Capitolo 17

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17.



Avevo appena terminato di pulire la stalla assieme ad Erika, quando udimmo il motore della Volvo emergere dal cortile per raggiungere le nostre orecchie.

Voltandoci all'unisono verso l'auto color oro che entrò in quell'istante nel nostro campo visivo, sorridemmo spontaneamente e lasciammo da parte pale e carriola.

In quel momento, era più importante andare a salutare Duncan al suo ritorno da Chester.

Erano passati dieci giorni, dalla sua partenza.

Dopo l'iniziale stanchezza dovuta al mio primo assaggio di potere, avevo cominciato a sviluppare le mie capacità con sempre maggiore forza e bravura.

Lance non si era che prodigato in complimenti, in quei giorni così pieni, e io avevo fatto di tutto per riempirlo di orgoglio.

La soddisfazione che lui provava nel vedermi imparare così in fretta, e così bene, riempiva di gioia anche me.

Ero soddisfatta delle mie capacità, e dalla velocità con cui apprendevo ma, al tempo stesso, ne ero impensierita.

Avvertivo senza fatica che, tutta quella bravura, avrebbe potuto rivoltarsi contro di me, in qualche modo.

Era un pensiero sordido, impresso in un angolo della mia mente con un inchiostro che non ero in grado di debellare in alcun modo.

Ero conscia che, presto o tardi, sarebbe tornato a perseguitarmi. Solo, non sapevo in che modo.

Naturalmente, avevamo tenuto tutto nascosto a Duncan. Un po' per fargli una sorpresa, un po' per non impensierirlo.

Dopo ogni allenamento, infatti, era seguito un mio crollo fisico, così Lance aveva deciso di parlargli di persona per evitare inutili scenate al telefono.

Lance sapeva per certo che l'amico si sarebbe imbestialito, se avesse saputo delle numerose flebo a cui ero stata attaccata, ogni qual volta terminavo un allenamento.

Voleva essere lui, e lui solo, a discutere con Duncan della mia salute, perché era convinto che così sarebbe riuscito a placare i suoi timori.

Io, invece, ero certa che, non appena avesse sentito in casa odore di farmaci, sarebbe esploso come una bomba atomica.

Mi aveva chiesto di non strafare, ma non era esattamente quello che avevo fatto. Prevedevo, perciò, bastonature verbali per me e Lance.

Lasciando da parte quei pensieri per evitare di stamparmi in faccia un'espressione terrorizzata, dedicai tutta la mia attenzione a Duncan che, sceso che fu dall'auto, ci sorrise e esclamò: "Ehi, ragazze! Siete super impegnate, a quanto vedo."

"Ciao Duncan" esclamammo in coro io ed Erika.

Ormai ci veniva naturale.

In quei dieci giorni passati quasi sempre assieme, quando Lance non mi faceva allenare o non mi riempiva di bombe energetiche, avevamo imparato a conoscerci meglio.

Con mia somma sorpresa, avevo scoperto che Erika era quanto di più vicino a una sorella avessi mai avuto.

Neppure con Nancy, o Elspeth, era così, forse neppure con Gordon, ma quello dipendeva dal fatto che lui era un maschio.

Con Erika, avevo imparato a conoscere una parte di me stessa che non sapevo di possedere.

Avevo aperto uno scrigno di segreti inesplorati e, assieme a lei, avevo fatto visita a questo mio piccolo tesoro nascosto, scoprendo cose di me che non avrei mai sospettato.

Occhi di Lupo - Trilogia Werewolves Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora