. Non ci vediamo da molto" gli chiedo concentrandomi su di lui. Non voglio che pensi che lo eviti.

-"Da molto?! Ma stai scherzando?? E' una settimana. Ma niente di che, sai." mi dice lui indifferente. Fa finta che non abbia niente da raccontare, ma ti racconta tutta la sua vita.

-"Beh c'è stata una cosa abbastanza strana che è successa in questo periodo. Stavo andando a casa, dopo il nostro incontro di una settimana fa, ma a casa non c'era nessuno. Neanche mia madre e tu sai che lei c'è sempre. Senza sapere cos'altro fare, la chiamo e sento il suo cellulare suonare, in casa. Vado a vedere seguendo il suono della canzoncina e lo trovo in cucina. Lei non c'è. Vado in camera mia, non c'è, ma la mia stanza era im ordine quindi ... era passata di lì. Vado in camera sua e non c'è. Ti sembrava stesse lì? No. Vado nella stanza degli ospiti e cosa vedo?" mi chiede lui con uno sguardo interrogativo, ma anche di chi sa tutto.

-"Non lo so?" gli rispondo sarcastico sorridendo.

-"Lei era sul divano. E stava dormendo. Mia madre stava dormendo!! Per la prima volta nella mia/sua vita lei non girava per la casa ma stava riposando." mi racconta lui affascinato con un sorriso sulle labbra.

Ovviamente lui deve farmi sempre preoccupare e invece non è successo niente. Una cosa stupida. E io che mi immaginavo fosse successo qualcosa a sua madre. No, lei semplicemente dormiva su un divano.

-"Il fatto che lei stesse dormendo è strano e alquanto raro, ma davvero? Tutta questa passione e preoccupazione nella voce per dirmi infine che stava dormendo? Tu non stai bene" gli dico facendo finta di essere infastidito.

Lui mi guarda male facendo finta di star per scoppiare a piangere, cosa che dopo due secondi succede.

Sospiro. Ma perchè è così stupido? Qualche volta penso che lui viva nel suo mondo e che nel tale ci siano persone che pensano che queste cose siano normali, ma non è così.

-"Ne hai ancora per molto?" gli chiedo fingendo di essere scocciato. E lui lo sa.

-"Ma no, qualche secondo in più" mi risponde con una voce sottile. Lo guardo scuotendo la testa. Lui si ferma e appena vede la mai espressione disperata inizia a ridere.

-"Ma sarà mai una cosa da fare? Piangi e dopo ridi? Ma da quando?" gli urlo attaccandolo, ma lui mi sfugge. Non riesco a non ridere, nonostante io debba essere serio. Mostro.

-"Riesci a farmi sempre ridere anche quando non dovrei, idiota." gli dico imbronciato.

-"Dai su, non è colpa mia se sono così divertente" si difende lui mettendo un braccio attorno alle mie spalle.

-"Forse hai ragione." gli rispondo pensieroso. Ed è così. Lui è l'unico che mi tira su. Quando sono troppo stanco..

'Direi pigro' aggiunge lui mentalmente

Uff. Quando sono 'pigro', annoiato, triste, scocciato, troppo serio o anche troppo nostalgico. Lui è sempre lì, presente. Mai assente. Sempre accanto a me, a tenermi compagnia. Sei come un fratello per me, una delle persone più importanti e so che stai ascoltando o meglio dire 'leggendo i miei pensieri SENZA il mio permesso' ma fa lo stesso.

Lo guardo e vedo che non sta sorridendo e neanche ridendo. Mi guarda a sua volta per poi abbracciarmi. Ricambio e scoppio a piangere.

Perchè lui è qui e lui riesce sempre a capire che qualcosa non va anche se evito di farglielo vedere. Lo stringo e lui fa lo stesso, per non farmi preoccupare di averlo stretto troppo forte. Sorrido tra le lacrime.

-"Shh passerà Alaric, passerà." mi dice piano.

Ma so che non è così. Non sarà mai così. Perché questo è diverso. Non è una cosa normale.

-"Io sono un angelo Laurence. Un angelo?! Non è una cosa normale. Non voglio che tu ti allontani da me per questo" Gli confesso piangendo.

-"Non posso odiarti e non ci trovo niente di strano. Lo sapevo già. Sapevo già cosa sei." mi dice sincero.

Tolgo la testa dalla sua spalla, guardandolo mentre restiamo ancora abbracciati.

-"Tu lo sapevi già che ero un angelo?" gli chiedo incredulo ma anche un po' arrabbiato perché non me lo ha mai detto.

-"Sì e vuoi sapere una cosa?" mi chiede con un sorriso.

Ho paura di sapere la sua risposta.

-"Hmm" gli dico senza sapere cosa aspettarmi.

-"Lo sono anch'io" mi sussurra avvicinandosi. *

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Buona settimana a todos!!

Nuovo capitolo! 19

Grazie <3

The dark angel 

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