Capitolo 2

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Mi guardai intorno freneticamente, l'adrenalina che fluiva nel mio sangue simile a combustibile infiammabile.

Mi dava la forza necessaria per non crollare in preda al panico, ma non sapevo per quanto sarebbe durata.

Sentivo già strisciarlo sulla mia schiena, come un serpente gelido e pronto a mordere.

Duncan, addossato a me e ansimante, mi scrutò con occhi incupiti dal dolore.

Non potendo proseguire, senza il rischio di vederlo crollare a terra in tutto il suo metro e novanta circa di altezza, mi fermai, esalando in preda all'ansia: "Basta! Qui va bene. Ora stendo il sacco a pelo e ti ci siedi sopra."

Lui annuì, troppo stordito anche solo per parlare mentre le mie mani, muovendosi il più velocemente possibile, stesero a terra il sacco a pelo, sprimacciandolo più e più volte.

Con dita tremanti, aprii la cassetta del pronto soccorso che tenevo nel mio zaino ed estrassi alcune salviettine detergenti per disinfettarmi, prima di iniziare il lavoro vero e proprio.

Una volta fatto questo, indossai i guanti sterili e ripulii dal sangue la pelle di Duncan, sentendogli dire con tono ansante: "Devi... devi togliere...il proiettile..."

Lo sapevo, dannazione, ma non ero certa di avere il coraggio di tagliuzzarlo mentre lui era ancora cosciente.

Avevo sentito Mary B parlare dei suoi interventi mille e mille volte.

Affascinata da ciò che era in grado di fare con bisturi e filo, non mi ero mai persa le sue spiegazioni mentre, tra un commento e l'altro, sorseggiavamo the o mangiavamo pasticcini.

Ma ora che ero io a dover operare, la cosa non mi emozionava più. Tutt'altro. Ne ero terrorizzata.

"Non ho antidolorifici tali da permetterti di non sentire l'incisione che dovrò farti" precisai, allungando le mani verso la sua schiena, tastandola con dita tremanti per individuare il proiettile.

Lo schifoso era proprio sottopelle, lo potevo sentire senza problemi.

"Non... funzionano... non hanno effetto... su di noi" sussurrò lui, ansimando con forza.

Lo fissai sconvolta – era pazzo, forse? Come, non facevano effetto? – prima di concentrarmi sul suo aspetto emaciato.

Era pericolosamente pallido e il suo rantolo non mi piaceva affatto.

In poco meno di mezz'ora era peggiorato tantissimo, e non avevo idea di quanto avrebbe potuto resistere ancora.

Dovevo sbrigarmi, indipendentemente da tutte le sciocchezze che mi stava propinando.

"Quindi, se anche ti dessi un quintale di novocaina, non ti farebbe nulla?" gli chiesi, cercando il mio coltellino svizzero nella tasca interna dello zaino.

Ma dove diavolo era?!

"Esatto" annuì, chiudendo un momento gli occhi prima di riaprirli a fatica e aggiungere: "Sento la tua paura. Ma non devi aver timore di farmi male."

Ottimo, mi fiuta pure? Ma chi diavolo è?, pensai contrariata e confusa.

Evidentemente, la mia faccia doveva essere un libro aperto sulle mie emozioni sconclusionate.

Altrimenti, come avrebbe potuto capire che ero letteralmente terrorizzata all'idea di mettergli le mani addosso?

Deglutii a fatica e mugugnai: "Senti, devo inciderti con il mio coltellino, il che non è il massimo. Ma non potevo andare a svaligiare la borsa di Mary B, o se ne sarebbe accorta."

Occhi di Lupo - Trilogia Werewolves Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora