19. Two Worlds Collide

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"She was scared, unprepared

And lost in the dark, falling apart

I can survive with you by my side.

We're gonna be alrigh.

This is what happens when two worlds collide."

Demi Lovato - Two Worlds Collide




" Vai ancora a scuola? " – mi domandò Virginia, sistemando qualche libro. Afferrai la sciarpa dalla mia scrivania ed annuii, sorridente.

- " Passi gran parte del tuo tempo lì.." – mi fece notare, con fare premuroso.

- " La musica mi fa del bene. Quando suono ho del tempo per me stessa, rifletto. Grazie a pomeriggi simili, trascorsi in un aula canto, sono riuscita a riordinare il caos che c'era in me e a mettere da parte la rabbia." – Virginia mi guardò negli occhi, ancora una volta. Nel suo sguardo, qualcosa catturò la mia attenzione. Si trattava forse di un pizzico d'attenzione o probabilmente di una specifica aspirazione, a me sconosciuta.

In camera eravamo solo lei ed io. Francesca si trovava con Giorgio, da come prevedibilmente intuivo.

- " Ho sempre paura che tu non mi voglia più bene come prima. " – sorrisi, percependo la sua voce strozzarsi. A momenti avrebbe pianto ed io avevo la possibilità di non permettere che ciò accadesse. Mi avvicinai con cautela a lei, per poi accarezzarle le guance bianche.

- " Ti voglio bene più di prima, Virgi. In questa storia abbiamo sbagliato tutti, io in primis. Ma non ce l'ho con nessuno.. " – la rassicurai.- " ..o quasi." – aggiunsi poi, facendola ridere.

- " Ma nulla è più come prima. " – tirò su con il naso, permettendomi appena in tempo d'intercettare alcune lacrime che avrebbero preso il via sul suo viso, se solo io non le avessi frenate.

- " Non lo è, hai ragione. Ciò non significa però che non ti voglio bene. " – misi in chiaro.

A qual punto, Virginia annuì poco persuasa. Continuava a sostenere fortemente che ogni cosa dovesse tornare esattamente come prima, per poter dire con certezza che la situazione avesse riacquisito tranquillità. Io non la vedevo alla stessa maniera. Se tutto avesse intrapreso la medesima piega che aveva in precedenza, avrei sofferto maggiormente. Invece, in quel momento della mia vita, era stranamente aggradata.

- " Ci vediamo stasera. " – sussurrai, schioccandole un bacio sulla guancia.

Il mio pomeriggio poteva avere finalmente inizio.

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Chiusi gli occhi.

Quando poi sentii le sue labbra letteralmente sulle mie, rabbrividii e compresi cosa stava accadendo, compresi cos'era a mancare nella mia vita, se non lui.

E non mi fermai neppure quando lui si distaccò per riprendere fiato. Fui io ad avventarmi ancora sulle sue labbra, chiedendo di più, sempre di più.

Chiedendo altro oltre le sue labbra.

Mattia non mi negò nulla, andò oltre quanto potevo aspettarmi. Avvertii persino le sue mani fredde toccare il mio corpo, insinuarsi tra le maglie che magicamente non indossai più e che caddero sul pavimento. Lo stesso avvenne per la sua felpa, poi per la t-shirt. Bramavo ogni centimetro della sua pelle, che profumava a tal punto da mandarmi in tilt completamente.

Sorrisi.

Quei ricordi non provocano più male, scaturivano anzi in me una sorta di felicità per la quale mi accingevo ad affermare con certezza che Mattia era stato mio.

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