Capitolo 29

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29.


Anche l'ultimo computer fu distrutto.

Il segreto che Abraham aveva divulgato alla famiglia, ora era di nuovo annegato nell'oblio, cancellato per sempre da quelle menti ottenebrate dall'odio.

Grazie all'aiuto di Frederick, Fenrir di Glasgow, e dei suoi subalterni, riuscimmo a sistemare le cose prima del sorgere del sole.

Quando io e Jerome ci muovemmo per tornare da Mary B e Gordon – che ora si trovavano in una stanza d'albergo fuori città – mi rivolsi a Fred per dirgli: "Non so come ringraziarti per l'aiuto che ci hai dato... non lo dimenticherò."

"Il tuo Fenrir ha salvato mia moglie, e molti di noi, dalla morte. Non ci sono vite tra noi, solo una salda alleanza. Che il vento ti sia favorevole, wicca" mi rispose Frederick, con un elegante cenno del muso.

"E che la caccia ti sia proficua, Fenrir di Glasgow" replicai, avvicinandomi per il saluto di rito.

Mi lasciai annusare dietro l'orecchio prima di fare altrettanto dopodiché Frederick, con ironia, asserì: "Adesso posso dire di aver visto di tutto. Non avevo idea che una wicca potesse mantenere i propri poteri, una volta divenuta licantropo. Solleverai un bel polverone tra i clan, questo è sicuro. E non solo per questa novità."

Quella notizia mi riempì così tanto di gioia che ringhiai infastidita e Fred, abbaiando una risata, aggiunse benevolo: "Io non ho problemi. Ma altri, forse, ne avranno. Presta attenzione, in futuro, Figlia della Luna."

"Lo farò, grazie" annuii con un cenno ossequioso del muso, prima di trotterellare via assieme a Jerome.

C'era qualcos'altro che doveva succedermi? Niente poteva andare per il verso giusto? Un asteroide mi sarebbe caduto in testa, dopo tutto questo stravolgimento?

Non so, ditemi voi?!

Jerome, comprensivo, dichiarò: "E' una condizione più unica che rara, principessa,... è normale che scatenerà curiosità e qualche dissapore, ma niente che non possiamo affrontare tutti assieme."

"Come se non avessimo già abbastanza guai da risolvere" brontolai, correndo al suo fianco.

Macinammo metri su metri, all'interno del bosco ombreggiato dalle chiome robuste dei faggi.

In lontananza, i primi bagliori del sole tinsero di rosso e viola il cielo di quella mattina così strana, così diversa da qualsiasi altra avessi mai vissuto.

"E ti pare che la vita sia giusta, o premurosa? No, perché se ti è capitato, allora sei stata fortunata" commentò ironico Jerome, gracchiando una risata nella mia testa.

Gli mostrai la lingua, prima di allungare il passo in direzione dell'albergo dove Gordon e Mary B avevano trovato riparo per la notte.

Il sole si mostrò all'orizzonte quando noi, con la leggerezza che contraddistingueva ogni licantropo, sgattaiolammo all'interno della loro stanza per andarci a sistemare sul pavimento.

Lì, Gordon ammiccò nella mia direzione, gli occhi infossati dalla stanchezza, e biascicò: "Tutto okay?"

Annuii e lui, con uno sbadiglio, tornò a dormire.

Mary B giaceva dall'altra parte del letto matrimoniale, il viso smunto ma pacificato dal sonno. Non sembrava avere incubi.

"Le parlerai domani, o meglio, tra qualche ora. Riposa, adesso. Ne hai bisogno. E' stata una nottata tremenda per tutti noi."

Occhi di Lupo - Trilogia Werewolves Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora