Capitolo ventidue.

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{ E’ ancora ovunque.

Tutto è inquieto nel mio cuore.

Odio il modo in cui si sente.

Improvvisamente ho paura di esserne fuori.

Le giornate sono scure quando tu non sei qua intorno.

L’aria sta diventando difficile da respirare.

Vorrei che mi avessi solo buttata giù.

Vorrei poter andare a dormire.

Amarti è un suicidio.

Non so se andarmene o restare.

Sto cercando di tenermi in vita, sapendo che per un’altra possibilità è troppo tardi.

Ma ti ho sentito dire che mi ami,

questa è la parte che non posso dimenticare,

e vorrei che fossi venuto a salvarmi... perché sto oltre il confine. }

(Suicide - Rihanna)

Ed eccolo lì il colpo che aspettavo.

Bullismo, bullismo e ancora bullismo.

Colpi, colpi e ancora colpi.

Odio, odio e ancora odio.

Ma, soprattutto bisogno di Zayn. Ho bisogno di Zayn adesso più che mai, e non c’è. Beh, ci credo, cercava di capire se mi fidavo di lui e l’ho mandato a quel paese, senza problemi.

Un altro colpo, diretto allo stomaco, forte da farmi piegare, mentre le ginocchia cadono sul pavimento e dei graffi si aggiungo ai lividi.

« Zayn. » farfuglio. Doveva essere un urlo, qualcosa che servisse per chiamarlo, ma non ci riesco. La mia voce è spezzata dalle lacrime, dal dolore che continua a espandersi per il mio corpo, ma la mente è fissa solo su di lui.

Perché quella è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Lentamente, giorno dopo giorno, mi sono innamorata di Zayn sempre di più... ma, solo ora che tutto è finito, me ne rendo conto.

Ora che la sua mancanza è astenuante, ora che non riesco a stare senza di lui.

Fa schifo vederlo girovagare per la casa, la scuola e il giardino e abbassare lo sguardo, non dire una parola, rimanere nel silenzio che per un po’ ero riuscita ad abbandonare.

Un altro calcio, poi una risata divertita e bastarda.

Apro di poco gli occhi, vedo il viso allegro del solito bulletto di turno, che ha smesso di sfogarsi e ora se ne va via.

Cammina, mi dà le spalle, potrei anche morire lì a terra. Ma so che non succederà, perché quando vuoi dare una fine alla sofferenze, niente è disposto ad aiutarti. A tirarti fuori dal dolore.

Le lacrime scendono giù per le guance. Non solo per il dolore fisico, ma per quello che ho dentro. Per i sentimenti offuscati dai colpi che mi rimbombano nella testa, mentre il sangue pulsa nelle tempie. Mentre voglio rialzarmi e tornare in classe, ma non posso per il dolore.

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