Capitolo 11

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Il passo di Duncan si fece più tranquillo, consapevole di essere finalmente nelle sue terre, ove la sua voce era legge e il suo incedere incontrastato.

Nonostante la pioggia, la stanchezza, la voglia di raggiungere la meta, Duncan procedeva come un re di ritorno da una battaglia.

L'andatura era serena, era l'incedere di chi sa di essere al sicuro e ben voluto.

La pioggia non lo turbava per nulla, e io ero troppo stanca per protestare e chiedergli di aumentare il ritmo.

Inoltre, capivo come potesse sentirsi, perciò lo lasciai fare.

Il ritorno a casa ha sempre qualcosa di dolce, ed è bello poterlo gustare appieno, senza intoppi di alcun genere.

A ripararci dagli sguardi indiscreti, ora, badavano le lande frastagliate e rigogliose del Peak National Park.

Dopo un lungo girovagare, trovammo infine un nascondiglio adatto in un anfratto naturale.

Rocce scoscese scivolavano intorno a noi, in direzione di una piccola vallata dalle irte sponde ricoperte di erba sottile.

Era il luogo ideale per non ricevere visite sgradite.

Lì, discesi dalla sua schiena e mi sedetti contro il muro di roccia che ci avrebbe garantito un riparo per le ore successive.

Duncan, dopo essersi scrollato di dosso l'acqua, si avvicinò a me col pelo fumante e mi sfiorò un poco il viso col naso umido.

Io sorrisi sonnacchiosa, mormorando: "Asciugati pure, io aspetterò il mio turno. Nel frattempo, schiaccerò un pisolino."

Le tensioni di quelle ultime settimane, sembrarono essersi accumulate in quell'ultima ora di riacquistata libertà.

Con la consapevolezza di essere finalmente giunti al capolinea, il mio corpo cedette, facendomi crollare in un sonno privo di sogni.

Per una volta, mi sentii libera dallo sguardo scarlatto del mannaro che aveva desiderato ucciderci.

Non mi accorsi neppure di Duncan, quando si incuneò sotto un mio braccio per accoccolarsi accanto a me, scaldandomi col suo corpo e il suo potere.

Mi ritrovai semplicemente abbracciata a lui, la mattina seguente, intenta a crogiolarmi nel suo abbraccio di lupo.

Godevo del tepore che sprigionava come una stufetta elettrica, senza sentirmi per nulla in colpa.

Ero stordita dalla fatica, dalla fame e dalla certezza di non essere più in pericolo a causa di Alec e di Freki.

Fu per questo che impiegai un minuto buono, prima di rendermi conto che due occhi neri ci stavano fissando dalla bocca della grotta dove ci eravamo rifugiati.

Quando me ne resi conto, la rigidità del mio corpo fece destare Duncan.

Il mannaro si resse sulle zampe anteriori, fissò in fretta l'apertura dell'anfratto prima di rilassarsi, abbaiare un paio di volte e mettersi in piedi con fare disinvolto.

Il ricordo di Freki, unito alla stanchezza, mi avevano messo giustamente in allarme, ma l'atteggiamento composto di Duncan mi rassicurò immediatamente.

Doveva trattarsi di un amico.

Osservai quindi curiosa il lupo grigio che ci aveva colti a riposare, mentre si avvicinava a noi con passo leggero e flessuoso.

Occhi di Lupo - Trilogia Werewolves Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora