8. Mad

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"Nessuno parla, perchè si tramuterebbe in un litigio
Adesso sto gridando verso di lei e lei sta gridando contro di me
Tutto ciò significa che nessuno di noi due sta ascoltando
E peggio ancora, non ci ricordiamo perchè stiamo discutendo."
NeYo - Mad

Il suo respiro accarezzava la pelle del mio collo, provocandomi eterni brividi sull'intero corpo. Mi ripetevo continuamente di stare calma, che le probabilità che la stessa persona che avvolgeva le mie spalle con il suo petto, fosse la stessa dell'immagine che si presentava nella mia mente, fossero davvero poche. O forse non ce n'erano.
Eppure quel profumo era familiare alle mie narici. Riuscivo a ricollegarlo ad una sola persona e, in un certo senso,speravo di non sbagliarmi.
- " Hai il fidanzatino e non me lo dici? " - sorrisi. Mi maledissi subito dopo per averlo fatto, ma era stato un impulso fin troppo incisivo da poter essere soffocato.
-" Dovrei rendere conto a te, dopo i festini notturni organizzati nella tua camera, Bellegrandi? " - non fui io a voltarmi, fu lui che con presa decisa fece volgere il mio corpo in direzione del suo. Ed ancora mi fu inevitabile sorridere. Quella vicinanza tra noi mi piaceva. Avevo bisogno di quella vicinanza, necessitavo ancora delle sue labbra in prossimità delle mie.
Mi aveva confusa ed era bastato pochissimo. Ma ciò non voleva dire che lui mi piacesse, contenevo in me solo tanta curiosità, qualità che spesso ritenevo un difetto anziché un pregio.
- " Non soltanto notturni. " - mormorò, per poi far finta di mordersi la lingua. Il suo era uno sporco tentativo di farmi saltare i nervi. Ma, guarda caso, non ci sarebbe riuscito, non in quel posto.
- " Sai, non sono qui per sapere quante volte scopi al giorno. " - con ironia, avevo sbattuto in faccia al moro la verità. Ero lì per rilassarmi, per schiarirmi quelle idee che proprio lui aveva scombinato, intrecciato ed in fine confuso. In un certo qual modo, ero lì per mantenere le distanze da Mattia, ma non potevo sapere che solo passando del tempo con lui, sarei riuscita a riportare ordine nella testa e di conseguenza nel cuore.
Mi allontanai con disinvoltura dal suo corpo, per guardarmi un po' intorno. Dovevo distrarmi, l'unico modo era ignorare Mattia e concentrarmi su un genere musicale differente.
- " Hai ragione. Sei qui per il fidanzatino. " - lasciai andare una risatina nervosa.
- " Geloso, Brì? " - a giudicare l'espressione divertita che assunse, avevo sparato una stupidaggine. Dovevo provarci comunque, non mi sarei lasciata andare per vinta.
- " E tu perché sei qui? " - domandai.
- " Per il tuo stesso motivo. " - se credeva fossi lì per incontrare Andrea, lui doveva incontrare un'ipotetica "qualcuna" che magari sarebbestata alta, mora e un fisico da modella. Il mio opposto, pensai. Ero certa che lui amasse quel genere di ragazze, non la semplicità fatta persona che stava scrutando, ovvero me. Mi finsi indifferente, alla presa di conoscenza delle sue intenzioni. Non volevo dimostrarmi delusa, quando invece lo ero.
- " Io sono qui per la musica,Mattia. " - mormorai. Controllavo il mio tono di voce per non permettergli d'intuire un mio qualsiasi stato d'animo, cosa che mi risultava difficile, vista la mia grande passione per le liti con il moretto.
- " Io sono qui per una ragazza. " - mi guardò sorridendo, maliziosamente. Non quel tipo di malizia che avrebbe dovuto irritarmi. Sembrava volesse farmi sentire speciale, ma non intendevo illudermi, credendo di poter essere io quella ragazza.
