"La libertà è una giustificazione.
Cambiare donna la tua soluzione."
Noemi - I sentimentiDopo aver conversato con i nonni di Mattia, capii quanto lui potesse cambiare e sembrare un ragazzo di buona famiglia quando voleva.
E mi ricredetti riguardo i ricchi: alcuni di loro, come nel caso di Noemi e Gianni, non erano poi così pessimi. Certo, il loro essere ricchi differenziava i nostri modi di pensare, ma fin da subito si mostrarono premurosi nei miei confronti, facendomi sentire a casa.
Non appena Noemi mi propose un giro turistico della casa,assieme a Mattia, fui felice. Avrei avuto del tempo per stare sola con lui.
E avrei potuto sfotterlo allegramente per quel suo essere così garbato, modo di fare che davvero non riuscivo a rivedere in lui.
Quindi ci recammo al piano superiore e non appena fummo certi di essere soli, esclamai:
- "Quindi tu saresti un aristocratico!" -
- " Solo un discendente. " - mi corresse.
- "Non ti ci vedo in giacca e cravatta, in una villa simile, sai? " - lui distorse le mie parole, per arrivare ad un concetto differente da quello che volevo esprimere ossia che non riuscivo a focalizzare in lui una persona di fama, con servitù e collaboratori di minore importanza.
- " Sono un figo in giacca e cravatta. " -
-" Perché non mi stupisce sapere che non hai capito? " - ridacchiai.
- " Perché tu mi credi stupido, anche se non lo sono? " -
- " Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda! " - evidenziai, fingendomi snervata.
- " Ma io sono Mattia Bellegrandi, piccola. " - lo guardai, torva, prima di superarlo nel lungo corridoio che si prostrava davanti ai nostri piedi.
- " Non hai mai detto di essere ricco. " - puntualizzai.
- " Perché non lo sono.. " - lo interruppi, ridendo. Voleva farmi credere di non vivere nel lusso, quando quella casa ne era la prova?
- " Ma se hai addirittura una Porsche! Come hai recuperato i soldi? Te li ha portati la cicogna?! " -
-" Tipo. Me l'hanno comprata i vecchi. " - wow, aveva molta considerazione dei suoi nonni. - " Loro sono davvero degli aristocratici. Ma la mia famiglia non è ricca.. siamo gente normale." - sorrisi, involontariamente. Lui che si definiva normale, quello era un evento epico.
Giravamo nel corridoio, buttando occhiate qua e là, prestando davvero poca attenzione alle camere da letto che apparivano tutte uguali ed estremamente fini per noi,semplici ragazzi.
- " Non capisco il perché di un regalo così.. esagerato. " - rivelai.
- " Vogliono comprarmi. Tentano in tutti i modi di farmi seguire le loro orme, a differenza di mia madre, loro figlia. " - spiegò, dandomi poca importanza.
- "E tu? Vuoi seguire le loro orme? " - domandai, incerta. Avevo paura che potesse prendermi per una ficcanaso. Mi guardò, fermandosi.
Forse avevo commesso un errore, ma dal suo sguardo non lo avrei dedotto.
- " No, io non voglio far parte di questo mondo. " - e mi sentii fiera di Mattia che avrebbe potuto vivere di lussi, quando preferiva una vita normale, probabilmente meno monotona di una vita agiata.
Mi prese per mano e continuammo a camminare lungo il corridoio, fin quando non giungemmo al terzo piano, per terminare persino quel piano e arrivare ad esplorarne un ennesimo, l'ultimo.
Era ricco di fiori e addobbi. Quel posto era certamente il più bello che avessi visitato in quella casa.Ricordava un vero e proprio giardino, con confini artificiali creati da mura. Vi si trovavano fiori di tutte le specie, anche le più improbabili, qualche albero piantato in enormi vasi che in seguito sarebbero sicuramente stati spostanti nel vero giardino o in qualche riserva.
C'era tranquillità in quel posto. E per un momento riuscii a sentirmi me stessa, sentivo di poter riflettere con calma e ammettere finalmente che la mia vita stava andando puttane e che solo una persona era riuscita, inconsapevolmente, a risollevarla. Lui.
-" E' bellissimo. " - sussurrai, stupefatta.
- " Già. E' il mio posto. " - commentò. - " E tu sei la prima a cui lo mostro." - rimasi del tutto priva di parole, specie perché non ero propensa a pensare che Mattia non avesse portato lì prima di allora ragazze, migliori di me, per rapire il loro cuore, usarlo, poi gettarlo nei rifiuti della spazzatura.
- " Sicuro? " - domandai, atteggiandomi. - " Sei certo di non averci portato qualcuna delle tue... sveltine?" - Mattia proruppe in risate che m'indussero un sorriso. Un sorriso che non riuscii a trattenere, né tanto meno a mascherare.
Era un effetto strano, quello che esercitava su di me. E non volevo neppure che lui tornasse ad essere lo stesso ragazzo di pochi giorni prima, ma trovavo tutto così maledettamente.. strano.
- " Gelosa, eh? " - sospirai. Ecco come rovinare con una parola ed un sospiro, attimi di riflessioni a suo favore.
- " Per niente. " - schioccai la lingua e m'incamminai un po' ovunque, lasciandomi dietro Mattia, che non credo mi seguii. Non fu un male, avevo bisogno di svagare la menteche come al solito era stracolma di pensieri, spesso futili.
Adocchiavo dei fiori e sorridevo, come investita da un'improvvisa ventata di buon umore.
Poi mi soffermai su una pianta di rose rosse. Avvicinai il mio volto ad una di loro, chiusi gli occhi e ne ispirai il profumo.
Con un attimo ebbi unflashback:
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Scommettiamo. Ti piace giocare?
Romancecopertina: @xEdenB - “ Se lo credi, scommettiamo. Ti piace giocare? “ – sul mio volto si stampò un enorme punto interrogativo che lo indusse a sorridere ancora. M’imbestialiva il fatto che lui fosse così calmo, così pacato e non si scomponesse mai...