Capitolo sei.

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Pov Zayn.

Passo circa due ore sui libri, odio la matematica. È complicato ricordarsi ogni formula, regola e i passaggi da fare, questi problemi mi mandano totalmente in tilt.

Sollevo lo sguardo, per poi notare che le lancette dell'orologio segnano le 16.30, quindi decido di bere un bicchiere di succo d'arancia e di fare una doccia, per prepararmi alla prossima guerra... la cena. Lì sarà parecchio difficile farle mangiare qualcosa.

Mi preoccupa il fatto che non abbia minimamente intenzione di toccare cibo. Le scuse che inventa, come i forzati 'non ho fame', non mi convincono totalmente... ma sarà una mia impressione. Insomma, è parecchio magra per la sua età, escludo possa avere problemi col peso e stia cercando di dimagrire.

Abbasso la maniglia, ma la porta è chiusa dell'interno, quindi deduco ci sia Fra dentro. Sospiro, per poi accendere nuovamente la tv e passare altre tre ore sul divano.

Noto che le lancette dell'orologio hanno cambiato un po' troppo il posto, finché non porto a termine la possibilità che abbia qualche problema in bagno, insomma, tre ore lì dentro che ci sta a fare?

Busso, in attesa di una risposta, che non si decide ad arrivare. Ritento. Niente.

Evidentemente ce l'ha ancora con me perché l'ho obbligata a mangiare, ma rinchiudersi in bagno è un azione abbastanza immatura... e stupida.

Tuttavia, sospiro e continuo a bussare, con più forza, senza ottenere nessuna sua risposta. Né un verso, né un rumore di passi, niente. C'è il più totale silenzio.

La storia inizia a farsi strana, ma decido di non insistere, dovrà uscire da lì... prima o poi.

Quattro ore dopo.

« Fra, adesso seriamente, aprimi! » sbotto, bussando con forza e insistenza contro la porta di legno. Ma, per l'ennesima volta, nessuna reazione da parte sua decide di farsi viva. Okay, sarà anche arrabbiata, ma penso che adesso stia esagerando.

Non parliamo di due minuti rinchiusa in bagno, ma di più di sei ore... e il caso mi preoccupa. Insisto per altri cinque interi minuti, poi decido di chiamare i suoi genitori; sembrerebbe la scelta più adatta.

Compongo il numero sul cellulare, sbuffando sonoramente. La madre mi risponde dall'altra parte del telefono, con un po' di fretta.

« Mh, signora Winters, ho un altro problema con sua figlia. » sospiro, le illustro cosa ha fatto adesso e lei risponde un seccato « Trova un modo per farla uscire da lì dentro, non posso fare niente adesso. Ti lascio, ciao. »

Una volta liquidato, il problema torna sulle mie spalle. Sospiro e cammino più volte per il corridoio, finché non ricordo che potrei arrampicarmi dall'esterno e arrivare alla finestra del bagno, lì dovrà aprire per forza, se necessario mi basterà rompere il vetro.

Percorro il giardino, fino a vedere il balconcino della sua camera, e subito dopo il bagno. Mi arrampico con fatica, e fra un albero e vari mattoni riesco a salire sano e salvo fino alla finestra. Mi concedo un attimo per riprendere fiato, dopo cerco di vedere cosa mi permette il vetro, ma le tapparelle sono abbassate quasi del tutto, pochi fasci mi fanno notare la luce accesa all'interno.

Gli urlo per interi minuti di aprirmi, ma dal momento che non si decide opto per la rottura del vetro. Sua madre mi darà ragione, d'altro campo, e suppongo smetterà di fare i capricci, una volta per tutte.

Sbuffo, e sferro un pugno contro il vetro. Delle schegge volano rapidamente, ma i miei riflessi pronti mi fanno abbassare.

Ho le nocche ricoperte da tagli, tutto per l'idiota che ha deciso di tornare bambina. Ci soffio sopra, devo ammettere che bruciano parecchio, tuttavia sollevo le tapparelle il più possibile, finché non inizio a scorgere la figura di Fra.

Spalanco gli occhi appena la vedo distesa sul pavimento, estremamente pallida, qui si spiega il perché non era nemmeno intenzionata a rispondermi. Questa volta opto per varie gomitate alle tapparelle, che poi si tirano su e mi fanno entrare nel bagno, vuoto se non per la sua figura.

Scuoto più volte dalle spalle Fra, che non sembra intenzionata ad aprire gli occhi e rispondermi. Giro la chiave più volte nella serratura, afferro il cellulare e compongo il numero dell'ospedale, è l'unica cosa che mi viene in mente, per adesso. Non capisco cosa possa avere, insomma.

Ha mangiato, quindi escludo a priori un calo di zuccheri.

Febbre no, non bruciava particolarmente, al contrario era parecchio fredda.

No, non ne ho idea.

Dopo qualche secondo si decidono a rispondermi, do l'indirizzo di casa e l'ambulanza arriva solo dopo circa dieci minuti, osservano Fra, che nel frattempo ho sollevato e spostato sul divano. Uno dei quattro medici la squadra più volte, per poi afferrare una bustina di zucchero e fargliela forzatamente ingoiare.

« Che ha? » chiedo, corrugando la fronte e deglutendo.

« Calo di zuccheri, forse. » ipotizza, alzando le spalle e tornando a osservarla, per cercare una sua reazione. Lentamente, fra semi-apre gli occhi, per poi provare a tirarsi su con fatica.

Si appoggia una mano sulla fronte, mentre ci fissa con aria di incomprensione.

« Come sospettavo. » sospira il dottore, dovrebbe avere sui quarantacinque anni, ma preferisco tornare con lo sguardo sulla mia coinquilina.

« Da quanto tempo non mangia? » chiede, tornando con gli occhi su di me. « Mh, dall'ora di pranzo. » scuoto la testa, non trovando il motivo della sua domanda.

Regolarmente, un calo di zuccheri dovrebbe averlo qualcuno che mangia estremamente poco, o per niente. Insomma, questo è quello che ho capito dalle lezioni di scienze che ascoltavo a pezzi, visto che non le ho mai trovate estremamente interessanti.

« Mi ha costretta a mangiare qualcosa che odio, quindi ho vomitato tutto... non mi sentivo bene. » risponde, mandandomi una debole occhiataccia. Il dottore sospira. Mi ordina di farle mangiare qualcosa di più leggero, ma deve comunque assumere zuccheri o qualcosa che la mantenga in vita, non può digiunare per sempre! Ascolto senza così tanto interesse le parole del medico, ma sapere che se ha rimesso tutto il merito è mio mi provoca dei leggeri sensi di colpa.

Eppure, nel suo sguardo e tono di voce c'è qualcosa che non mi convince.

Mi sembra tutta una messa in scena creata sul momento...

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