Capitolo uno.

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« Ehm, scusate il ritardo. » una voce abbastanza dolce rimbomba per l'aula di chimica. Il primo giorno di scuola e c'è già un ritardatario, ottimo modo per iniziare l'anno.

Il tono carino fa intuire che, oltre ad essere un tipo di bell'aspetto, è completamente dolce... e s'intende sia di carattere che d'aspetto. Mi costringo ad alzare lo sguardo sulla sua figura... in realtà preferisco sempre non posare gli occhi sui ragazzi, perché alla fine non ho speranze con loro ed una cotta sarebbe totalmente inutile.

« Per questa volta passa. » afferma la professoressa, per poi spostare gli occhi sul registro. « Il suo cognome? » chiede, con il solito tono acido e ambizioso.

« Horan. » fa una pausa breve. « Sono Niall Horan. » si presenta, per poi sfoggiare un sorriso dolce esattamente come il suo viso.

Ha due grandi ed espressivi occhi azzurri, i capelli biondi, la pelle chiara e ti fideresti di lui a primo sguardo. Infatti, mi torna difficile che non sarà una delle prossime vittime dei bulli della scuola... eppure penso che la bellezza di cui è dotato lo farà sfuggire da questo.

Tuttavia, è poco ma sicuro che in molte gli andranno dietro.

La professoressa annota qualcosa sul registro, poi fa cenno al biondo di prendere posto. Questo sposta lo sguardo per i vari banchi vuoti dell'aula, ma gli occhi azzurri si fermano esattamente nei miei. Arrossisco a quel contatto distante e indiretto, poi il cuore sobbalza nel costatare che, fra tutti i posti liberi, ha deciso di sedersi proprio accanto a me.

Arrossisco, ma cerco di non farlo notare: sarà stato un caso, forse voleva solo sedersi ai primi banchi per seguire meglio le lezioni.

L'ora passa in fretta, gli mando delle occhiatine veloci, solo perché mi incuriosisce il suo aspetto. Alla fine capisco che non è completamente americano, ma ha origini irlandesi.

A questo punto, rimangono cinque ore scolastiche.

La seconda è nel laboratorio di musica, niente di tropo atroce o insopportabile; anzi.

Arrivo velocemente in aula, cercando di non farmi notare: è il primo giorno di scuola, non voglio dover trovare bulli in ogni direzione e finire in ospedale già da adesso.

Incrocio le dita durante il viaggio, l'indice e il medio, supplicando Dio di mandarmela buona. Infatti, tutto procede liscio.

Anche le altre ore (Letteratura, ricreazione -e mi sono rinchiusa in bagno per evitare i problemi-, matematica, geometria e francese) procedono bene, fino all'uscita.

Questo è il momento che odio quasi più della ricreazione: una volta che la campanella suona potrebbero anche ammazzarti di botte, non sarebbe colpa della scuola dal momento che dopo le 14.00 non siamo più sotto il suo controllo.

Deglutisco ed esco dall'enorme edificio, avviandomi verso la fermata del pullman, a metà tragitto però vado a sbattere contro un ragazzo alto, moro e dalla carnagione scura.

Mi tasto il sedere dolorante, alzando lo sguardo.

L'espressione adirata del diretto interessato mi fa sobbalzare. Scatto in piedi ed inizio a tremare, la voce è così impaurita da poter pronunciare le mie scuse.

Deglutisco e socchiudo gli occhi, aspettando di essere pestata a sangue fino alla morte, mentre si fa spazio in me il desiderio di piangere perché sono stata troppo sbadata.

« Stai attenta a dove metti i piedi, razza di idiota. » sbraita, incrociando le braccia e mandandomi uno sguardo minaccioso.

« Io... davvero, non l'ho fatto di proposito, scusa! » chiedo, balbettando e con un tono poco calmo. È strano che non me le abbia ancora date di santa ragione, ma è troppo presto per affermarlo.

« Malik, ma insomma. » afferma un altro ragazzo, spuntato da chissà dove. Occhi verdi, capelli folti e ricci... anche questo, è particolarmente bellissimo.

Sospiro, oggi mi sento circondata da principi azzurri.

« Perché prendersela con una ragazza? » sbuffa il riccio, dandogli una pacca sulla spalla e sorridendomi. Abbasso istintivamente lo sguardo, mentre le guance prendono fuoco. È la prima volta che qualcuno mi difende.

« Non ascoltarlo, Styles è soltanto un ragazzino. » sbraita l'ennesimo ragazzo... solo ora mi accorgo del fatto che erano in tre, e che sono andata a sbattere proprio davanti a quello più macabro d'aspetto. « Suggerisco di darle una lezione, per far capire chi è che comanda, qui. » afferma l'altro ragazzo. Sollevo lievemente lo sguardo, non ho mai visto nemmeno questo qui. Occhi azzurri e capelli sul rosso scuro.

« Lascia perdere, Zayn. » insiste il riccio, che dovrebbe prendere il cognome di Styles... il moro, invece, si chiama effettivamente Zayn. Da qui capisco il motivo della pelle olivastra, non è americano.

Sospiro, con gli occhi che oscillano velocemente, percorrendo i volti di tutti e tre i ragazzi.

« Mh. » sospira il moro, corrugando la fronte. « Per questa volta, passi. » afferma, mandandomi un'occhiataccia micidiale. Corro in direzione del pullman, salgo e mi allontano sempre di più dalla scuola.

Almeno per oggi, l'ho passata liscia.

Speriamo prosegua per lo stesso verso anche in seguito... ma è improbabile. So che qualcosa tornerà a tormentarmi la vita, lo sento.

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