1. Il mio pensiero.

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"E adesso che sei dovunque sei,

chissà se ti arriva il mio pensiero.

Chissà se ne ridi o se ti fa piacere."

Ligabue - Il mio pensiero





Uscii da casa Albanese e immediatamente sentii il freddo pungere la mia pelle.

Tenevo strette nelle mani le uniche due valigie che avevo portato con me dal college e che in quel momento stavo posizionando ancora una volta nell'auto dello zio Albanese, Andrea, per far ritorno tra le mura della stanza del college.

Finite le vacanze natalizie che, come al solito, avevo passato con i miei genitori, con gli zii e con Giorgio e Virginia in qualche paese nelle vicinanze fino al capodanno, stavo facendo ritorno al college.

- " Agitata? " - domandò mia madre. Era a conoscenza della mia abile capacità di mascherare i sentimenti in presenza di altri, per non destare preoccupazione. Soprattutto, sapeva che al ritorno in qualsiasi scuola avevo la tremarella. Sciocca paura.

- " A dire il vero.. sì. " - ammisi, più a me stessa che a lei. Avevo passato l'intera mattina stessa e la giornata precedente, facendo credere a chiunque mi stesse vicino che non ero affatto preoccupata per il rientro dalle vacanze.. in realtà quel natale era stato traumatico per me.

- " Devi semplicemente stare calma. Tutto si risolverà per il meglio." - cara dolce mamma. Solo lei era a conoscenza del vero perché della mia insicurezza. Paura differente dagli anni precedenti.

Se prima temevo il rientro per la svogliatezza, quella volta era diverso. Avevo paura di rientrare per avvenimenti poco precedenti al Natale.

- " Ho commesso una cazzata, mamma." - sospirai.

- " Sì, l'hai commessa. Proprio per questo sarai più giudiziosa. " - sorrisi. Riusciva a comprendermi anche quando mi trovavo nel torto. Amavo mia madre. - " E se avrai bisogno, io sarò pronta ad aiutarti. " - aggiunse poi, abbracciandomi forte. Ci saremo lasciate ancora e spesso avevo nostalgia di lei e di casa.

- " Ti voglio bene. " - sussurrai, stretta tra le sue braccia.

- " Anch'io bambina mia. " - le stampai un bacio veloce sulla guancia, prima di avvicinarmi al papà che mi attendeva a braccia aperte poco più in là. Salutai anche lui, poi la zia e mi avviai in auto.

Giorgio e Virginia attendevano solo me, proprio in macchina a causa del freddo.

- " Sempre l'ultima, eh. " - ribadì Giorgio, scherzando. Peccato che io non fossi in vena di scherzi.

- " Sempre rompi palle, eh. " - lui sorrise, poi mi strinse tra le sue braccia, preparandosi al viaggio. Volevo un bene particolare a mio cugino.. era il fratello che mai avevo avuto, il fratello maggiore con precisione.

- " Mi fate sentire un imbecille, qui davanti da sola. " - lagnò Virginia, dal posto passeggeri al fianco del guidatore.

- " Mi spiace, ma qui siamo al completo.." - rispose Giorgio. Virginia lo fulminò dallo specchietto retrovisore, osservando scrupolosamente i due posti liberi che circondavano me e Giorgio, uno a testa.

Stava per aggiungere altro, ma scaltri io e Giorgio ci allungammo in modo tale che non rimanesse spazio nemmeno per una sola persona. Eravamo maligni, lo ammetto.

- " Bastardi.. qui da sola, mi fanno stare. " - sbraitò la mia migliore amica, fulminandomi con lo sguardo. Da Giorgio c'era d'aspettarselo, da me non proprio. O forse sì. Io e Giorgio eravamo fin troppo complici in qualsiasi tipo di situazione.

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