Uomo incappucciato

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-Cos'é? Una riunione di famiglia?- borbottai quando finalmente arrivammo al bar nel quale,il mio bel paparino, aveva deciso di incontrarsi con la mamma. Guardai la donna,sembrava quasi stanca e aveva i capelli scompigliati,pieni di foglie. Dopotutto essendo un lupo non poteva che non essere così. -Beh,siamo dinuovo una famiglia. Non ti fa piacere?- domandó mio padre mentre ordinava qualcosa da bere. Annuii per poi spostare lo sguardo sulle altre persone. Intravidi,al tavolo più lontano,una figura. Se ne stata ritta con il viso coperto da un cappello e teneva un giornale che gli copriva il viso. Non diedi peso alla cosa nonostante sentissi i suoi occhi addosso. Sentii la mamma dire qualcosa a proposito del branco,ma non ascoltai tutto il discorso perché nella mia testa aveva già iniziato a gironzolare il pensiero di Ideo nella casetta sull'albero. Avvertivo ancora il freddo delle sue mani che mi accarezzavano delicatamente la pelle e.. -Magica mi stai ascoltando?-. Vennì interrotta da mia madre e sbuffai annuendo -sisi,continua pure- feci un gesto con la mano per invitarla a parlare dinuovo. Mi sorrise dolcemente -Quindi per te va bene trasferirti?- chiese mentre afferrava il bicchiere di thé che le era appena arrivato. Quasi mi strozzai con la limonata che il cameriere mi aveva poggiato sul tavolo. Sentii una stretta allo stomaco e la guardai ad occhi sgranati -trasferirmi!?-. Mi fece segno di abbassare la voce e poi continuó -evidentemente non stavi ascoltando. Si,ci trasferiamo. Sempre se a te vada..- la interruppi subito. -NO,NON VA BENE MAMMA- la guardai male continuando a bere. -sarebbe un modo per ritornare uniti,noi tre,e vivere la nostra vita come era prima- spiegó mio padre sorseggiando un caffé. Scossi la testa sospirando -io non voglio vivere come prima.-. Mi lanciarono entrambi un'occhiata mentre mi alzavo per uscire. Avevo bisogno di aria. Come potevano solo provare a pensare che avrei accettato di andarmene. Non potevo lasciare Ideo,o Douglas, non potevo lasciare nessuno dei miei amici. Iniziai a camminare nella piazzetta davanti il bar e mi fermai poco dopo su una panchina. C'erano tutt'intorno famigliole intente a ridere fra loro,o a parlare del più e del meno. Un tempo avrei pagato per avere una famiglia così. Anzi,ce l'avevo. La mia vera famiglia erano sempre stati gli zii e Douglas. Sospirai quando sentii un rumore e mi voltai subito pensando fosse mio padre,ma aggrottai le sopracciglia quando mi accorsi che era il gatto di Crystal. Aveva qualcosa di strano,come della polverina addosso e tra i denti aveva una pagina di giornale. Scossi la testa e lo presi in braccio -stupido ciccione-. Tolsi la carta dalla sua bocca e la lasciai cadere a terra mentre lo ripulivo. Poi mi alzai e mi avviai dinuovo verso la scuola. Arrivai dopo circa un'ora di lunga camminata e,sfinita,entrai rimanendo a bocca aperta quando trovai tutti gli altri nell'atrio che scappavano e piangevano spaventati. Vidi Ideo venirmi vicino e notai del sangue sui suoi vestiti -Meg,il Preside é morto.- ammise mentre mi tirava verso la stanza del cinema. Lì erano riuniti tutti insieme,i miei amici. Guardai Peter dondolarsi a terra più che sconvolto. Ideo lo indicó -Lui ha visto tutto. Era in presidenza quando é successo-. Guardai Crystal e Douglas vicino il ragazzo occhialuto che lo aiutavano a calmarsi anche se era del tutto inutile dato che non sembrava funzionare. -chi é stato? Ve l'ha detto?- chiesi ad Ideo che versava dell'acqua in un bicchiere che diede subito dopo a Peter. -Ci ha detto che era un uomo col cappuccio.- spiegó per poi lasciarsi cadere su una sedia mentre si passava una mano sul viso. Mi sedetti accanto a lui e gli strinsi una mano. Ad un tratto mi passó un pensiero per la testa,ma lo scacciai. "Il tizio incappucciato del bar".

I ragazzi di Ferbestick (in sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora