9. Be Alright.

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"And for you, I would walk a thousand miles
to be in your arms, holding my heart
I, Oh I.. I love you."
Justin Bieber - Be Alright

Paola's pov.

Aprii l'armadietto con estrema facilità, cosa che diede a notare quanto il buon umore incidesse sulle mie giornate.
Scaraventai al suo interno una massa incontrollabile di libri e sospirai, contenta che tra massimo un paio di ore anche quella giornata scolastica sarebbe arrivata al termine, permettendo al week-end di fare il suo ingresso. E proprio di sabato sera ci saremmo visti tutti al pub per un serata tra amici.
I giorni a seguire si prospettavano buoni.
Sul mio viso padroneggiava un radioso sorriso e, per mia sfortuna, sapevo bene a chi fosse dovuto e perché.
- " Buongiorno. " - percepii un paio di labbra posarsi veloci sulla mia guancia e schioccare sonore. Avvertii persino un lieve odore di tabacco, quasi totalmente sovrastato da un profumo che attribuivo a Bulgari. Anzi, visto il soggetto, si trattava sicuramente di una fragranza targata Bulgari.
- " Bonjour. " - esclamai, voltandomi a guardare Mr. Bellegrandi in persona che quella mattina aveva deciso di salutarmi. Risaltava in lui un non so ché di diverso.
Forse era variato il mio modo di guardarlo, andavo oltre l'apparenza. E mi resi conto di poter scorgere le sue emozioni, differentemente dai giorni precedenti.
Quella era la vera vittoria, la mia.
-" Sei di buon umore. " - affermò, chiudendo l'armadietto per me.
- " Sì, lo sono. " - sorrisi. Ero nuovamente felice, dopo strane settimane passate nell'angoscia. Non m'importava più di aver perso la verginità con un estraneo. Mi ripetevo le parole di Mattia, in modo petulante, capendo che non tutto era perduto come pensavo.

«Credo che tu non debba avere paura. E' normale fare stupidaggini, ma se ancora ci pensi probabilmente non lo è stata.»

-" Il motivo? " - domandò, avvicinandosi appena. Primeggiava sul suo volto un sorriso sghembo che però mi pareva dolce. Riuscivo a scovare il suo vero essere e la cosa mi piaceva alquanto.
- "Parlare con qualcuno mi ha fatto bene. Ho capito che non devo temere un errore, perché probabilmente non lo è. " - il suo sorriso andò allargandosi, facendo di me una sua preda. Ero del tutto rapita dallo splendore che emanava quel mattino.
- " Sai che anch'io sono contento? " - supposi che mi stesse dicendo una cosa simile, perché ne volesse parlare. Quindi subito domandai:
- " E perché? " -
- " Parlare con qualcuno mi ha fatto bene." - mi imitò. - " Ho scoperto che spesso le apparenze ingannano e che.. vorrei essere tuo amico. " - il cuore perse un battito, ma poco ci badai. Ero persa in un mix tra le sue parole, i suoi occhi, il suo sorriso e le mie emozioni. Emozioni che da tempo non provavo più e che solo ultimamente, da quando lui aveva voluto scavalcare quel muro che io stessa avevo innalzato, riuscivo a sentire vive dentro me.
Lo guardavo inerme, capendo fin troppo tardi che attendeva una risposta di qualsiasi genere.
- " Oh, Mattia. Tu lo sei già. " - dissi il tutto con un particolare tono soave che per lui calzava sicuramente in modo insolito su di me. - " Ma se vuoi potremo diventare "buoni amici" che mi pare meglio. " - lui ridette ed io lo imitai spensierata.
- " Allora.. potremo uscire. " - propose con un filo d'imbarazzo. Desideravo sul serio diventare sua amica, era ovvio che aspirassi a molto di più, ma per il momento mi sarei accontenta di potergli stare vicina senza sentirmi in soggezione.
- " Certo. Non ti darò buca. " - lo sfottei, divertita quanto lui.
- " Non oserai. " - mi schernì Mattia, provocando mie risa. - " Che ne dici di oggi pomeriggio? " - annuii. Non avevo impegni per il resto della giornata. Preferivo quindi un pomeriggio con Mattia Bellegrandi che con una vaschetta di gelato, nemica e amica del mio corpo a periodi alterni.
Ero inconsapevole, però, che avrei scelto sempre e comunque Mattia Bellegrandi, se ne avessi avuto l'opportunità.
- " Alle cinque davanti l'entrata del dormitorio. Non farmi attendere, piccola."- mi stampò un ennesimo bacio, mentre io, spazientita dal nomignolo, mi dimenavo.
- " Non chiamarmi in quel modo. " - sbraitai, osservandolo in lontananza. Si stava dirigendo verso la classe di chimica. «Povero lui»pensai.
-" Non ti piace? " - prese a camminare all'indietro, diminuendo il passo per guadagnare tempo. Mai Mattia Briga aveva preso le somiglianze di un orsetto di peluche, ai miei occhi. Solo allora scorgevo in lui dell'innocenza che con tutte le probabilità era davvero poca, ma esistente.
- " Non è che non mi piace. Sono sicura che lo affibbi a tutte. " - quel sorriso sghembo fece ancora la sua apparizione, stordendomi.
- " Da oggi, allora, non chiamerò più nessuna in quel modo. Sarai solo tu la mia piccola. " - tornò sui suoi passi, congedandosi con un occhiolino. Custodivo quell'immagine tra i ricordi, provando gelosia per chiunque tentasse di estorcerla da quell'angolo immenso di mente che le era stato riservato.
Se io ero una sua proprietà, doveva valere anche per lui.
Sentivo che quello sarebbe stato solo l'inizio di molto altro.

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