Capitolo 20

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20.



Presi fiato come se fossi sul punto di annegare, o come se quello fosse il mio primo vagito nel mondo e, con dolore, aprii gli occhi.

La luce invase le miei iridi, provocando altro dolore, cui seguì un singulto strozzato e un sospiro.

Due mani afferrarono le mie, mentre una voce roca e tesa esalò: "Brianna. Brie. Mi senti?"

Stentai a mettere a fuoco, intontita com'ero dai postumi del sogno.

Impiegai perciò diverso tempo prima di capire che, colui che mi stringeva convulsamente le mani, era Duncan.

Il suo viso, illuminato dalla luce del mattino, era segnato da occhiaie profonde, e le sue gote erano scure di una barba non fatta da giorni. Giorni?

Confusa, cercai di sollevarmi a sedere, ogni muscolo che gridava scandalizzato di fronte a quell'abuso.

Le mani sollecite di Duncan mi sistemarono un cuscino dietro la schiena, permettendomi di essere più comoda.

"Ma cosa...?" gracchiai, prima di rendermi conto di avere la gola riarsa.

Tossii un paio di volte, guardandolo confusa nel tentativo di ricordare qualcosa che non fosse lo strano sogno in cui ero caduta... quando?

Non rammentavo nulla.

"Non parlare, sarai stanca. Ora bevi un po' di tè col miele, e vedrai che ti sentirai meglio" mi sollecitò, gli occhi accesi di gioia, nonostante il suo volto fosse sconvolto dalla fatica.

Ma perché? Cos'era successo?

Quando, però, avvicinò la sua mano, avvolta attorno alla tazza da tè, rammentai ogni cosa. Ogni suono. Ogni odore.

E urlai.

Rammentai di avere già urlato, motivo primo della mia raucedine.

Rammentai la paura atavica provata di fronte al sangue di Marjorie, mescolata alla soverchiante incredulità di fronte al potere divorante della quercia.

Rammentai i suoi ricordi e le sue memorie, che avevano invaso la mia mente come un'infestazione di locuste in un campo di grano maturo.

Spinsi via Duncan, sempre continuando a urlare, decisa a non lasciarmi toccare da quella mano che, come un artiglio d'aquila, si era accanita su Marjorie, squarciandole la gola.

Ero terrorizzata. Non sapevo perché visto che Duncan, con il suo gesto, mi aveva salvata.

Ugualmente, non lo volli vicino.

Turbato e spaventato a sua volta, Duncan si allontanò proprio mentre Lance, entrando di corsa nella stanza, gridava: "Vai via! Ora!"

Senza attendere un attimo di più, Duncan mi lasciò con Lance che, stringendomi i polsi perché non tornassi a ferirmi al volto con le unghie, disse lesto: "Brianna... Brie... calmati... calmati... non sta succedendo nulla... va tutto bene..."

"Il sangue, Lance... il sangue...è morta... morta..." singhiozzai senza freni, addossandomi al suo petto prima di scoppiare in lacrime.

"Chi è morta, Brie?" sussurrò lui, cullandomi teneramente contro di sé.

"La... la sorella di Duncan... Hope... e i suoi genitori... tutti morti..." balbettai ancora, incespicando nelle parole mentre tossivo per la raucedine.

Lance mi accostò alla bocca la tazza da tè e io bevvi, bevvi quasi strappandogliela di mano.

Bevvi finché il fuoco dentro di me non fu estinto e a quel punto lo guardai, gli occhi finalmente limpidi, la mente desta e pronta.

Occhi di Lupo - Trilogia Werewolves Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora