Capitolo 9

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9

Ci fermammo all'alba, il chiarore del mattino che inondava il cielo punteggiato di bianche nubi, simili a ciuffi di panna montata.

L'aria era frizzante, leggermente umida e profumata di terra, muschio e foglie in decomposizione.

Tutt'intorno, gli uccelli cominciarono a cantare allegramente, dando il benvenuto al nuovo giorno, giorno che io avrei passato a sonnecchiare quasi sicuramente.

Dopo la prima notte concessa a Duncan per recuperare confidenza con il suo corpo di lupo, io ero finalmente salita in groppa all'enorme licantropo che avevo come compagno di viaggio.

Per la prima volta nella mia vita, avevo compreso cosa volesse dire correre veloci.

Certo, l'avevo visto correre verso il lago in forma umana, ma la velocità e grazia che aveva toccato erano state nulla, se paragonate alle movenze sinuose della sua forma animale.

Il vento mi aveva schiaffeggiato il viso, mentre un sorriso trionfante si era allargato sul mio volto estasiato.

Sotto di me, i muscoli guizzanti del suo corpo possente avevano danzato con velocità e grazia, scatenando potenza pura.

In un battito di ciglia, ci eravamo lasciati alle spalle miglia e miglia di terreno, schiacciato dalle zampe possenti di Duncan-lupo.

Tenermi stretta alla sua gorgiera, e cercare di non pesargli in modo scorretto, però, aveva esaurito i miei nervi e le mie forze.

Pur non avendo fatto un passo sulle mie gambe, il mio corpo aveva comunque risentito di quella cavalcata prolungata.

Guadagnai perciò con piacere il terreno e, senza attendere oltre, mi guardai intorno per cercare un posto dove far crollare le mie stanche membra.

Mi sedetti di buon grado sotto la chioma a ombrello di una possente quercia secolare, le cui foglie scintillavano come smeraldi sotto i raggi del sole mattutino.

Un lieve venticello, che spirava da una collina vicina, solleticava il mio viso stanco e i piccoli rami adunchi della pianta che mi aveva accordato riparo.

A occhi chiusi, ascoltai la linfa vitale scorrere all'interno dell'enorme tronco della pianta mentre, con fluida leggiadria, raggiungeva le sue protuberanze più lontane.

Duncan, in piedi accanto a me, rimase in silenzio, probabilmente osservandomi assorto, mentre io prendevo coscienza di quanto mi circondava.

Era buffo pensare che, fino a quel momento, avevo sempre e solo immaginato, ma mai sperato realmente di scoprire, ciò che ora sapevo della Madre Terra.

Avevo sempre scorto, nei miei sogni, il respiro segreto delle piante, il rimescolio della linfa nei loro corpi maestosi.

Da bambina quale ero stata, avevo spesso desiderato di diventare parte di esse, per poter vivere in armonia con loro.

Ora, comprendevo che quei sogni erano solo le risposte del mio inconscio a ciò che realmente ero.

La me stessa nascosta e tacitata al mondo, sapeva da sempre.

A quel punto, dovevo solo imparare a parlare con il mio Io silenzioso, che non avevo saputo di avere fino a pochi giorni prima.

Riaprii gli occhi scrutando Duncan che, inginocchiandosi dinanzi a me, mormorò: "Sembri pensierosa, ma non infelice."

"Ascoltavo" dissi semplicemente.

Si era ritrasformato in umano poco prima dell'alba, forse desideroso di non lasciarmi troppo tempo da sola con i miei pensieri errabondi.

Occhi di Lupo - Trilogia Werewolves Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora