VENTOTTO

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Jason
* Appena la porta si chiude dietro di me, inizio a correre. Non si rende mai conto del pericolo che la circonda? Perchè pensa sempre di trovare del bene in lui visto quello che ha fatto?
Una volta arrivato davanti alla finestra del corridoio principale, la apro e dispiego le mie ali. Sento tutte le parti più remote del corpo riscaldarsi per poi raffredarsi velocemente, dandomi la forza per arrivare dove devo.
Ho bisogno del suo aiuto, è l'unico che può aiutarci, anche se lei non vuole ammetterlo. Aumento la velocità, sperando di arrivare in tempo.

Dopo non so quanto tempo, l'oscurità del luogo che mi sono lasciato alle spalle a confronto con la luminosità di quello che vedo, mi fa capire di essere arrivato nel suo regno. Guardando la bellezza e l'immensità di questo posto, direi che la parola Paradiso sia veramente giusta per descriverlo. Mi avvicino al cancello principale e mi viene da ridere pensando che questo dovrebbe essere un luogo pacifico. Sanno benissimo che la mia gente non farebbe niente di male loro, senza che lo decida io, ma non mi fidano, come sempre d'altronde.

E pensare che questa era la mia casa tempo fa e potevo entrarci senza problemi. Ora invece, grazie a questo cancello, loro possono distinguere la loro gente dalla mia.
Appena provo a varcarlo, mi sento spingere indietro. Corrugo la fronte e mi guardo intorno. Dal nulla, proprio davanti a me, appaiono due angeli.
Guardie? Cosa sta succedendo a questo luogo?
''Aldous!'' grido sapendo che lui sta lì a guardare la scena. Non ricevendo risposta, continuo a parlargli ''Questa era anche la mia casa, mi fa male al cuore essere trattato così. Vengo in pace, ho bisogno del tuo aiuto.'' sospiro ''Visto che non sono più il ben venuto qui, ti prego di uscire fuori e seguirmi. Alaric si sta dando da fare.'' concludo, iniziando ad allontanarmi.
Sento una mano fermare il mio braccio destro e mi giro, alzando la mia sinistra, pronto ad attaccare. Guardo negli occhi l'angelo che mi trattiene e mi viene un colpo. Adela.
I suoi capelli scuri in contrasto con i suoi bellissimi occhi color ghiaccio la rendono ancora più bella di quanto ricordassi.
Sento i brividi attraversare il suo corpo, ma non lascia la mia mano. Scuoto la testa ricordandomi cosa devo fare.
''Lascia la mia mano. Lasciamo per la prossima volta i problemi familiari.'' le dico riprendendo il controllo. Da quanto tempo non ci vediamo?
La vedo sorridere.''La famiglia prima di tutto, Jason Murray'' mi dice senza lasciare la mia mano.
''Tu non sei più la mia famiglia.'' le dico freddo, sentendola sussultare e lasciare la mia mano.
In quel momento vedo Aldous uscire e venire verso di noi. Senza degnarla di uno sguardo in più, mi giro e prendo il volo. Cerco la mente di Chloe, ma non la trovo.
Aumento la velocità. Il vento mi scompiglia i capelli e mi stroppiccia i vestiti, ma non sento freddo.
Mi guardo dietro e vedo che è vicino. Torno a guardare avanti, dispiegando ancora di più le ali; spero vada tutto bene. Non riesco a collegare la mia mente con la sua, il che fa aumentare il mio battito cardiaco.

Appena arrivo, chiudo le mie ali e mi dirigo verso la stanza di Laurence. Sento la sua mente toccare la mia e abbasso le mie barriere.
'Come sta?' mi sento chiedere.
'Quale dei due? Stava quasi per mettere KO Laurence e se non ti dispiace, non voglio che accada la stessa cosa anche a lei.' gli rispondo appena arriva al mio fianco. 'Quindi non so come stia' concludo.
Apro la porta della stanza:  Laurence alza lo sguardo appena entro e vedo le lacrime rigare le sue guance, mentre lei tiene la mano di Alaric, stando con la testa sulla sua spalla.
''A me sembra che vada tutto bene'' mi dice Aldous.
Sbuffo, avvicinandomi a lei. Se tutto va bene perchè non sento i suoi pensieri?
Le accarezzo i capelli e la scuoto, toccadole le spalle. Un lampo mi accecca e sento finalmente i suoi pensieri disperati. No, diamine, no! Senza esitare, allargo le mie mani e mi concentro sul battito del suo cuore. La sento rabbrividire e il loro legame si interrompe. Senza forze si abbandona a me. La prendo in braccio, quando, d'un tratto sento una mano, attacarsi alla mia gamba. Lo stesso lampo di prima mi annebbia la mente, ma attacco appena in tempo, svegliandolo e guardandolo negli occhi, senza lasciare un attimo Chloe. Lo sento gridare, mentre interrompo il contatto visivo. Mi allontano, annuisco ad Aldous e passo vicino al moro che non sta più piagnucolando, ma è svenuto per terra. Esco dalla stanza dirigendomi verso la nostra.*

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The dark angel

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