-" Ti chiederei di chi si tratta, ma poi sembrerei interessata e, puoi fidarti, non lo sono. " - cominciai a scrutare uno scaffale più in là. Scorsi uno dei miei cd preferiti in assoluto: Adele 21. Lo afferrai immediatamente, cominciando a leggerne le tracce, indecisa su quale avessi più voglia di ascoltare.
- " Come ti senti? " - chiesi. Giustificai la mia domanda, ripetendomi che non dovevo apparire ineducata visto che avevo due genitori assai severi in tema di educazione. Ma sapevo che la realtà era un'altra:m'interessava davvero sapere se il suo stato d'animo era evoluto dalla mattinata stessa.
- " Meglio. Sono uscito per distrarmi. "- ancora sorrisi, pensando che entrambi eravamo in quel posto per lasciare alle spalle i problemi.
- " Contenta per te. " - gli rivolsi un'occhiata tranquilla, non appena lo notai in avvicinamento. Appoggiò la schiena ed uno dei piedi contro davanti la quale mi trovavo. Percepivo il suo sguardo percorrere il mio corpo. Mi sentivo nuda dinanzi a lui. E non mi spiegavo il suo atteggiamento, ma non avrei certamente chiesto nulla.
- " Dici di non volerlo sapere, ma io te lo dico comunque. La ragazza per cui sono qui, sei tu." - mi colse del tutto alla sprovvista, perciò arrossii. Le sue parole mi avevano spiazzata.
Doveva avermi seguita per sapere dove potermi trovare. A nessuno avevo riferito la mia destinazione, prima di lasciare il dormitorio. E non mi ritenevo poi così prevedibile da poter tirare a caso.
- " Perché io? " - Mattia scrollò le spalle, quasi non ci fosse un vero perché.
- " Avevo voglia di vederti. " - il modo in cui mi sorrise, mi fece rabbrividire.
-" E come mi hai trovata? " -
- " Ti ho vista uscire dal dormitorio. " - il suo ragionamento aveva una logica, non osai obiettare. A quel punto, data una risposta ad ogni dubbio, inserii il cd nell'apposito stereo per poterne ascoltare qualche traccia. Nel mentre, mi proposi di compiere una buona azione e di dire la verità a Mattia, una volta tanto.
- " Non è il mio ragazzo. " - non alzai lo sguardo, per paura di poter scorgere una faccia da "lo sapevo." che mi facesse intendere quante poche chance potessi avere io, con qualsiasi uomo.
- " Visto che non lo è, ti marchio. "- sbarrai gli occhi, cogliendo un doppio senso alquanto stupido nella frase. Con marchio cosa intendeva?
Afferrò l'interno del mio polso, lì dove si scorgono vene verdi, di tanto in tanto blu. Dapprima stampò proprio su queste un dolce bacio, per il quale rabbrividii, sorridendo. Poi lo vidi trafficare un po' con uno dei suoi polsi, dal quale sfilò un bracciale che mi parse d'oro bianco e che legò al mio.
Mi permise di ammirarlo e notai una piccola incisione al suo interno. Era riportata 'Briga' e al suo fianco 'lotta'.
- "Briga significa lotta in qualchr lingua? " - e per tutta risposta, Mattia confermò la mia tesi.
- " E' un regalo di mio padre. " - spiegò, sorridendo. - " E ora voglio che lo tenga tu. " - terminò.
- " Oh, no. Non posso accettare. " - dissi, subito. Cercai di sfilarlo, ma lui mi fermò. Capii che dovevo tenerlo. Che quello non era un gesto del momento. Che quello era il suo modo per dimostrarsi gentile, propenso forse ad un'amicizia "normale".
- " Ritienilo un prestito. Quando sentirai la mia mancanza, mi troverai al tuo fianco. " - ed indicò il bracciale. Sorrisi per l'ennesima volta, sfiorando quel bracciale che ai miei occhi sembrava il più prezioso al mondo.
Caricai il cd e inserii una canzone. La prima fu Set Fire to the Rain.
Indossai delle enormi cuffie bianche appena in tempo per l'inizio della canzone. Canticchiai fin da subito, osservando Mattia e rivolgendogli qualche sorriso, ormai in preda al buonumore.

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