"Quando si è innamorati, si comincia sempre con l'ingannare se stessi
e si finisce sempre con l'ingannare gli altri.
Questo è ciò che il mondo chiama una 'storia d'amore'."
Oscar Wilde
Un tonfo e aprii gli occhi.
Il mio fondoschiena aderiva ad una superficie gelata e una leggera brezza mi scompigliava i capelli.
Misi a fuoco la vista e mi accorsi di essere finita a terra, la finestra era aperta e da questa proveniva del vento lieve. Dovevo essere caduta da letto a giudicare dalle condizioni in cui mi trovavo.
Percepii, in seguito, delle risatine che si fecero sempre più intese, provenire dalla stanza stessa. Mi guardai bene attorno per poi localizzare Francesca stesa sul suo letto, intenta a reggere la pancia con le mani, a causa delle tante risate, e Virginia, appoggiata vicino alla sua parte d'armadio in cui, evidentemente, stava rovistando fino a poco prima.
Il perché delle loro risate era a me sconosciuto. E più le osservavo, più aumentava lo strano dubbio che quella reazione fosse dovuta a me, forse alla mia caduta, ma non credevo fosse stata talmente esilarante.
- " Il motivo di tanto ridere? " – domandai, mettendomi in piedi e massaggiando quelle parti del corpo che avevano subìto colpi maggiori.
- " Tu. " – rispose Francesca, prendendo aria.
- " Cos'ho fatto? " – le due si lanciarono sguardi maliziosi che io, come al solito, non compresi e che fin da subito maledissi. Poi Francesca si decise a prendere le redini della situazione e a raccontare cosa mi fosse capitato:
- " Diciamo che ti agitavi nel sonno, nominando qualcuno in particolare. " –
- " Chi? " – chiesi, stralunata.
- " E sorridevi, persino. Sembravi.. innamorata." – intervenne Virginia. Sulle prime, ridetti di quel loro racconto di così pura finzione. Ma quando le vidi serie, scrutarmi, capii che forse non mentivano.
- " Posso sapere almeno chi chiamavo così animatamente? " – ancora quegli sguardi, ancora risatine ed infine, all'unisono, svelarono il tanto atteso nome:
- " Mattia. " – e non potei farne a meno. Scoppiai ancora in risate, davvero sentite. Era illogico, improbabile e inutile che fossi proprio io a sognarlo.
- " Non stiamo scherzando, Poli. Lo chiamavi sul serio. " – mi ammonì Virginia, incrociando le braccia.
- " E sei persino caduta dal letto, ad un punto, tanto ti agitavi. " – aggiunse Francesca.
- " Non ci credo. " – terminai, alzandomi dal letto. Misi appena in tempo un piede a terra, prima di ritrovarmi nuovamente a sedere sul letto, con occhi sbarrati, presa da un ricordo:
"- " Poli io.. ti amo. " – bisbiglia un tizio dai capelli mori che riconosco essere sua.
- " Dici sul serio? Insomma, non mi stai tirando uno scherzo, giusto? " – chiedo, sentendo la labbra diventare secche.
- " Sì. Credo di essermi innamorato di te.." – e pian piano lo vedo in avvicinamento. Afferra la mia vita con una mano, l'altra la pone sulla mia guancia e fa sprofondare i nostri sguardi l'uno nell'altro.
- " Anzi, non lo credo. Ne sono convinto. " – sento le sue labbra poggiarsi sulle mie che riacquistano colore.
- " Ma non dirlo a nessuno, sarebbe sbagliato. " – sono le sue ultime parole."
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Scommettiamo. Ti piace giocare?
Romanscopertina: @xEdenB - “ Se lo credi, scommettiamo. Ti piace giocare? “ – sul mio volto si stampò un enorme punto interrogativo che lo indusse a sorridere ancora. M’imbestialiva il fatto che lui fosse così calmo, così pacato e non si scomponesse mai...