Capitolo 6

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Stavo correndo, il terreno era sconnesso sotto i miei piedi nudi, ma non me ne curavo.

La paura di essere catturata, e uccisa, era superiore al dolore che provavo nel colpire con forza il terreno durante la mia fuga precipitosa e senza meta.

Il sibilo degli spari dietro di me era minaccioso e ferale, e la pallida falce di luna che sorrideva nel cielo notturno non mi dava alcun conforto.

Ero troppo impegnata a concentrarmi sui miei nemici, per apprezzarla appieno.

Caddi, sbucciandomi le mani e le ginocchia sul terreno accidentato.

Imprecando tra i denti, percepii un dolore cocente a una gamba, quando una pallottola penetrò le mie carni, ferendomi.

Urlai, trattenendo con le mani il sangue che colava dalla ferita mentre i passi pesanti dei cacciatori si facevano sempre più forti.

Si stavano avvicinando a me, pronti a darmi il colpo di grazia.

Fu a quel punto che un enorme lupo bianco balzò di fronte a me, le fauci spalancate e gli occhi iniettati di furore puro.

Attaccò i cacciatori senza lasciarne vivo neppure uno.

Osservai la scena restando a terra ferita e dolorante, e lui tornò da me, il pelo della gorgiera sporco di sangue e le zanne snudate che luccicavano ferali alla luce della luna.

Ma non ebbi paura. Lui era lì per me.

Gli accarezzai il muso appuntito, sporcandomi col sangue dei cacciatori che aveva ucciso per salvarmi e lui, dopo un istante, si chinò a leccarmi la ferita, che subito si rimarginò.

Fu a quel punto che mi risvegliai, il respiro affannoso e gli occhi spalancati.

Non compresi subito dove mi trovavo; la mia mente era ancora troppo confusa da ciò che aveva visto, per essere lucida e attiva.

Le pareti verde oliva della tenda mi disorientarono per un momento ma, nel percepire il peso leggero di una mano sul mio fianco, tutto mi tornò alla mente.

Duncan. La fuga. Le wiccan. Ogni cosa.

Mi volsi lentamente, percorrendo con lo sguardo il braccio di Duncan che, protettivo, mi cingeva la vita.

Sorridendo, mi chiesi se il suo potere avesse fatto intervenire il lupo nel mio sogno per salvarmi. Tutto era possibile, a quel punto.

Un attimo dopo, i suoi occhi smeraldini si posarono sul mio viso e un lento sorriso si dipinse sul suo volto nel sussurrarmi: "Buongiorno... tutto bene?"

Indicando il braccio che ancora riposava sulla mia vita, gli domandai: "Sei stato tu?"

"Ti agitavi nel sonno... è servito?" assentì, guardandomi pensieroso.

Annuii a mia volta, prima di dire: "Mi hai salvata dai cacciatori. Grazie."

Si adombrò un poco, nel saperlo, e borbottò: "Non era davvero un bel sogno, allora."

"No" ammisi, mentre il suo braccio abbandonava il mio fianco. "Spero di non averti disturbato. Hai bisogno di riposo, per riprendere le forze."

Duncan scosse il capo, un sopracciglio leggermente sollevato con ironia, e mi fece notare un particolare, a quanto pare, per lui molto importante.

"Non sono così debole, Brianna... e no, non mi hai disturbato. "Hai iniziato ad agitarti meno di mezz'ora fa."

"Meno male" sorrisi, tirando un sospiro di sollievo nel mettermi a sedere.

Occhi di Lupo - Trilogia Werewolves Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora